Coldiretti Salerno: pessima politica ambientale
Il fiume Sele lungo solo 64 km in provincia di Salerno rappresenta l’ennesimo esempio di come la cattiva gestione della politica contribuisca in maniera determinante a creare danni economici e emergenze ambientali. E’ Pietro Caggiano- Presidente della Coldiretti di Salerno- a denunciare con fermezza che il mondo agricolo non ci vuole più stare a pagare per tutti, i danni subiti alle strutture ed i mancati raccolti delle preziose colture sotto serra testimoniano l’inefficienza del sistema. La denuncia ha preso forma nel corso del vertice tenutosi ieri sera, convocato dal Prefetto di Salerno S.E. dr. Claudio Meoli. In tale incontro richiesto dal Consorzio di bonifica in Destra Sele alla presenza degli organi competenti per la gestione del territorio (Regione Campania, Provincia, Protezione Civile, Sindaci dei comuni, Consorzi di bonifica, Autorità di bacino) è apparso subito chiaro che per un colpevole conflitto di competenze il bacino idrografico del fiume Sele sottostà a ben due consorzi di bonifica (in destra Sele e sinistra Sele), due Autorità di bacino regionale ed una Autorità di bacino interregionale, di fronte a tale paradosso il commento di Caggiano è “ci appare miracoloso che il fiume Po lungo 10 volte il Sele abbia una sola Autorità di Bacino”.I danni arrecati ogni inverno dalle piogge e dagli straripamenti degli affluenti dei fiumi Sele e Tusciano sono un appuntamento al quale volentieri vorremmo mancare- continua Caggiano- tuttavia siamo nella totale incapacità di gestire tali prevedibili eventi ciclici. E non è un problema di risorse economiche che pure ci sono, la questione è meramente burocratica ovvero i fondi non si riescono a sbloccare in quanto le in…competenze dei troppi enti competenti sono un ostacolo insormontabile. Non si comprende come una nazione come i Paesi Bassi riescano a non allagarsi mai, pur essendo al di sotto del livello del mare, e i cinquemila ettari della Piana del Sele, che come l’Olanda sono quasi tutti al di sotto del livello del mare, sono sempre allagati. E a pagare sono le imprese agricole che solo nell’ultimo anno si sono viste aumentare di 120 Euro ad ettaro gli oneri dovuti al Consorzio di Bonifica che è costretto, con impianti datati di oltre 35 anni, a sopperire alle colpevole assenza di programmazione. Ed oltre al danno la beffa, infatti è paradossale che la bonifica venga pagata solo dalle imprese agricole quando le acque che vengono regimate provengono anche da insediamenti artigianali ed industriali. La richiesta di Coldiretti – conclude Caggiano- è l’immediato di sblocco delle risorse destinate ai progetti cantierabili giacenti nel parco progetti della Regione Campania e di una profonda rivisitazione delle competenze degli enti preposti alla gestione idrogeologica e della bonifica al fine di assicurarne una migliore efficienza a servizio del territorio.