Proverbi africani: la proprietà privata

Padre Oliviero Ferro  

Diritto di non essere solo possessore, ma anche padrone dei propri averi, la proprietà è riconosciuta nell’Africa tradizionale come fatto inerente alla vita umana. Ognuno deve avere i beni in proprio. (vitu vyangu= sono i miei beni, le cose che mi appartengono). Tuttavia, l’etica consiglia di esercitare il diritto di proprietà nella dinamica della solidarietà. Ecco ciò che ha fatto pensare ad alcuni osservatori che, nell’Africa tradizionale non esiste il diritto di proprietà individuale (ad esempio: i terreni non sono propri, ma dello Stato che li dà in affitto, in concessione a chi li vuole lavorare, pronto a riprenderli per darli ad altri, se il capo di turno cambia idea o viene…corrotto da qualche potente). La problematica della proprietà privata è essenzialmente correlativa a quella della libertà.

Oltre all’esempio sopra citato, e qui mi permetto di spiegarlo meglio., ce ne sono altri. In questo caso mi trovavo nel Congo RDC, al confine con il Rwanda e Burundi, dove la gente è molto dedita all’allevamento e quindi ha bisogno di molte terre. Era capitato che alcuni allevatori erano andati a sollecitare il sindaco della zona per avere dei terreni in Congo, nella nostra parrocchia di Luvungi. Naturalmente questi terreni erano coltivati dalla gente del posto che, oltre a pagare l’affitto, doveva dare un giorno di lavoro gratis allo Stato. Capita che la gente si unisce in un Comitato per la difesa della terra (formato da persone di diverse religioni) e chiede una stanza in parrocchia per fare delle riunioni e per vedere come risolvere il problema. Dopo qualche giorno, il sindaco viene da me, dicendomi che io sono contro lo Stato, perché ho concesso una stanza a questo comitato. Ho risposto semplicemente che mi avevano chiesto una stanza e io gliel’ho data. Era chiaro che il sindaco era stato corrotto e non poteva tornare indietro. L’altra cose è che quando l’uomo, il marito, va a lavorare e riceve uno stipendio, non lascia niente alla famiglia, alla moglie che deve pensare a tutto.

Ma dice che lo deve tenere lui, è sua proprietà privata e lo spende come vuole (bere, donne…). Ma passiamo ai proverbi. “Il tuo bene lo puoi consumare in piena notte” (Mossi, Burkina Faso) (quando qualcuno possiede un bene in proprio, ne può fare quello che vuole). Naturalmente il furto dei beni è fortemente sconsigliato, perché se il ladro viene preso, fa sempre una brutta fine (il ladro è solo quello che è preso sul fatto, se invece la fa franca, è…furbo). “Non dire sempre: “tanti beni, tanti beni”; ci sono dei limiti e i loro proprietari” (Basonge, Congo RDC). Come già detto, chi ha un bene, ne può disporre in modo libero. “La persona cui appartiene il fungo, ne mangia il gambo” (Luluwa, Congo RDC). E’ meglio vantarsi solo dei propri averi. “Non dire: “nel mio villaggio, eccedono i beni”; devi averne di tuoi in proprio” (Baluba, Congo RDC). Naturalmente, è cosa buona dare attenzione ai beni per conservarli e per trasmetterli ad altri al momento della morte.

“Con i tuoi beni, sii vigile e non negligente” (Bahaya, Tanzania). Si è felice, quando un proprio bene che era uscito fuori, rientra a disposizione (es: avevo prestato la zappa, ora mi viene restituita) “Nulla scappa via, se ritorna a casa” (Tutsi, Rwanda). Il proprietario ha diritto ai dovuti omaggi sui suoi beni “Nessuno consuma la mucca quanto il suo proprietario” (Toma, Guinea). E’ sempre meglio avere un proprio bene al sicuro e non accontentarsi di quello che non è suo. “Chi prende per moglie una donna altrui, impari a macinare” (Ngambay, Ciad).