Eluana Englaro: tra vita e politica!
La vita…in diretta! Quella di Eluana, che sta monopolizzando l’intero Paese, mentre meriterebbe il silenzio. In bilico tra la vita e la morte ancor più per la tenzone tra Governo e Napolitano. Eutanasia di sana pianta, l’ho già scritto giorni fa, quella di sospendere l’idratazione e l’alimentazione ad Eluana. Etiam Dio, c’è arrivato anche il premier Berlusconi, dopo i reiterati inviti del mondo cattolico. Meglio tardi che mai. Ma ora, mentre tra bolli e firme, che apriranno il varco alla legittimazione del testamento biologico anche nel nostro Paese, colmando quel vuoto legislativo vigente, col contagocce gli unici aiuti all’Englaro. Ma se le suore misericordine, nel carisma della propria vocazione, avevano pubblicamente dichiarato la propria disponibilità all’accudimento della giovane fino al suo decesso, perchè non lasciarla a loro? Se per Beppino, lo strazio perdurato nel tempo, è insostenibile, perchè non farsi da parte? Se Eluana non soffre, nessun problema! Se invece soffre, eutanasia vera e propria quella che s’intende perpetrare. Complessa la vicenda, fasciata ancora dalla cronaca laicale, dalle precoccupazioni curiali, dalle inquietudini politiche. Mentre la giovane rimane crocifissa nel suo letto udinese, alla Quiete, neanche a farlo apposta luogo il cui nome rimanda a quella serenità a cui si spera di pervenire quanto prima, in questa diatribata vicenda. La sua finestra, illuminata da preghiere e striscioni che l’incollano alla vita. Partito il conto alla rovescia. Quanti giorni ancora per il suo provato fisico, autonomamente, mistero. Non è possibile che, nel fiore della propria giovinezza, si pensi a morire! Che Eluana abbia espresso tale volontà anzi tempore, quasi presaga di cosa le avrebbe riservato il destino. E poi, in 17 lunghi anni, la raffica di rivelazioni, giù di sana pianta solo ora! Coram populi! Parlare di morte, diverso dal sostenerla. Viverla. Spesso si parla, sull’onda emotiva del momento. L’istinto di sopravvivenza, insito nell’essere umano, rende stoici quanti sostengono che sia preferibile decedere, purchè continuare a trascinare giorni, non pienamente vissuti. Questione di qualità! Ma c’è anche chi ne fa una vera e propria crociata. Dono, ogni giorno di vita in cui l’essere umano riesce ad aprire gli occhi, per salutare un altro sole. Ed Eluana, puntualmente, da 17 anni, ogni mattino batte le ciglia alla vita!