Salerno: l’inutile Ente Provinciale del Turismo

 Aurelio Di Matteo*

Che gli Enti Provinciali del Turismo dovessero essere soppressi unitamente alle Aziende Autonome non è valutazione scaturita dall’inefficacia dei risultati conseguiti, soprattutto se rapportati all’entità delle somme che annualmente sono da essi impegnate, ma dalla loro inattualità ai fini della promozione dello sviluppo turistico. Sono Enti che si dimostrano sempre più inutili sovrastrutture dei sistemi turistici locali, quando questi esistono, o impedimento alla nascita di Organismi propulsivi per attivare adeguate politiche finalizzate al turismo, quando, come nel caso unico della Campania, dopo dieci anni manca ancora una Legge quadro che sia struttura giuridica di riferimento. Per ultimo, l’intervista rilasciata al quotidiano Cronache dall’amministratore dell’Ente salernitano dott.ssa Prearo, non fa altro che confermare l’urgenza, l’opportunità e la validità della loro soppressione. Ma andiamo con ordine. Quale Ente strumentale sub-regionale dovrebbe “coordinare” le attività delle organizzazione e degli enti che perseguono finalità turistiche e “studiare” i problemi “prospettando” soluzioni che possano favorire lo sviluppo dell’economia turistica provinciale. Tutto ciò di fatto coincide con i compiti propri dell’azione politica dell’Amministrazione Provinciale, che dovrebbe operare in sinergia con la Regione.Se la loro nascita (anni trenta del ventennio fascista) era ampiamente giustificata  dal sorgere del turismo sociale, incoraggiato attraverso forme collettive (treni popolari, gite aziendali, adunanze nazionali promosse dal Partito Nazionale Fascista, campeggi, colonie marine, case della gioventù del Littorio e così via) oggi questi Enti appaiono un’inutile zavorra, uno spazio per piccoli “potentati” politici, uno spreco di risorse economiche e umane, soprattutto quando queste ultime si dimostrano non solo inadeguate alle nuove modalità operative ma espressione di “referenti politici”. Nelle more che si pervenga all’approvazione di una legge organica, sarebbe opportuno nell’immediato razionalizzare le strutture turistiche periferiche, se non altro operando almeno in termini di riorganizzazione amministrativa del complesso sistema delle funzioni e delle competenze. Tale razionalizzazione delle strutture comporterebbe come primo risultato l’ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie a disposizione e, inoltre, assicurerebbe l’applicazione omogenea sui territori provinciali degli indirizzi generali finalizzati alle politiche per il turismo. Quanto al merito dell’intervista, il solito malevolo (absit iniuria verbis!) si è chiesto innanzitutto come mai solo a distanza di un anno dall’incarico e dopo l’elezione a Presidente dell’On. Stefano Caldoro, socialista sì ma da sempre espressione del Popolo della Libertà, l’Amministratore dell’Ente Provinciale del Turismo, emanazione della passata maggioranza di centrosinistra, si è “svegliato” prefigurando interventi “risolutori” della crisi del turismo salernitano e dell’economica provinciale in genere? È un messaggio di captatio benevolentiae? A parte la tempistica dell’intervista e la poco elegante tardiva critica alla precedente gestione, è da osservare che di certo nelle dichiarazioni non mancano buone intenzioni e propositi, declamazioni di impegni e di iniziative, con conseguente impiego di denaro pubblico, ma si è ancora all’interno della vecchia e obsoleta riproposizione di “grandi eventi” quale volano dei flussi turistici. Manca completamento una moderna e attuale visione strategica del “fare turismo” oggi, cosa che ci si aspetterebbe da chi amministra l’organismo provinciale più significativo del settore. E per intanto una prima osservazione, così banale da apparire superflua: nessuno oggi, in un mercato esasperatamente competitivo, può permettersi di aspettare il turista. Per essere competitivi, le politiche per il turismo devono confrontarsi con il nuovo turista, che si fa sempre più sofisticato ed esigente: dall’offerta generica (balneare, paesaggistica o culturale) si va verso prodotti ricchi di proposte specifiche, articolate e integrate. Una destinazione turistica non diventa tale per se stessa e appetibile perché esposta come una “cartolina”, ma perché diventa un “prodotto”. Da alcuni anni la competitività si gioca passando dalla logica territoriale alla logica del prodotto. Il difetto e la criticità più notevoli del turismo in provincia di Salerno (ma potremmo dire in tutta la Campania!) sono da vedere nella mancanza di un’organizzazione valida per orientare al marketing di prodotto. La Francia può in tal senso costituire un esempio. E non è casuale che sia il paese leader delle destinazioni turistiche e che rappresenti il 17% del flusso mondiale. Essa da tempo ha costituito organismi integrati per coordinare ricerca, monitoraggio e proposte, a cominciare dai tre nazionali, Direction du Tourisme, Odit France (agenzia pubblica di osservazione, sviluppo e ingegneria turistica) e Veille Info Tourisme. Ciò che oggi il turismo vende non è più una “cartolina” ma un prodotto (nemmeno unico!), un insieme complesso di attività, di insediamenti e di realizzazioni; non una camera di albergo, un monumento o un paesaggio, ma il complessivo sistema di realtà materiali e immateriali di un intero territorio. Quello che altrove da qualche decennio chiamano Sistema Turistico Locale! Un nuovo progetto di turismo comporta il superamento della logica del marketing territoriale per adottare quella del “prodotto”. Non basta più raccontare quanto siano belle Punta Licosa o Punta Campanella, Ravello o Palinuro, mostrare le splendide cartoline della Divina Costiera o della Costa dei Miti o organizzare costosi e grandi eventi. È urgente strutturare dei pacchetti che siano molto mirati a determinati segmenti, e che valorizzino la dimensione esperienziale del turismo. E per fare ciò gli Enti Provinciali del Turismo sono organismi superati da tempo. Le offerte di prodotti turistici stanno subendo un processo di sostanziale evoluzione, unitamente alla variabilità e varietà dello sviluppo della domanda, che tende sempre più a costituirsi parte attiva del processo di costruzione del prodotto. Il diffondersi del low cost, lo sviluppo della multimedialità, le imprese ricettive che, singolarmente o in associazione, si propongono direttamente sul mercato on line hanno di fatto modificato il “mercato” del turismo. Si tratta non di dare importanza a singoli eventi, ma di attivare una strategia complessiva di valorizzazione, distinguendo le azioni rivolte al miglioramento e alla creazione del prodotto turistico da quelle finalizzate alla sua promozione. È il coinvolgimento di una pluralità di soggetti eterogenei che hanno bisogno di essere coordinati, secondo una nuova e moderna progettualità e la creazione di nuovi organismi di coordinamento a partecipazione privata.Ma questo è discorso da fare in altra occasione.

* Componente del Comitato per la promozione della cultura del Turismo – Ministero del Turismo

 

 

 

 

 

Un pensiero su “Salerno: l’inutile Ente Provinciale del Turismo

  1. Complimenti per la lucida critica e la più che convidisibile valutazione sulla necessità di fare un po’ di pulizia sulla pletora di inutili ed effimeri enti ed organizzazioni.
    Sottoscrivo in pieno tutto ciò che Lei ha argomentato.

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