VERBI SWAHILI: KUSIMAMIA amministrare, presiedere
Padre Oliviero Ferro
“Ni nani msimamizi ya shirika ya….(chi è il msimamizi,il responsabile della shirika-comunità di base di…)”. Il nome non mi veniva, ma chi mi accompagnava nel viaggio nella diakonia(settore) di Katanga, mi disse che forse parlavo di quella che si trovava sopra le colline. In effetti aveva ragione. Mi avevano chiesto di andare a trovarli perché c’erano dei problemi da risolvere e io avevo promesso di andarci la prossima settimana. Dopo aver chiesto al mwongozi (responsabile del settore) di Katanga se conosceva il motivo della richiesta, preparo una lettera per avvisare il msimamizi, dicendogli che sarei venuto la prossima settimana. La zona sulla terraferma della parrocchia di Baraka era composta da cinque diakonie con diverse shirike, ma non tutte erano vicino al lago. Bisognava salire sulla collina. E così, la settimana dopo, con un gruppetto di giovani, dopo aver lasciato la landrover dal mwongozi, cominciamo a salire, in mezzo alle grandi erbe e alle piante. Ogni tanto incontravamo qualcuno che, a passi veloci, e con qualche manjanja leggera(le lamiere per coprire il tetto), ci precedeva e ci salutava, augurandoci il buon viaggio. Finalmente arriviamo al villaggio,dove abitava il msimamizi Sebastien. Tutti vengono a incontrarci. Qualcuno aveva già suonato il cerchione di ferro, attaccato a un albero. Ci si saluta. Ci fanno accomodare nella chiesetta, luogo di incontro della comunità, i bambini sono i primi ad arrivare. Forse si aspettano qualcosa. Allora prendo delle caramelle che gustano, facendo schioccare la lingua. Ci portano dell’acqua e del latte e qualcosa da mangiare. Poi cominciamo a chiacchierare col msimamizi per conoscere il motivo della sua richiesta, come in tutti i paesi, ci sono sempre dei conflitti da risolvere a causa di qualche furtarello nei campi o di qualche parola detta a sproposito. Anche lì poi arrivano i soldati che non si fanno scrupolo di pretendere una parte del raccolto, di essere rifocillati. E così le ingiustizie crescono, invece di diminuire. Prometto loro, appena sarò tornato alla missione, di andare a parlare con il capitano, in modo che tenga a bada i suoi soldati (certo, se non vengono pagati, sono costretti ad arrangiarsi). Poi convoco i capifamiglia per esortarli a vivere in pace, solo in questo modo i loro figli potranno credere in un mondo migliore. Terminiamo, invitando tutti alla preghiera e alla riconciliazione. Prima di ripartire, condividiamo il cibo che le mamme avevano preparato. Tutto questo porta un po’ di serenità alla piccola comunità che non si sente sola e abbandonata, ma parte della grande comunità parrocchiale. Qualche minuto di riposo. E poi via, passando ancora in mezzo alle piante, con più calma, guardando verso il lago e il sole che piano piano sta calando all’orizzonte. Dobbiamo affrettarci, altrimenti il buio ci sorprenderà per strada. Questa volta però saremo fortunati perché la luna ci farà luce e così potremo arrivare in tempo e riposarci per un’altra avventura.