Salerno: premiati da clima, soffocati da cemento, città baciata dal sole, tradita da chi comanda

Salerno: premiati da clima, soffocati da cemento, città baciata dal sole, tradita da chi comanda

Andrea De Simone

Salerno è una città fortunata. Lo dice il clima, lo dice la natura, lo conferma il Corriere della Sera: siamo terzi in Italia per qualità climatica. Il sole, il mare, la brezza: il Mediterraneo ci abbraccia e ci protegge. Nessun sindaco ha firmato questo miracolo, nessun assessore può intestarselo. È un dono, non una conquista politica.
Eppure, a guardare i numeri che davvero contano per chi ci vive, viene da chiedersi: quanto può bastare il sole per coprire le ombre?
Perché mentre il clima ci premia, la qualità della vita ci punisce: 92° posto su 107 città italiane, secondo il Sole 24 Ore. Sprofondiamo anche sulle performance ambientali: 88° posto per ecosistema urbano di Legambiente: dispersione idrica del 61%; appena 0,22 metri di piste ciclabili per ogni 100 abitanti; 19,4 mq di verde urbano per abitante;1,44 Kw di fotovoltaico ogni 1000 abitanti. Già è proprio questo il dato nella città del sole.

E chi amministra continua a raccontarci la favola dei primati europei.
La verità è un’altra Salerno soffoca. Soffoca sotto il peso di una classe dirigente che ha fatto del cemento la sua unica idea di sviluppo. Lo dice l’Ispra nel suo rapporto 2021 sul consumo di suolo: oltre un terzo del territorio comunale è stato coperto dal cemento, quasi cinque volte in più rispetto alla media provinciale. Anche nell’anno del Covid, quando tutto sembrava essersi fermato, le betoniere non hanno smesso di girare. In Campania sono stati “mangiati” 211 ettari di campagna, e la provincia di Salerno – con i suoi grandi centri – ha dato il suo contributo all’ennesima colata. A Salerno città si continua a costruire ma i residenti sono di meno ogni anno.
Questa non è crescita. Questa è una colonizzazione del territorio, dove pochi – sempre gli stessi – si arricchiscono e in troppi pagano. A vincere sono le “grandi famiglie”, imprenditoriali e politiche, alleate in un patto di potere. A perdere, ogni giorno, sono i salernitani, i quartieri, la vivibilità.
Chi amministra ha trasformato la città in un cantiere permanente, come se la felicità passasse solo dal mattone. E oggi, mentre rivendicano successi mai esistiti, ci lasciano in eredità un territorio sfigurato e una qualità della vita da fondo classifica.
Grazie sole. Perché se c’è ancora qualcosa che splende su questa città, non è certo merito di chi ha pensato che costruire fosse sinonimo di futuro.