Salerno: Chiesa de I “Morticelli”    

Salerno: Chiesa de I “Morticelli”    

Maria Amendola

In Largo Plebiscito di Salerno si trova la chiesa di San Sebastiano del Monte dei Morti detta chiesa dei “Morticelli”, dove una volta sorgevano le antiche mura e Porta Rotese  che furono abbattute nell’800. Originalmente la chiesa era dedicata ai Santi Martiri Sebastiano, Cosma e Damiano. Le prime notizie sulla chiesa risalgono al 994, quando la sua presenza venne individuata lungo le sponde del torrente Rafastia (oggi “Cernicchiara”). Secondo Monsignor Arturo Carucci la chiesa avrebbe le sembianza di un Battistero paleocristiano ed evidenzia le sue funzioni di luogo di battezzo dei neofiti e di luogo di sepoltura, infatti un vano profondo 2 metri, sottostante la chiesa, verrà adibito a tale funzione. Dal 1530 d.C. si hanno le prime notizie certe, e riguardano l’anno della sua edificazione o ristrutturazione, seguendo un rinascimentale progetto dell’architetto J. Antonio De Ogliara, eseguito ex-voto da parte della cittadinanza scampata miracolosamente alla peste che negli anni precedenti aveva mietuto tantissime vittime la popolazione salernitana. Infatti secondo una leggenda sotto la Chiesa nel seicento furono seppelliti i salernitani morti di peste, ecco perché il soprannome “Morticelli”. Il Monte dei Morti si insediò  nel 1615, presso la chiesa di S. Sebastiano, quando la Chiesa aveva già preso l’assetto a pianta ottagonale, oltre alla forte presenza caratterizzante degli scheletri con falci all’ingresso principale, che alludevano proprio alla Morte. La Chiesa del Monte dei Morti con i restauri e i rimaneggiamenti tra il ‘600 e il ‘900 ha perduto notevoli elementi originari. La Chiesa fino agli anni ’80 era adibita al culto e concessa alla congrega di San Bernardino. Poi in seguito ha subito il sisma nonostante l’inagibilità e i danni alla sagrestia moltissimi fedeli hanno continuato a frequentarla fino al 1986. A causa del peso dell’edificio (costruito a fine ‘800) sulla sagrestia  essa fu definitivamente abbandonata e lasciata in balìa del degrado. Dopo un restauro durato circa un decennio, all’apertura è stato appurato che tutti gli elementi decorativi pittorici sono scomparsi (quadri del ‘600 e pale d’altare ai preziosi). La chiesa sconsacrata fu richiusa a causa di problemi statici. Dal 2018 è riaperta ed è fulcro di attività.