Salerno: Vita meridionale, all’Archivio di Stato presentazione libro di Raffaele Ciccone
Venerdì 26 novembre 2021, alle ore 17.00, presso l’Archivio di Stato di Salerno (Piazza Abate Conforti) verrà presentato il volume di Raffaele Ciccone, Vita meridionale, edito dalla Aras Edizioni nel 2020.
Ne illustrerà i contenuti Alfonso Conte dell’Università degli Studi di Salerno, il cui contributo seguirà gli interventi di Fernanda Maria Volpe, Direttore Archivio di Stato di Salerno, Ermelinda Di Lieto, Presidente Onorario del Centro di Cultura e Storia Amalfitana e Giovanni Camelia, Direttore del Comitato Scientifico del Centro di Cultura e Storia Amalfitana.
Sarà presente l’Autore, che concluderà l’incontro programmato nell’ambito della X Edizione degli “Approdi Mediterranei della Cultura Europea e Mondiale” – Anno 2021 promossa dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana.
La ricorrenza dei 120 anni dalla nascita di Piero Gobetti e dei 60 anni dalla fondazione del Centro Studi che porta il suo nome rappresenta un’occasione preziosa per tornare a parlare di antifascismo, di intransigenza intellettuale e morale, e di un giornalismo capace di indagare la realtà di un Paese oltre la retorica e le narrazioni superficiali.
Nel 1924, mentre il fascismo inasprisce la censura sulla stampa, Piero Gobetti propone a Guido Dorso la redazione di una rubrica sulla sua rivista, «La Rivoluzione Liberale», che dovrà occuparsi di inchieste, riflessioni e approfondimenti sulla questione meridionale e sulle condizioni di vita del Sud. La rubrica prende il nome di «Vita meridionale», e ben presto diviene un punto d’incontro per molti intellettuali di varia estrazione culturale e professionale, tra i quali Tommaso Fiore, Giovanni Carano-Donvito, Giuseppe Gangale. Gli articoli si concentrano sui vari aspetti della questione meridionale, dal problema sociale a quello economico, spingendo la ricerca ben oltre una semplice ricognizione analitica spicciola per incontrare le realtà locali, delle regioni e dei comuni, per indagare a fondo sui soggetti della questione meridionale, sulle dinamiche sociali e politiche che ostacolano qualsiasi soluzione, sulle responsabilità individuali e di classe. Qui troviamo il segno distintivo di un nuovo meridionalismo, ovvero di una nuova impostazione critica della questione che caratterizza tutti gli articoli di «Vita meridionale»: la ricerca delle esperienze locali, dei sentimenti e delle passioni delle masse contadine e degli intellettuali isolati, le ragioni dell’inerzia politica nelle singole comunità, al fine di elaborare un quadro più realistico del problema, più adatto a restituirne la complessità. Lo scopo fondamentale è quello di dimostrare che nel Mezzogiorno non servono soluzioni uniformi basate sull’assistenzialismo statale; al contrario, bisogna far leva sulle forze latenti delle sue regioni, alleggerire la pressione fiscale e promuovere la libera iniziativa dei contadini e della piccola borghesia, così che nel Sud possa svilupparsi una classe dirigente matura e veramente interessata alle sorti del meridione. In sintesi, ciò che da questi articoli emerge è un meridionalismo autonomista, capace di investire su quelle risorse umane che, fino ad allora, erano state considerate inerti.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti, con obbligo di Green Pass e mascherina.