Vita di Missione: considerarsi come un bambino, fa marcire i denti
Lo sappiamo. Ci sono delle persone che non vogliono mai crescere. Persone che non vogliono prendersi le proprie responsabilità,dicendo che sono ancora piccoli. L’altro giorno mi ha fatto impressione vedere in una scuola elementare i genitori che accompagnavano i figli fin dentro l’aula scolastica. Tutto questo in Africa non succede. I bambini piccoli, quelli della scuola dell’infanzia, vanno insieme, a piedi, non accompagnati, a scuola. Si mettono in gruppo e si fanno compagnia. Anche se sono piccoli, hanno capito che bisogna cominciare a vivere,prendersi le proprie responsabilità. Sia che piova o che ci sia il sole,vanno a scuola. Mi facevano tanta tenerezza, vedendoli passare davanti la porta della Casa parrocchiale. Li salutavo con simpatia e loro mi rispondevano gioiosamente. Alla mia domanda su dove andavano,la risposta era che andavano a scuola. Erano e sono furbi. Ti guardano come per dirti.”E tu che fai là a guardarci? Non hai niente da fare?”. Non lo dicevano, ma lo si capiva dai loro occhi. Allora,a metà mattinata, salivo alla scuola per salutarli e per vedere come nella ricreazione giocavano insieme e mangiavano qualche cosa. Al pomeriggio, verso le tre, riprendevano la strada di casa. Ripassavano davanti a me. Li vedevo che erano stanchi(e anche affamati). Si stringevano contro la spalla la loro borsetta, dove c’erano i quaderni in cui avevano scritto le lezioni. Passavano davanti a me. I saluti continuavano fino in fondo alla discesa. Qualcuno correva più degli altri. La fame si faceva sentire sicuramente. E il giorno dopo, sarebbero venuti di nuovo. Nuovi saluti. La vita continua. Non hanno tempo di lamentarsi. E poi con chi potrebbero farlo? I genitori devono pensare a lavorare e a procurare da mangiare. Magari quando passeranno ancora davanti alla nostra casa, proverò chiedere loro come stanno. Ma già conosco la risposta:”Bene” e allora io dirò loro:”Du courage,coraggio”.