Separare o unire particelle per ottenere energia per il futuro
Giulio Caso
Lo stato degli studi e delle ricerche per ottenere fonti di energia nel futuro è arrivato ad un equilibrio, ad un ripensamento decisionale.
Nei prossimi anni si dovrà prendere una decisione che condizionerà tutti quanti.
Tornare alle passate centrali nucleari o puntare ancora sull’intelligenza umana per ottenere esiti positivi per la realizzazione di centrali a fusione.
Vediamo la principale differenza fra le centrali nucleari attuali e quelle a fusione (si spera) del futuro.
In quelle attuali: separando materiali ad alto numero atomico, si formano particelle più piccole (veloci e abbastanza pericolose, da controllare).
Unendo o fondendo particelle, a piccolo numero atomico, nelle centrali a fusione ancora da realizzare, si formano meno particelle e poco letali, però è la massa iniziale (plasma) che è impossibile mantenere con sostegni materiali.
Pur con i tanti progressi ottenuti, le difficoltà incontrate nei laboratori campione per la fusione (non sono ancora definibili centrali) fanno propendere, di nuovo, i “commercianti a tutti i costi” per un ritorno al nucleare.
Siamo ad un bivio, ad una scelta che condizionerà il futuro della Terra.
– Scommettere su soluzioni nuove che ci portini alle “solari” centrali a fusione con energie quasi illimitate e pochi rischi.
– Ritornare alle vecchie centrali nucleari con utilizzo di materiali radioattivi, contando, però, su nuove tecnologie per aumentare il controllo sul funzionamento e diminuire notevolmente la pericolosità (centrali di quarta generazione).
Non è una scelta da poco, non demordiamo. La saggezza consiglia ancora di puntare sull’intelligenza umana per nuove soluzioni nella realizzazione di, più sicure, centrali a fusione.