Cava de’ Tirreni: Diritto alla Cura, Lettera Aperta, blackout, solidarietà amicale

Cava de’ Tirreni: Diritto alla Cura, Lettera Aperta, blackout, solidarietà amicale

Il Blackout ha spento la città e ha spento la gioia di cinque giovanissimi amici.

E’ notte, lunedì 29 luglio, il blackout ha lasciato persone nel panico chiuse in ascensore, ha lasciato anziani e bambini senza fonti di refrigerio in un’estate rovente ma soprattutto ha spento la gioia di cinque giovanissimi amici.

I ragazzi felici e gioiosi di una serata trascorsa tra amici arrivati dai vari comuni limitrofi, per un ritrovo a Cava de’ Tirreni, sono in stazione per fare i biglietti e tornare a casa a Salerno, ma era buio pesto, era tutto spento, anche le macchinette per fare i biglietti erano spente, i ragazzi, vivono attimi di panico.

La circolazione dei treni tra Salerno e Nocera, dallo scorso 20 gennaio, è ancora sospesa per la messa in sicurezza di un edificio sul costone roccioso adiacente alla linea ferroviaria, pertanto alcuni treni sono deviati altri sostituiti con Bus, ma con il blackout, senza elettricità non funzionavano le macchinette per erogare il biglietto. Il Bus del servizio sostitutivo era fuori dalla stazione, i ragazzi preoccupati, sapevano di non poter salire sul Bus senza biglietto e hanno chiesto aiuto all’Autista una soluzione, quel Bus lo avevano preso altre volte, facendo regolare biglietto alle macchinette, ma quella notte non potevano, si trattava di un evento eccezionale, imprevedibile, si stava facendo tardi e c’èra un problema serio, l’Autista imperterrito, fiscale, poteva controllare i biglietti, decide di non farli salire essendone sprovvisti, ma non poteva fare i biglietti a bordo e pure erano solo due le fermate da fare, per arrivare a casa in sicurezza. I minuti volavano il Bus doveva partire i ragazzi rovistano negli zainetti e trovano dei biglietti di corsa unica da obliterare all’occorrenza, il Bus è sprovvisto di obliteratrice, l’Autista annulla i biglietti strappandoli su un lato, ma i ragazzi erano cinque i biglietti tre, quindi due amici non potevano usufruire del servizio, l’Autista era pronto a partire, Mattia, mio figlio, molto dispiaciuto, non vuole lasciare i suoi amici da soli, sacrifica il suo biglietto e non sale sul Bus, così solo due amici su cinque prendono il Bus. I malcapitati realizzano che aspettare il ritorno dell’elettricità in quel buio pesto e silenzio assordante era inquietante, si fanno forza e si incamminano per oltre 20 km di notte al buio, aiutandosi con le torce dei telefoni facendo a turno per non scaricare subito le batterie, rassicurando il più piccolo del gruppo.

I ragazzi, tutti minorenni, sono confusi ma soprattutto sono soli, non chiamano a casa per non far preoccupare, durante il percorso, sicuramente non indicato per dei pedoni, le macchine in corsa sfrecciavano, suonavano, lampeggiavano i camion sembravano mostri luminosi, e i tre amici spenta la gioia accendono il coraggio di proseguire.

Il Blackout è un fatto eccezionale, imprevedibile, da gestire come un’emergenza da chi i ragazzi avevano chiesto aiuto, una soluzione, soprattutto trattandosi di minorenni, al loro posto si potevano trovare giovani ragazze, persone anziane, disabili, stranieri, turisti con bagagli e bimbi nei passeggini, comunque persone da aiutare, quindi segnaliamo e riportiamo a gran voce l’accaduto, per una presa d’atto di chi ha competenza e magari prevedere una soluzione funzionale per evitare disservizi di forza maggiore alla collettività in caso di emergenza.

È stata fatta regolare segnalazione/reclamo, abbiamo avuto massima solidarietà dagli operatori che ringraziamo per la sensibilità e i complimenti a Mattia per il suo gesto verso gli amici, è chiaro non servono scuse o rimborsi, ma un impegno per una soluzione funzionale per la gestione di eventuali emergenze soprattutto nelle ultime corse, affinchè altre Persone non si trovino nella stessa situazione di mio figlio e dei suoi amici, abbiamo suggerito che per  le corse notturne l’Autista potrebbe avere titoli di viaggio numerati e da usare solo in caso di emergenza, per i casi eccezionali, non prevedibili e soprattutto non imputabili all’utente, avere la possibilità di fare i biglietti a bordo avrebbe garantito ai nostri ragazzi di usufruire di un servizio pubblico e tornare in sicurezza e sereni a casa.

La mamma di Mattia, Annarita Ruggiero