Vita di Missione: ognuno ha la sua intelligenza

Padre Oliviero Ferro

E’ attraverso l’esperienza,anche se negativa, che tu troverai la tua strada. E’ attraverso le prove,gli errori,le sconfitte,i guai che tu arriverai a cavartela nella vita. Lo sappiamo che ci viene spontaneo di dire e di pensare che noi sappiamo tutto,che gli altri non hanno niente da insegnarci. Soprattutto, e tutto il mondo è paese, quando si è giovani si pensa di “spaccare il mondo” e che quelli che hanno vissuto prima di noi, non capiscono niente. E’ quello che,anche in Africa,si chiama “conflitto di generazioni”. Quante volte abbiamo cercato di mettere gli adulti e i giovani intorno a un tavolo per cercare di risolvere insieme i problemi,di lavorare insieme. Non sempre è facile. Nel caso della festa della parrocchia,i giovani hanno cercato di lavorare insieme con gli adulti,sia nello sport,come nella animazione della festa. Ognuno aveva la sua idea,ma poi ci si è sforzati di metterle insieme. E il risultato è stato buono,anche se poteva andare meglio. Ciascuno di noi pensa che l’altro non ha niente di nuovo da insegnarci. Un po’ come quello che è successo ai protagonisti della nostra storia. “Un uomo aveva due figli. Il più grande era un ragazzo calmo e riflessivo; il secondo,invece era intelligente,ma un po’ poco serio. Il secondo si abituò,per diversi anni, a disprezzare la lentezza di ragionamento del più grande. Non lasciava passare nessuna occasione per prenderlo in giro e di fare ridere gli altri a causa sua. Il primo si sposò e,senza essere spilorcio,pagò tutta la dote alla famiglia della ragazza. Suo fratello,come al solito,lo prese in giro:”Sei proprio stupido. Io pagherò solo una parte e il resto lo dimenticherò”. Dopo un po’ di tempo,quando il secondo figlio andò a presentare il primo figlio al suocero,egli trattenne il bambino a casa propria,dicendo al genero:”Tu avrai tuo figlio,quando la dote sarà interamente pagata…E io voglio che tu mi porti un maiale. Ma,attento,che non sia né maschio né femmina!”. Il secondo figlio se ne andò perplesso. Questa volta la sua intelligenza non gli suggerì nessuna scappatoia. Esitò per molto tempo,poi,messo con le spalle al muro, si rassegnò a consultare il fratello maggiore. Lui si mise a ridere silenziosamente,poi gli suggerì:”Rispondi così al tuo suocero. Ecco io ho trovato questo maiale che tu mi hai domandato. Vieni a cercarlo. Ma che non sia né di giorno,né di notte. Di giorno,morirebbe;di notte,non potresti vederlo!”. Il fratello minore così fece e il genero,vinto,gli rese il figlio. Da allora,il fratello minore fu pieno di stima e di rispetto per suo fratello maggiore”.