“L’autonomia differenziata è un tentativo di esproprio politico-territoriale del Mezzogiorno: toglie allo Stato il potere di disporre del gettito fiscale nazionale, l’unico strumento per garantire parità di diritti sociali ai suoi cittadini, a prescindere dal luogo di residenza. Mette in discussione il rapporto tra i cittadini e lo Stato, i due soggetti istituzionali ai quali verrebbe tolta l’autonomia loro garantita dalla Costituzione. Spetta, perciò, proprio ai cittadini, traditi dai partiti tradizionali, promuovere un nuovo Risorgimento che sia insieme politico, economico ed istituzionale. E’ una battaglia che deve partire dai Comuni, compresi quelli del Centro Nord,  per evitare una disarticolazione sociale e territoriale che ridurrebbe l’Italia in tanti Sud diversi e diseguali tra loro, foriera di una meridionalizzazione generalizzata che comprometterebbe l’Unità nazionale e violerebbe il principio di integrazione territoriale promosso dall’Europa”.
Lo dice Federico Conte, ex parlamentare di Liberi e uguali, presidente dell’associazione Cittadino Sudd, che ieri a Eboli ha tenuto una partecipata assemblea sui temi dell’autonomia e della nuova Questione meridionale.
“L’autonomia differenziata – continua Conte – isolerebbe il Mezzogiorno e ne impedirebbe il rilancio che tutti gli economisti considerano un’opportunità per il Paese. Bisogna prendere atto che il Regionalismo all’Italiana è in crisi e va ridimensionato, non rafforzato. L’impegno va concentrato su un nuovo modello di autonomia dei Comuni, che sono la “vera casa dei cittadini”, e  renderli  protagonisti del rilancio del Paese. Si impone un’iniziativa politica che, prendendo atto della crisi dei partiti,  apra una fase nuova  in cui “Cristo” non si fermi simbolicamente a Eboli come durante la Resistenza ma riparta e faccia della rotta del Mediterraneo il nuovo fulcro geopolitico nazionale ed europeo”.