Verbi Swahili: KULALA dormire
Padre Oliviero Ferro
“Ungaliki unalala. Ulifanya nini usiku? (stai ancora dormendo. Cosa hai fatto di notte?)”. avevo appena bussato alla porta della casa del nostro cuoco e lo avevo chiamato. Esce la moglie per dirmi che oggi farà fatica a venire al lavoro, perché, con i soldi dello stipendio è andato a festeggiare con gli amici e hanno “dosè” (si sono ubriacati) e ora proverà a svegliarlo. Gli dico di darsi una bella lavata alla faccia. Ho bisogni di lui, perché oggi verranno degli ospiti e la sua presenza è importante. Si alza a malapena e mi guarda con due occhietti luccicanti. “Nini, padiri, uko bien? (che cosa,padre, stai bene?)”. Mi verrebbe voglia di tirargli le orecchie, ma mi fermo. Lo accompagno a darsi una bella sciacquata. Poi “fanya mbio. Watafika wageni na inafaa kutayarisha chakula cha pekee (fai in fretta. Arriveranno degli ospiti e bisogna preparare del cibo speciale)”. E lui, guardandomi negli occhi, mi dice “Unisamehe, padiri, Sina nguvu ya kufanya kazi. Nitaomba msaada ya bibi yangu (perdonami, padre. Non ho la forza di lavorare. Chiederò l’aiuto di mia moglie)”. E così, con l’aiuto della moglie prepariamo il pranzo. Ma prima di andarmene, gli dico minaccioso (anche se non serve a niente) “Hii ni mara ya mwisho (questa è l’ultima volta)”. “aksanti, padiri, nitajikaza (grazie padre, mi impegnerò)” è la sua risposta. E me ne vado. La prossima volta sarà lo stesso, ma bisogna avere pazienza e poi ancora…