Salerno: USB, Porto “Basta autoproduzione, basta “far west” nell’organizzazione del lavoro”
Come già segnalato più volte in altri scali italiani anche nel porto di Salerno la pratica dell’autoproduzione, specialmente sulle linee della Grimaldi, è diventata ormai pratica sistematica. Un modus operandi intollerabile e fuori legge, che crea numerose criticità sia per il personale marittimo “costretto” a svolgere mansioni aggiuntive ma anche e soprattutto per i lavoratori portuali che dovrebbero occuparsi di tutto il ciclo di lavoro, compreso il rizzaggio e il derizzaggio a bordo così come dice la normativa attuale più volte ribadita anche recentemente. A tutto ciò si somma una situazione generale molto preoccupante circa l’organizzazione del lavoro all’interno della Culp “Flavio Goia” e non solo, che va anche ad incidere anche sull’utilizzo del personale portuale Intempo che da anni vive una situazione di precarietà intollerabile con stipendi e turni di lavoro al limite della povertà. Purtroppo, questa situazione non è affatto una novità nell’ambito portuale e in particolare nelle società e cooperative Art 17 in tutta Italia. Complici le tariffe sempre più basse imposte dai grandi armatori e accettate dalle stesse Autorità Portuali, l’assenza di integrativi adeguati si arriva ad un esubero di turni e carichi di lavoro massacranti per alcuni anche a discapito di chi invece avrebbe assolutamente diritto ad avere un salario dignitoso ed un numero di turni accettabile. L’autoproduzione fa il resto. Come USB Porti, recentemente costituito anche a Salerno, abbiamo deciso di mettere in campo una vertenza su questi temi sia a livello locale ma anche e soprattutto a livello nazionale. Nei prossimi giorni, dopo aver aperto un canale di interlocuzione con tutti i soggetti interessati, decideremo insieme ai lavoratori quali mobilitazioni porre in essere per affrontare questa situazione ed arrivare ad un percorso di stabilizzazione del personale precario nel porto di Salerno.
Usb Coordinamento Nazionale Porti