Personaggi africani: bambino
Padre Oliviero Ferro
Nascere in Africa è tutta un’avventura. Quando la mamma sente che è il momento, va all’ospedale o al dispensario (piccolo ospedaletto), dove rimane per il tempo necessario per il parto. Subito dopo, ritorna a casa e continua i suoi lavori, Lascia il bambino piccolo in custodia alla figlia più grande (che avrà dovuto lasciar la scuola per fare questo) e torna ai suoi lavori. Il padre? Beh. Ha altre cose da fare…Il piccolo cresce giorno dopo giorno con i fratelli e sorelle. La mamma lo allatta fino a quando può. Poi dovrà comperare il latte in polvere (che ha il suo prezzo ed è lei che deve pensarci. Il marito…lasciamo perdere). Poi comincerà a dargli da mangiare il bugali (la manioca; una specie di polentina). E’ poco nutriente, ma è quello che c’è (scordatevi omogeneizzanti e cose varie. Tutto ha un prezzo). E crescendo il bambino, dovrà lottare per sopravvivere. C’è sempre la malaria in agguato e spesso è lei che vince e allora cosa fare? Se si può, si cercano le medicine (spesso le flebo, che danno un buon guadagno al medico!). Altrimenti, ci si mette nelle mani di Dio. Se riesce a superare, la malattia, comincerà ad andare a scuola e la mamma dovrà comprargli il minimo (uniforme, cartella, qualche quaderno, matita…) e qualche soldino per la merenda del mattino. E giorno dopo giorno, crescerà. Naturalmente il pasto principale sarà verso sera, quando lei tornerà dai campi. A casa, poi, ognuno, dovrà fare la sua parte, per tenerla in ordine(pulire il cortile, aiutare le sorelle in tutte le incombenze, andare a cercare la legna per il fuoco..). Ci sarà anche il tempo per fare i compiti e anche giocare con gli amichetti del vicinato. Partecipa anche alla vita della parrocchia nei gruppi di ragazzi (tipo ACR o ACE: azione cattolica dei bambini). E quando sente uno strumento suonare, allora sì che è uno spettacolo, vederli danzare. Dopo aver terminato la scuola primaria (elementare), comincerà le scuole superiori. Il problema è sempre il solito: chi paga le forniture scolastiche? Il padre si disinteressa spesso, tutto ricade sulle spalle della mamma. In più, di solito il mese di agosto, andrà a lavorare e a visitare i parenti, per avere del denaro per contribuire, non solo per i quaderni e altro, ma anche per pagare le tasse scolastiche. Succede anche che i ragazzi più grandi andranno ad abitare da qualche zio lontano che in cambio dell’alloggio, lavoro e cibo, darà una mano per le spese (spesso sono sfruttati e non possono ribellarsi, altrimenti vengono spediti a casa). Crescendo, nelle scuole superiori, ci saranno i problemi che si trovano anche qui da noi (droga, corruzione e difficoltà a integrarsi in un ambiente, soprattutto in città, che non è quello del villaggio o della propria tribù). Non sempre i sogni si realizzano e allora si cerca altrove (vedi molti minori non accompagnati che partono sui barconi e vengono in Europa).