Castel San Giorgio: Sindaco Lanzara “Finalmente con delibera fabbisogno ASL Salerno fine a sperequazioni insostenibili”
“Le sperequazioni attuali sono insostenibili, era ora che si decidesse di superarle”.
Paola Lanzara è sindaco di Castel San Giorgio, comune che fa parte del distretto sanitario n.60, lo stesso di Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Roccapiemonte. È uno dei distretti dove la spesa pro capite per la riabilitazione è tra le più basse: 28 euro. Superiore a quella di Sapri, che è di 11 euro, ma ben inferiore ad esempio a quella di Sarno, che è di 63 euro. “Sono cifre – dice il sindaco – che parlano da sole, mettendo in evidenza uno squilibrio davvero inaccettabile. Per questo ora che il Direttore Generale della ASL ha firmato una delibera che vuol mettere fine a questa situazione dobbiamo dire finalmente, e rendergli merito di aver fatto qualcosa che può restituire equità a un settore tra i più importanti per i cittadini, la salute e in particolare la riabilitazione”. La delibera di cui parla Lanzara è la n. 587 del 18/5/23, ribattezzata “delibera del fabbisogno”. Ha già avuto il plauso del Comitato diritto alla cura, di giuristi, di sindacalisti. Ora arriva, appunto, quello del sindaco di Castel San Giorgio.
“La prima preoccupazione di un sindaco – spiega Lanzara – è quella di tutelare i diritti dei propri cittadini. E fra i diritti più importanti c’è proprio quello alla salute. Un diritto però che la sperequazione di cui parliamo viola in maniera inaccettabile. Se un territorio ha una spesa pro capite che è inferiore fino a sei volte quella di un altro territorio della stessa ASL significa che i suoi cittadini possono accedere alle cure, per esempio alla riabilitazione, in misura sei volte inferiore. Questo investe in maniera drammatica la vita delle persone perché si traduce in liste di attesa lunghissime, interruzione di terapie che hanno bisogno di continuità terapeutica e così via. Tante volte abbiamo dovuto protestare per bambini disabili ai quali sono state assegnate terapie riabilitative urgenti e non possono farle perché vengono rinviate a chissà quando. Una ingiustizia umanamente e socialmente inaccettabile. Ora questa ingiustizia potrà essere superata”. Perché? “Perché – risponde il sindaco – nel ristabilire il limite massimo di prestazioni che possono erogare le strutture accreditate per la prima volta si mette al centro il fabbisogno reale dei territori”. Per il Comune cosa significa? “Significa che anche i nostri cittadini avranno la possibilità di curarsi alla pari degli altri, non mi sembra poco”. Per far questo è stata istituita una commissione. “Esatto. Ma c’è di più- aggiunge Lanzara – la delibera stabilisce che i membri della commissione possano lavorare a questo anche al di fuori dell’orario di lavoro ordinario e ottenendo dei premi di produzione, se così possiamo chiamarli. Ciò vuol dire che c’è la volontà di fare in fretta, anche questo mi pare molto importante”. Un giurista ha parlato di giustizia sanitaria… “Mi sembra un’espressione giusta e corretta, e dà il senso dell’importanza di questa delibera e della sua attuazione”.
Comitato Diritto alla Cura