Pagani: NSC, 22 Gennaio 2023, ennesimo attacco allo Stato
Sembrava un inizio anno prospero per le istituzioni, ma la cattura del super boss – ancora alla ribalta delle cronache – non ha arrestato la violenza in tutte le sue forme più brutali!
E’ domenica, il giorno del pallone per molti tifosi, ma per alcuni é il giorno del martirio.
Il calcio – così come lo sport in generale -, seppur nella sua competitività, deve essere un momento di aggregazione sociale, soprattutto in quelle realtà più periferiche e “marginali”, in cui, prepotenti e divisive, si insinuano il degrado e la violenza.
E’ il 22 gennaio 2023, quando, a pagani, un match calcistico evolve nella sua peggiore aberratio competitiva: sciarpe e bandiere si “trasformano” in spranghe, pietre e petardi.
Vecchie ostilità radicate ed incancrenitesi in un tessuto socioculturale istituzionalmente debole, in cui gli assetti evolutivi – welfare ed istruzione – hanno registrato, negli anni, continui decrementi economici ed organizzativi.
E’ proprio in questi “spaccati” che eventi di siffatta specie trovano terreno fertile, su cui, vigorosi ed indomiti, attecchiscono la violenza e lo sprezzo per le istituzioni ed il vivere civile.
Eppure, a Pagani come a Palermo ed in ogni dove, sul” campo” lo stato c’é!
Ci sono le sue donne ed i suoi uomini, quelli che, ogni giorno, indossata l’uniforme, salutano le proprie famiglie, con l’auspicio di rimboccare le coperte ai propri figli!
Pertanto, come O.S. non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra solidarietà ed il nostro supporto ai colleghi che, negli scontri di pagani, hanno contrastato tale barbarie, mitigandone gli effetti sulla collettività e subendone, in prima persona, la bestiale aggressività. Presentarsi ad una competizione sportiva con mezzi atti ad offendere é una scelta consapevole e premeditata, in cui nessuna attenuante pretereintenzionale può essere invocata a sostegno di una scellerata dinamica “azione-reazione”. Per contro, intervenire ad un evento pubblico, per un appartenente alle forze dell’ordine, non é una scelta personalistica, ma l’espletamento di un officio disposto a tutela della collettività. Ciò nonostante, seppur preparato ed equipaggiato, il pubblico ufficiale è costretto, talvolta, a subire la ferocia di tali atti criminosi, perché qualsiasi iniziativa, ancorché dovuta dalla contingenza, potrebbe essere stigmatizzata come abuso di potere.
Ciò che amareggia non é la perseveranza di tali episodi, ma che la loro abitualità ne possa inflazionare la gravità in termini di rischi cui si espongono le Forze dell’Ordine.
Forze dell’Ordine già costrette, nella quotidianità lavorativa, a subire non solo le criticità ambientali connesse a tali contesti socioculturali, ma anche quelle “interne” afferenti l’organico e la logistica.
Già due anni fa, questa stessa O.S. riferiva di alcuni disagi logistici ed operativi rilevati presso la tenenza Carabinieri di Pagani, che – tra l’altro – viene investita anche del servizio di O.P., sia in termini di gestione che di partecipazione attiva.
Ciò posto, sulla scorta di quanto accaduto a pagani ed in altre situazioni similari, che, purtroppo, evidenziano le debolezze del sistema stato, questa O.S. persevererà la sua azione a tutela degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, non senza ribadire la necessità di una risposta più concreta e decisa da parte delle istituzioni, sia in termini punitivi che preventivi.
La certezza di una pena che non sia solo commisurata alla efferatezza del crimine commesso, ma anche al rischio – affatto marginale – cui si espongono, quotidianamente, le Forze dell’Ordine.
L’imprevedibilità delle condotte criminose deve essere contrastata con una azione sinergica, che coinvolga tutti i vertici delle istituzioni rappresentative dello Stato. L’innovamento normativo non può prescindere dall’efficientamento operativo.
Non c’é prevenzione senza sostentamento economico e culturale, così come non c’é repressione senza certezza della pena e tutela per gli operatori di Polizia!
La segreteria provinciale Nsc Salerno, oggi più che mai, persevera nel suo motto: “Alia tempora currunt!”.