VERBI SWAHILI: KUREHEMU avere pietà, compatire

VERBI SWAHILI: KUREHEMU avere pietà, compatire

Padre Oliviero Ferro

Ogni volta che il cuoco doveva tornare al lavoro il lunedì mattina, c’erano sempre dei problemi. La domenica festeggiava in qualche bar lo stipendio (senza lasciare nulla alla moglie per i problemi di casa). Il giorno dopo si presentava con gli occhi lucidi. Si capiva subito che faceva fatica a stare in piedi, però era stato ingaggiato per fare il suo lavoro. Allora cominciava il solito discorso. “perché sei così, cosa hai fatto ieri sera?”. Al che lui rispondeva “padiri, unirehemu, unipardonner. Nilisikia kiu na wandugu walinialika kunywa pombe. Sikuweza kukatala (padre, abbi misericordia, perdonami. Avevo sete e gli amici mi hanno invitato a bere la birra)”. Non sapevo se tirargli le orecchie, dargli una punizione o avere pazienza. Quando era sobrio, faceva da mangiare bene (ormai aveva imparato e anche le suore gli avevano insegnato qualcosa). Ma non si poteva continuare in questo modo, sia perché rovinava la sua salute e metteva in grossa difficoltà la sua famiglia. Allora ho deciso di non dargli tutti i soldi della settimana, ma solo qualcosa, il resto lo avrei dato alla moglie per le spese di casa. Glielo dissi. Lui non voleva accettare, ma ,alla fine, ha dovuto, altrimenti avrebbe perso il lavoro e sarebbe stato cacciato via dalla sua famiglia che ormai aveva vergogna di lui. Io cercavo di avere compassione, ma, a volte, bisogna anche alzare la voce per rispetto per lui e per la moglie e i figli. Quanta pazienza, ma questo vale per tutti, anche per me.