Avventure missionarie: mangiare e dormire nelle capanne su lago
Padre Oliviero Ferro
La prima missione, quella di Baraka, sul lago Tanganika, aveva tre settori: uno sulle colline, un altro in riva al lago e l’altro nei villaggi intorno al lago. Per andare da questi ultimi, bisognava prendere il battellino della missione. La nostra parrocchia era lunga 130 km. Ed eravamo in tre missionari. per questo, ogni due-tre mesi, a turno, si andava a visitare i cristiani di questi villaggi (o 5 diakonie-settori). Naturalmente si era accolti dalla gente, si parlava con loro, si vedevano le varie situazioni (catechismo, matrimoni, i poveri, i giovani, i bambini…). Si celebrava la messa insieme con loro e poi, naturalmente, si condivideva il cibo, preparato da loro. Di solito c’era il riso, con del pesce, delle erbe (tipo spinaci o simili), l’acqua, fatta bollire, e poi il the con le banane. Qualche volta anche qualche pezzetto di carne e quello che la fantasia delle mamme cuoche suggeriva. Poi, dopo tanto parlare, alla luce delle lampade a petrolio e della luna che si avvicinava con i suoi raggi per sentire di che cosa stavamo parlando, si andava a dormire. Il missionario veniva accompagnato in una capanna dove c’era un letto con i graticci in legno (poi comperai un lettino di quelli che si usano nelle spiagge), c’era un materasso e ci si stendeva, stanchi morti, Non era facile dormire, perché il legno era duro e, a volte, c’erano dei visitatori non graditi. Una prima volta, vicino al letto, c’era la brocca dell’acqua semiaperta e un topo, assetato, veniva a dissetarsi. Ma l’avventura più interessante è stata quella di alloggiare in una capanna che confinava con un’altra più in basso, dove era immagazzinato, in grossi sacchi, il pesce che era stato seccato sulla spiaggia. Naturalmente qualcuno aveva sentito l’odore e aveva deciso di farsi uno spuntino notturno. Logica vuole che questi….topi vadano direttamente alla capanna magazzino! Ma, si vede che non volevano fare troppa strada e quindi decisero di fare quella più corta. Entrarono dove io stavo cercando di dormire e, senza neanche chiedere il permesso, passarono sul letto a tutta velocità. Io, disperatamente, cercavo di farli andare via. Ma loro non si curavano di me e continuavano a correre, perché chi primo arriva, meglio si serve. Finalmente l’orda famelica era passata e così ho potuto dormire. Cosa non bisogna fare per riposare, anche il guardia-topo!