Il rito del caffè con la moka

Il rito del caffè con la moka
Giulio Caso
In genere di mattina presto viene lo schiribizzo di farsi un caffè. Si pulisce, solo con acqua, la moka. Poi bisogna asciugare e risciacquare di nuovo.
Si carica, non esageratamente, la macchinetta. Si può mettere anche lo zucchero nella stessa moka  che poi va sul fuoco a fiamma normale.
Alcuni seguono la credenza della fiamma lenta, non c’è rilevante differenza.
Per ingannare l’attesa, se la macchinetta dispettosa s’attarda, lavaggio delle mani, con l’orecchio teso ad ogni pur piccolo gorgoglio.
Il caffè inizia ad uscire:
mescolare con un poco di zucchero  mentre continua la pressione dell’aria sull’acqua calda.
Così esce, schiumante, l’ultima dose di caffè.
Dividerla in due parti: la prima per svegliarsi, la seconda per gustarlo.
Così inizia un buon mattino.
Si schiarisce ‘a jurnata.
Poi  verranno in mente le tante cose da fare. Sgorgano, dal cervello. Una vera e propria moka di pensiero.
E inizia un giorno nuovo con l’aurora e poi l’alba rilassantescorta … ancora assopiti.