Cava de’ Tirreni: alla Badia, battesimo millenario!
Altamente suggestiva la celebrazione eucaristica all’Abbazia benedettina cavese, che in concomitanza con la Festività liturgica dell’Ascensione, ha registrato una nuova cristiana nella famiglia dei battezzati. Benedetta Maria Cicala, figlia di Daniele, fiorista e di Maria Rosaria Adinolfi, dottoressa in lettere classiche. La frugola, in veste bianca, direttamente introitata nella Chiesa grazie all’Abate Mons. Benedetto Maria Chianetta. Tra l’entusiasmo dei nonni paterni Antonio Adinolfi, docente di lettere classiche presso il Liceo classico F.De Sanctis di Salerno, nonchè storico ed archeologo, autore di numerose monografie anche a carattere storico-religioso e di Costanza, sua moglie, con Stefano e Carmela Cicala, stretti accanto alla madrina Ester Migliorato. Una litrgia in ossequioso raccoglimento, inizialmente interrotta dagli sbandieratori che hanno recato la restaurata urna con le reliquie del Beato Leone II all’altare maggiore. A distanza di un secolo, dalla fondazione del polmone di spiritalià voluto da Alferio, il Battesimo per la piccola Benedetta Maria, che lo stesso Abate ha suggellato al fonte, col secondo nome, della Vergine, sul suo esempio. “Un’altra creatura a Catania, da me battezzata tempo fa- ha commentato nel corso dell’omelia- Benedetto Maria, con lo stesso nome della Cicala. Sono lieto di poter amministrare tale sacramento in un giorno solenne ed in un periodo che vedrà, intorno all’Abbazia, snodarsi una serie d’eventi per il millennio, già avviati. A fine mese, anche la visita del cardinale Rodè. Ci dedicheremo al restauro di numerose urne dei diversi Santi e Beati presenti nell’Abbazia. Il Beato Alferio, già stimato santo al suo dcesso, a tal punto che fu autorizzata la visita dei fedeli per ben cinque giorni sulle sue spoglie, ci ha tracciato una linea atorevole di spiritualità. Che anche Benedetta Maria dovrà seguire per la santità.” L’intera celebrazione, che ha alternato il canto gregoriano e parti in latino, ha trovato un’assemblea racchiusa in profondo raccoglimento. “Sono grato all’Abate-ha dichiarato Adinolfi- di averci voluto concedere la gioia di vedere la nostra piccola Benedetta, ammessa con la veste bianca nella Chiesa. La madre della piccola, già in gravidanza fu attratta da un particolare interesse verso la figura del Santo da Norcia, al quale ha dedicato un interessante opuscolo, insieme alla figura di Sant’Alferio e dell’arcangelo San Michele, nell’iconografia. Benedetta Maria ha ricevuto il doppio privilegio d’essere innestata nella vita di grazia, a distanza d’un secolo dalla fondazione benedettina e di aver avuto come amministratore il Vescovo, come avveniva solo in età longobarda. A breve un’altra mia fatica letteraria, proprio sul millennio della badia! Sono lusingato dell’affeto anche di una mia alunna, Chiara Della Monica, che ha voluto raffigurare il Santo da Norcia. Uno speciale grazie, inoltre, allo scultore salernitano Giuseppe Marino, che con un bassorilievo in legno di noce, ha omaggiato la neo battezzata. Da parte di Daniele, il giovane papà, alla sua secondogenita, ha fatto dono di una composizione floreale a forma di croce con zappa -Ora et labora- su base di legno, in chiave con l’evento religioso. “