La Voce e la Vita della Chiesa: Ascensione di Gesù
Diac. Francesco Giglio
Questa solennità conclude la permanenza visibile di Dio fra gli uomini ed è il preludio della Pentecoste che segna l’ inizio della storia della Chiesa. L’episodio è descritto dai Vangeli di Marco e Luca e negli Atti degli Apostoli. Fino al 1977 in Italia era anche festa civile.
Nella tradizione cristiana nel giorno dell’Ascensione si celebra l’ascesa al cielo di Gesù e ricorre quaranta giorni dopo la sua morte e resurrezione. Si tratta pertanto di una ricorrenza “mobile” (non cade sempre nello stesso giorno dell’anno) in quanto collegata alla data della Pasqua.
Gesù per 40 giorni dopo la risurrezione rimase ancora in terra, in mezzo ai suoi Apostoli, convincendoli di essere veramente risuscitato. Ampliò le loro conoscenze intorno al regno di Dio, sul modo di governare la Chiesa, come amministrare i Sacramenti e salvare le anime. Avvicinandosi il giorno dell’addio disse loro:”E’ bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò “(Gv 16,7). Ordinò quindi agli Apostoli e ai discepoli che dalla Galilea si recassero a Gerusalemme. Per l’occasione il Signore fece con essi il banchetto d’addio, durante il quale spiegò ancora una volta come la Sacra Scrittura parla di Cristo, della sua passione, morte e risurrezione. Conferì loro il potere di rimettere i peccati e li mandò ad annunziare il regno di Dio a tutte le genti. Al termine del banchetto si incamminò, seguito dagli Apostoli e Discepoli, al monte dell’ascensione. Giunto alla vetta, salutò la Madre, le pie donne, tutti i presenti, e alzando il braccio li benedisse. Mentre li benediceva, per virtù propria si alzò verso il cielo davanti a quegli occhi che meravigliati lo guardavano, finché una nube lo nascose. I presenti stavano ancora inginocchiati a braccia aperte e con gli occhi rivolti al cielo meravigliati e commossi, quando comparve improvvisamente un Angelo che rivolgendosi a loro disse:”Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo”(Atti 1,11). Gli Apostoli dopo questo annuncio ritornarono a Gerusalemme avendo ben compreso le parole che Gesù aveva detto:” Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: «Vado a prepararvi un posto»? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi” (Gv 14,1-3).
In questa ricorrenza la Chiesa celebra una delle sue feste più belle e ripete a tutti i Cristiani che il cielo è la nostra patria, non questa misera terra! Alziamo quindi i nostri occhi verso l’alto e contempliamo come è meraviglioso quel cielo. Gesù è salito lassù per prepararci un posto ed è lì che ci attende. Nei momenti in cui ci sembrerà di esser sopraffatti dal male, quando intorno a noi scende il buio del dolore e della tristezza alziamo gli occhi e le mani al Cielo, chiedendo aiuto a Colui che è la luce che rischiara le tenebre. Lui è il nostro Re, il nostro Salvatore, il nostro Avvocato e Mediatore. Egli è il Signore, che regna ormai con la sua umanità nella gloria eterna di Figlio di Dio e intercede incessantemente in nostro favore presso il Padre. Ancora oggi continua ad inviarci dal cielo il suo Spirito, alimentando in noi la sicura speranza di raggiungerlo un giorno e divenire cittadini del Suo regno di pace, di giustizia e di amore.