VERBI SWAHILI: KUSHINDA vincere

VERBI SWAHILI: KUSHINDA vincere

Padre Oliviero Ferro

Quando c’è una partita di calcio, ci sono sempre un sacco di spettatori. Alcuni poi si fanno notare con i loro vestiti…strani, con gli occhiali neri e con un atteggiamento che costringe tutti ad accorgersi di loro…per qualche minuto. Intanto i giocatori sono entrati in campo, agli ordini dell’arbitro. Si comincia a fare tifo. Io non ero presente all’inizio, perché stavo ascoltando qualcuno nell’ufficio della parrocchia di Luvungi in Congo. Avevo designato il migliore degli arbitri per la finale del torneo parrocchiale. Finalmente riesco a liberarmi e mi avvicino al campo. Chiedo a qualcuno chi sta vincendo “nani anashinda?”. Mi guardano meravigliati e mi dicono che naturalmente è la loro squadra. “Equipe gani?(quale?). ( Ni vijana wa Lubarika (sono i giovani di Lubarika). Wanashinda 3-0 mbele ya wale wa Luberizi (vincono 3 a 0 contro quelli di Luberizi): E continuo: “na arbitre anapiga filimbi bien? (l’arbitro fischia bene?). Mi guardano e mi dicono “nusu nusu (un po’ sì e un po’ no, metà metà)”. La partita continua. Finalmente si sentono i tre fischi e il risultato rimane sul 3 a 0. Tutti si precipitano nel terreno di gioco e issano sulle spalle i giocatori. Poi, li lasciano perché devono andare a prendersi la coppa dei vincitori. Questa volta tocca a me e la do al capitano.  La squadra si mette in posa per le foto. Anche a chi aveva perso diamo una coppa più piccola in modo che anche loro siano contenti. All’arbitro e ai suoi collaboratori una medaglia. Insomma “wote wanashinda” (tutti hanno vinto). Anche attraverso lo sport, si può fare amicizia e superare le divisioni tra tribù.