Castel San Giorgio: Sindaca Paola Lanzara per San Biagio, Patrono di Lanzara
«Ogni anno la ricorrenza di San Biagio risveglia in noi sangiorgesi sentimenti e ricordi che ci riportano indietro nel tempo, alle origini di questa nostra festa, una filiale devozione che affonda le sue radici nel lontano 1309,quando alcuni mercanti di stoffa trasportarono le reliquie del vescovo e martire di Sebaste da Maratea fino al nostro borgo di Lanzara , la frazione di Castel San Giorgio dove da 713 anni ormai vengono custodite gelosamente, nella piccola chiesa intitolata al nostro amato San Biagio. Anche quest’anno ci stringiamo intorno al nostro santo prediletto e ne celebriamo la memoria in un giubilo di fede e tradizioni.
Un evento religioso di grande impatto emotivo che si svolge sempre grazie all’abnegazione della Parrocchia guidata dal nostro parroco don Rocco Aliberti e con il sostegno, preziosissimo, del comitato Festa. A tutti loro va il nostro grazie affettuoso e riconoscente, perché con amore sconfinato, portano avanti questa nostra secolare tradizione che si tramanda di padre in figlio, di figlio in nipote, e siamo sicuri che così sarà per sempre. Ci sono tradizioni, devozioni, affetti, sentimenti, che sono radicati nelle nostre vite, San Biagio rappresenta un faro che ci indica la via, che ci dice chi siamo e da dove veniamo, e con la sua costante opera, illumina il nostro cammino sempre, non solo in occasione della sua festa. Da due anni a questa parte non possiamo più festeggiare con la serenità e la spensieratezza di sempre, tuttavia San Biagio, Patrono di Lanzara, è ancora una volta qui a sostenerci e a dirci, da martire e da dottore della Chiesa, che presto questa pandemia finirà e che non dobbiamo in alcun modo perdere la nostra fede. San Biagio rappresenta un solido punto di riferimento nella vita dei cittadini tutti di Castel San Giorgio, per l’opportunità che ogni anno ci offre di stringerci intorno ai nostri valori comunitari che ci caratterizzano. Quegli stessi valori da cui trarre nuova forza e speranza per guardare con ottimismo al futuro che verrà. Affidandoci al suo cuore e ponendoci sotto la sua ala protettrice ci auguriamo, anzi ne siano certi, che presto si ritornerà alla normalità tanto desiderata.
Buona festa a tutti e che San Biagio protegga sempre Lanzara, Castel San Giorgio e tutti i suoi figli devoti, quelli di ieri, quelli di oggi e quelli di domani»-questo il messaggio della sindaca di Castel San Giorgio Paola Lanzara.
Poco si conosce della vita di San Biagio, di cui oggi si festeggia la memoria liturgica. Notizie biografiche sul Santo si possono riscontrare nell’agiografia di Camillo Tutini, che raccolse numerose testimonianze tramandate oralmente. Si sa che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente).
Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa.
Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tutt’oggi, infatti, il Santo lo si invoca per i “mali alla gola”.
Inoltre San Biagio fa parte dei quattordici cosiddetti santi ausiliatori, ossia, quei santi invocati per la guarigione di mali particolari. Venerato in moltissime città e località italiane, delle quali, di molte, è anche il santo patrono, viene festeggiato il 3 febbraio in quasi tutta la penisola italica.
È tradizione introdurre, nel mezzo della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle “gole” dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele (anticamente si usava olio benedetto). Interessanti sono anche alcune tradizioni popolari tramandatesi nel tempo in occasione dei festeggiamenti del Santo. A Lanzara, frazione di Castel San Giorgio è tradizione mangiare la famosa “polpetta di San Biagio”, le lasagne e le panelle di San Biagio, un pane azzimo e mettere l’olio alla gola.
Un evento religioso di grande impatto emotivo che si svolge sempre grazie all’abnegazione della Parrocchia guidata dal nostro parroco don Rocco Aliberti e con il sostegno, preziosissimo, del comitato Festa. A tutti loro va il nostro grazie affettuoso e riconoscente, perché con amore sconfinato, portano avanti questa nostra secolare tradizione che si tramanda di padre in figlio, di figlio in nipote, e siamo sicuri che così sarà per sempre. Ci sono tradizioni, devozioni, affetti, sentimenti, che sono radicati nelle nostre vite, San Biagio rappresenta un faro che ci indica la via, che ci dice chi siamo e da dove veniamo, e con la sua costante opera, illumina il nostro cammino sempre, non solo in occasione della sua festa. Da due anni a questa parte non possiamo più festeggiare con la serenità e la spensieratezza di sempre, tuttavia San Biagio, Patrono di Lanzara, è ancora una volta qui a sostenerci e a dirci, da martire e da dottore della Chiesa, che presto questa pandemia finirà e che non dobbiamo in alcun modo perdere la nostra fede. San Biagio rappresenta un solido punto di riferimento nella vita dei cittadini tutti di Castel San Giorgio, per l’opportunità che ogni anno ci offre di stringerci intorno ai nostri valori comunitari che ci caratterizzano. Quegli stessi valori da cui trarre nuova forza e speranza per guardare con ottimismo al futuro che verrà. Affidandoci al suo cuore e ponendoci sotto la sua ala protettrice ci auguriamo, anzi ne siano certi, che presto si ritornerà alla normalità tanto desiderata.
Buona festa a tutti e che San Biagio protegga sempre Lanzara, Castel San Giorgio e tutti i suoi figli devoti, quelli di ieri, quelli di oggi e quelli di domani»-questo il messaggio della sindaca di Castel San Giorgio Paola Lanzara.
Poco si conosce della vita di San Biagio, di cui oggi si festeggia la memoria liturgica. Notizie biografiche sul Santo si possono riscontrare nell’agiografia di Camillo Tutini, che raccolse numerose testimonianze tramandate oralmente. Si sa che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente).
Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa.
Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tutt’oggi, infatti, il Santo lo si invoca per i “mali alla gola”.
Inoltre San Biagio fa parte dei quattordici cosiddetti santi ausiliatori, ossia, quei santi invocati per la guarigione di mali particolari. Venerato in moltissime città e località italiane, delle quali, di molte, è anche il santo patrono, viene festeggiato il 3 febbraio in quasi tutta la penisola italica.
È tradizione introdurre, nel mezzo della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle “gole” dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele (anticamente si usava olio benedetto). Interessanti sono anche alcune tradizioni popolari tramandatesi nel tempo in occasione dei festeggiamenti del Santo. A Lanzara, frazione di Castel San Giorgio è tradizione mangiare la famosa “polpetta di San Biagio”, le lasagne e le panelle di San Biagio, un pane azzimo e mettere l’olio alla gola.