Maiori: D Day della Sanità contro chiusura ospedale di Castiglione

Si svolgerà sabato prossimo, 22 maggio, nella struttura portuale di Maiori, il sit in per dire NO al possibile depotenziamento dell’ospedale “Costa d’Amalfi”. Struttura che, in base al piano di razionalizzazione sanitaria, dovrebbe essere retrocessa a poliambulatorio, facendo tornare la Costiera al medioevo sanitario. La manifestazione, organizzata dal comitato Pro sanità, con la collaborazione di diverse associazioni che operano sul territorio, si sarebbe dovuta svolgere con un corteo con partenza dalla sede del nosocomio per arrivare fino ad Amalfi. Una modalità, quest’ultima, che, tuttavia, non ha ottenuto il placet della Questura. L’alternativa prospettata era una manifestazione di piazza ad Amalfi, ma, a quanto pare, gli organizzatori avrebbero trovato difficoltà a far svolgere la protesta nell’antica Repubblica marinara. Insomma anche per la preparazione della manifestazione, che è espressione delle volontà popolare (il Comitato conta più di 6000 iscritti!!) e, soprattutto, la voce della gente “comune”, che vuole urlare tutta la propria rabbia per il timore di vedersi “scippato” il diritto alla salute, si sono incontrate difficoltà. «Incongruenze che avvengono solo sulla Divina, dove invece di essere compatti, come avviene in altri posti, inspiegabilmente vengono alla luce, anche in occasioni come queste, divisioni e dissapori che apparentemente non avrebbero ragione di esistere» dicono alcuni cittadini. Alla manifestazione sono stati invitati a partecipare tutti i sindaci della Costiera, il presidente della Provincia, Edmondo Cirielli, e il consigliere provinciale Matteo Bottone. L’Ospedale della Costa d’Amalfi, sito in Ravello, località Castiglione, rischia infatti la chiusura perché rientra fra le strutture sotto i 100 posti letto. Anzi, per dirla con le parole del Dott. Franco Lanzieri – medico chirurgo presso questa struttura, e Presidente del Comitato Pro Ospedale – “non ha posti di degenza, si tratta di un ospedale di emergenza, dotato di pronto soccorso medico e chirurgico, sala operatoria, unità di rianimazione, laboratorio d’analisi, radiologia completa di tac. È un ospedale concepito per il primo soccorso, utile a stabilizzare il paziente, com’è avvenuto nel caso della tragedia di Positano di qualche giorno fa. Il bambino scampato all’annegamento aveva un preedema, è stato trattato dal rianimatore e, come sappiamo, ripristinato agevolmente. Questo presidio garantisce gli interventi di emergenza e consente di risolvere i problemi nel 94% dei casi, i pazienti trasferiti sono solo il 6% (il dato di ricovero negli ospedali campani è del 12%). E’ una struttura agile ma molto efficace. Noi abbiamo un turismo di una certa età, molti turisti usufruiscono di questo ospedale, infarti, incidenti stradali, questo ospedale ha risolto già molti problemi, fa fronte ad una popolazione di 30.000 abitanti, più 100.000 turisti fissi al mese. E questo grazie ad uno staff costituito da due medici di pronto soccorso per turno, un medico ed un chiururgo, un cardiologo, un radiologo, un anestesista, quattro infermieri, un tecnico di radiologia ed un tecnico per il laboratorio di analisi. Questo staff consente 24 ore su 24 di poter contare su un primo soccorso d’eccellenza, che sarebbe altrimenti impossibile praticare, data la morfologia particolare e la viabilità della Costa d’Amalfi. A cosa si andrebbe incontro se questo ospedale venisse chiuso? E’ Cava de’ Tirreni l’ospedale più vicino, ma si tratta di fare 30 km di strada tortuosa. La costa d’Amalfi ha un territorio unico al mondo, una unicità che rende però non agevoli i soccorsi, ha una difficile viabilità, strada stretta, estremamente tortuosa e molto trafficata. Il comitato Pro Ospedale è nato quanto si è avuto notizia del rischio di chiusura, cioè a luglio del 2009, ed ha come finalità la salvaguardia di questo ospedale, considerando l’indispensabilità di questa struttura. E se è vero che il Governo ha annunciato alle regioni commissariate per la sanità il taglio dei finanziamenti, è sicuramente da considerare il ruolo che la singola struttura svolge nel territorio in cui è inserita. Anche gli imprenditori del turismo, operanti in Costiera Amalfitana, fanno fronte comune a difesa del piccolo e prezioso ospedale.In una nota, che sarà inviata al Presidente della Regione Campania, a firma congiunta dei presidenti dei Consorzi Ravello Sense Positano Life Style e Amalfi di Qualità, si legge: Il turismo di qualità richiede servizi di qualità, basti pensare che i Tour Operator pretendono precise rassicurazioni all’atto delle prenotazioni, come la distanza dall’ospedale più vicino e il suo standard di efficienza. Quindi una richiesta che nasce da un effettivo bisogno del territorio, che nel suo equilibrio locale, a cui pure questo ospedale contribuisce in maniera fattiva, rappresenta uno standard di qualità rinomato a livello internazionale. Questo ospedale soddisfa, in condizioni ordinarie, le necessità della popolazione residente e degli oltre 1.200.000 turisti che ogni anno vengono ospitati in strutture alberghiere ed extra alberghiere, la metà dei quali stranieri. E laddove lo stesso Ministro al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha dichiarato che l’Italia è una destinazione di eccellenza e i nostri servizi sono in costante miglioramento. Noi puntiamo sulla qualità ed esclusività della nostra offerta (Fonte Asca)’, ci si domanda se sia opportuno, a livello locale, applicare una politica di tagli orizzontali, che non consideri la specificità e la qualità delle infrastrutture che agiscono sul territorio. E l’ospedale della Costa d’Amalfi, pur essendo tra i più piccoli della Regione, è stato dotato sin dall’inizio di una eccellente organizzazione, con una struttura agile che permette di fare rapidamente diagnosi e curare in sede il 94% dei pazienti, con un buon 6% in più della media regionale.