Comitato Giustizia Contrattuale: “Dumping contrattuale in Sanità accreditata, scandalo ignorato”. Chiamati in causa Ministro Speranza e Presidente Conferenza delle Regioni
Chi applica i contratti “pirata” risparmia fino al 44% a danno dei lavoratori e della qualità dei servizi.
“Il suo Ministero, egregio Ministro Speranza, è responsabile del dumping contrattuale. Il suo Ministero potrebbe porre fine a questo scandalo immediatamente”. Ora il ministro Speranza non potrà più fare finta di niente. Una lettera mette nero su bianco i numeri di uno scandalo che riguarda quasi 50 mila addetti alla riabilitazione. Molti di loro, grazie a contratti non rappresentativi o “pirata”, operano in condizioni insostenibili: stipendi più bassi, meno ferie, più ore. Contro questo stato di cose si sono mobilitati sindacati e gruppi di imprenditori, ma non è successo nulla. “Il dumping contrattuale è un fenomeno gravissimo – si legge nella lettera – ma è tanto più inaccettabile se incentivato dalla Pubblica Amministrazione”. La situazione è drammaticamente chiara: le regioni pagano ai centri accreditati, ossia con responsabilità pubbliche, tariffe uguali sia a chi adotta il contratto di riferimento, che è il contratto AIOP, sia a chi applica contratti che “schiavizzano” i lavoratori. Basti pensare che solo in Campania (la regione che ha il maggior numero di addetti alla riabilitazione) si stima che circa 25 milioni di euro l’anno in questo modo passino dalle tasche dei lavoratori a quelle degli imprenditori che adottano contratti “pirata”. Ed è proprio dalla Campania che parte la lettera al ministro Speranza e al presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga, in particolare dal Comitato Giustizia Contrattuale, che riunisce i centri di riabilitazione che applicano il contratto AIOP. I numeri denunciati nella lettera sono incredibili: chi applica i contratti non rappresentativi o “pirata” arriva a risparmiare sul costo del lavoro fino al 44%. “Tutti sanno – si spiega nella lettera – che l’unico modo per spezzare questo vergognoso fenomeno è quello delle tariffe differenziate: chi applica contratti con costi del lavoro più bassi deve avere dal Servizio Sanitario tariffe inferiori. Oggi invece le tariffe sono uguali per tutti.” Ciò è possibile grazie al cavillo di una legge di trenta anni fa. Un cavillo dalle conseguenze devastanti. Perché? Lo spiega la lettera: “Nelle prossime settimane – vi si legge – le regioni stabiliranno le tariffe per i prossimi anni. Se verranno confermate le tariffe indifferenziate sarà un disastro sociale: sempre più centri sceglieranno i contratti “pirata”, la condizione dei lavoratori e dei servizi della riabilitazione peggioreranno in modo inimmaginabile”. Da qui la responsabilità del Ministro e del presidente della Conferenza delle Regioni. “Voi – si afferma nella lettera – potete impedirlo. Se non lo farete, chi guadagnerà ancora di più sulla pelle dei lavoratori potrà dire Lo vuole il Ministro Speranza, lo vuole l’articolo 1, lo vuole il Presidente della conferenza delle Regioni. E non potrete dire, a nessuno, ‘non lo sapevamo, non potevamo’. Lo sapete, potete”. Il messaggio è chiaro: se anche dopo questa denuncia pubblica non accadrà nulla, se sempre più lavoratori si troveranno con contratti che li condannano a condizioni insostenibili, la responsabilità non sarà del cavillo di una vecchia legge ma di chi non ha fatto nulla per porre fine a questo scandalo. Vedremo.
Comitato Giustizia Contrattuale