Salerno: città “europea?”

Salerno: città “europea?”

Ammiraglio Gaetano Perillo

“In giro per Salerno, a passeggio per le zone centrali oppure attraversando strade e rioni periferici, non sfuggono certe situazioni poco in linea con le aspirazioni di chi tende a farla diventare una vera “Città europea”. Al riguardo si nutrono tuttavia seri dubbi: ⁃ non è europea una città che da anni non risolve il critico sistema della viabilità, Irrazionale e poco funzionale, esistente a servizio del porto commerciale, i cui effetti ricadono pesantemente sul traffico veicolare cittadino, costretto a condividere assi stradali in promiscuità con i grossi automezzi diretti o provenienti dal porto. Nè affronta in maniera oggettiva e scevra da particolarismi il problema di come consentire ad autovetture e motocicli il doppio senso di marcia su via Benedetto Croce, le cui caratteristiche non sono poi tanto difformi da altre strade cittadine, da sempre percorse a doppio senso anche da mezzi di più grossa taglia; ⁃ non è europea una città che non riesce a dare un assetto decente o una idonea destinazione d’uso ad alcuni edifici di rilevante valore storico o artistico. Si pensi alla ex Casa del Combattente dalle facciate sempre da rifare, ora … pudicamente ricoperte in parte da un telone dipinto, e affiancata da una piazzetta con piano di calpestio stranamente sottoposto al piano stradale; oppure l’edificio sul lungomare che ospita la Camera di Commercio, che presenta un aspetto esterno poco confacente con la sua funzione di guida e di rappresentanza; oppure l’ex Tribunale oggetto di tante contrastanti proposte per nuove tipologie di utilizzazione, ma da tempo in una paralizzante fase di stallo; oppure l’ex Caserma Carraro, un tempo adibita a Foresteria Ufficiali ed ora tenuta inutilizzata in un’area del Centro Storico, adiacente alla Chiesa di San Benedetto e di fronte al Museo Provinciale; oppure la storica Palazzina ex MCM a Fratte, di cui si sente dire addirittura che viene abusivamente occupata da sbandati o senzatetto; oppure l’edificio sul lungomare a Torrione ex Ostello della Gioventù, su cui va steso un velo di silenzio; oppure la Villa Carrara a cui non si riesce ad evitare un continuo stato di degrado e di abbandono; e ancora la Carnale o la Torre Angellara, o varie facciate di antiche Chiese del Centro Storico, ecc.; ⁃ non è europea una città che di fronte a Sedi istituzionali quali la Provincia o la Prefettura mantiene rispettivamente un esteso cantiere ancora non rimosso dopo la mancata realizzazione di un parcheggio interrato, oppure il quotidiano accumulo di sacchi di immondizia deposti attorno a contenitori posizionati proprio in prossimità di un ingresso, sia pure posteriore, della Prefettura; ⁃ non è europea una città che non riesce a rimuovere dal lungomare cittadino il binario da decenni inutilizzato, oppure in Piazza Luciani, all’inizio di Via Indipendenza, una vecchia stazione di rifornimento benzina, inutilmente ingombrante; ⁃ non è europea una città che sembra poco attenta alla salute dei cittadini se consente l’uso della spiaggia di S.Teresa per fare il bagno anche nel tratto antistante la foce del Rio Fusandola dove confluisce pure uno scarico fognario sicuramente inquinante e insalubre; peraltro in ore serali si avvertono odori nauseabondi proprio in prossimità della passeggiata iniziale del sottopiazza della Libertà; ⁃ non è europea una città che non trova di meglio, per la raccolta di carta e cartoni, che consentirne l’accumulo diffuso davanti a negozi, su aiuole, lungo le strade e nei punti più disparati. Con una periodicità e orari di raccolta molto diradati, non si dà un’immagine qualificante a chi si imbatte in un simile … spettacolo; ⁃ non è europea una città che, ad oltre dieci anni dall’inizio dei lavori per realizzare una ipotizzata valida alternativa per il traffico da e per il porto (almeno quello dei veicoli su gomma data la cronica mancanza di una variante anche su ferro), ad oggi non riesce a sciogliere l’importante nodo di come strutturare i raccordi alle estremità della galleria scavata sotto la collina per consentire un più agevole accesso agli svincoli autostradali (problema ormai annoso di come completare la Porta Ovest!!); ⁃ non è europea una città che sembra indifferente al destino di un grosso intervento urbanistico avviato e realizzato per il risanamento di un’area degradata e in abbandono da decenni nella sua area occidentale.

Qui, in tempi successivi è sorta una Nuova Stazione Marittima (progetto Zaha Hadid), è stato costruito il Crescent (progetto Ricardo Bofill), è stata ultimata la grande Piazza della Libertà prospiciente il mare. Di tutto questo, già oggetto di persistenti critiche e di contenziosi sfociati anche nelle aule giudiziarie, ancora non è chiaro quale sia il grado di accettazione della cittadinanza. È innegabile che dal momento di apertura al pubblica della piazza, vuoi per comportamenti incivili o vandalici, vuoi per carenza di adeguati controlli o di videosorveglianza, sono già comparsi vistosi e diffusi danni, mai tempestivamente riparati.

Esiste poi l’altra grande anomalia rappresentata dalla presenza nel sottoportico del Crescent di una lunga teoria di locali tuttora inutilizzati o adibiti a deposito di materiali o attrezzi per l’edilizia. Una volta allestiti, presumibilmente con esercizi commerciali di alto livello, avrebbero dovuto rappresentare un invitante richiamo per la cittadinanza e per i turisti che, sbarcati sul vicino Molo Manfredi, sarebbero transitati numerosi per la piazza. Finora sono accolti solo da un … vuoto desolante!!; ⁃ non é europea una città che, all’atto della sua forte espansione urbanistica nell’area orientale, ha continuato a perpetuare gli errori edificatori e le irrazionali pianificazioni dell’assetto territoriale, commessi negli anni del dopoguerra e a seguire. Se proprio l’area industriale/commerciale doveva sorgere nell’attuale ubicazione, occorreva darle una sistemazione più idonea, con una maggiore razionalità nelle vie di accesso e di percorrenza interna, e senza compromettere perfino l’esistenza di una lunga distesa di spiagge sul litorale.

Quanto all’adiacente tessuto urbanistico e abitativo, che si estende dal mare e verso i territori collinari a cavallo del tratto urbano della SS18 Tirrenica, sono evidenti i danni arrecati da imprevidenza, improvvisazione, assoluta mancanza di pianificazione del territorio, noncuranza della tipologia degli edifici preesistenti, insensibilità nel creare assi viari razionali, aggiuntivi alla vecchia strada e tali da delineare una funzionale rete di interconnessione fra i diversi quartieri di volta in volta aggregati. A tutto ciò si aggiunge anche la mancanza quasi totale della segnaletica. Giorni fa, in occasione della Notte Bianca, tanti automobilisti sono stati bloccati a Mercatello e per raggiungere il Centro sono stati dirottati verso l’area collinare. Le sommarie indicazioni fornite dalle pattuglie di vigili incontrati e soprattutto l’assenza di idonee indicazioni per imboccare la Tangenziale hanno reso alquanto difficile il rientro in città. E sempre in tema di nuovi insediamenti abitativi, desta qualche perplessità la visione di numerosi edifici multipiani che sono sorti o stanno sorgendo ancora nella zona orientale.

Con la loro mole “fuori norma” appaiono isolati rispetto al contesto e quasi avulsi dalla realtà circostante; ⁃ non è europea una città dove, tranne rare eccezioni, i numeri civici delle abitazioni o dei negozi sono inesistenti o scarsamente identificabili, oppure molte targhe marmoree commemorative, situate su statue o monumenti, sono incomprensibili a causa di scritte sbiadite e illeggibili; ⁃ non è europea un città dove è stato consentito l’apertura di una miriade di locali e localini addetti alla ristorazione, spesso con caratteristiche difficilmente identificabili come tipiche della tradizione locale; ⁃ non è europea una città che sul lungomare cittadino, indubbiamente di pregevole configurazione, continua però a far mantenere in piedi parecchi esemplari di palme ormai a fine vita, alcune rinsecchite, ridotte senza fogliame sulle loro sommità e sostenute da antiestetici tutori a forma piramidale; ⁃ non è europea una città che convive con un ingorgo permanente intorno alla rotatoria di Piazza Michele Scozia, dove convergono quattro strade (Via Eugenio Caterina, Via Nizza, Via Francesco Farao e Via Irno). In passato è stato realizzato un lodevole intervento con una parziale copertura del fiume Irno e la creazione di una larga arteria cittadina, il Viale Unità d’Italia detto anche il Lungoirno. Nessun beneficio però si è avuto per evitare gli ingorghi nell’imbuto iniziale di via Irno in direzione Brignano.

Eppure, con un parziale allargamento di Via Eugenio Caterina, il traffico potrebbe essere incanalato direttamente verso Piazza Montpellier e a seguire Via Antonio Gramsci. Con un simile nuovo assetto si creerebbe un unico asse stradale dal mare fino alla zona collinare, con dimensioni compatibili per instaurare sullo stesso anche un doppio senso di marcia, e con ricadute benefiche sui flussi veicolari attualmente instradati sulle Vie Settimio Mobilio e Silvio Baratta. Per concludere, si tratta di una serie di appunti e considerazioni, condivisibili o meno, che confermano una realtà fatta di luci e di molte ombre, a fronte delle quali occorrono stimoli e forti volontà a tutti i livelli decisionali per attuare tempestivi ed efficaci interventi correttivi”.