Ratzinger sulla scia della profezia
Un viaggio intenso, quello a Fatima, che il Papa ha inteso vivere con estrema dinamica spirituale. La quarta e ultima giornata del suo viaggio in Portogallo. Il quindicesimo viaggio all’estero, il secondo di quest’anno. Terzo Pontefice ai piedi della Vergine, dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II. Inevitabili i richiami al terzo segreto di Fatima. Anche nel corso dell’omelia, dinanzi ad una folla in straripante preghiera. Innumerevoli dubbi su un messaggio che Suor Lucia, la prima dei tre veggenti di Fatima, consegnò ai Pontefici e svelato quasi prima del suo decesso. Accenni all’attentato a Wojtyla, ad una Chiesa sempre più annerita dal fumo di satana, con chiare note referenziali agli scandali attuali. Tra guerre e lotte intestine, odi etnici e laicismo dissacrante. Fatima ancora presente: tuttora da attuare nel suo appello, preghiera, penitenza, conversione. Un segreto che evidenzia troppi lati oscuri. Denudante il lato dell’allegoria, che Ratzinger cercò di tradurre per la vulgata. Diverso, dunque, dai precedenti. Ma se la Vergine si rivolse a tre bambini analfabeti, che a stento sapevano legger e scrivere, perchè parlò in modo così criptico? Lucia era sì più grande dei cuginetti di qualche anno, ma pur sempre una fanciulla che masticava appena nozioni catechetiche, in proiezione della Prima Comunione. Il linguaggio della Madonna, troppo difficile da tradurre sulla carta, da chi aveva paura perfino dei tuoni! L’ex cardinale Ratzinger, teologo vaticano, così vicino a Wojtyla, vede ancora in corso di sviluppo la profezia. Che supera gli stessi steccati del comunismo d’un tempo, spauracchio delle conversioni. Oggi, il peggior nemico della Chiesa, all’interno della stessa, da cogliere nella consacrazione degli ecclesiastici, costantemente sabotatori del celibato. Rei d’una pedofilia senza confini.