Vallo di Diano: musiche dagli archivi storici
Lo studio delle tradizioni musicali del Vallo di Diano ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo notevole grazie al rinvenimento di importanti fondi musicali. Questi veri e propri tesori sono stati conservati in archivi di importanti famiglie gentilizie a partire dalla seconda metà del settecento. La prima scoperta fu fatta dal maestro Antonio Cimino e dal prof. Arturo Didier che riportarono alla luce un manoscritto custodito nel trecentesco palazzo della famiglia Carrano a Teggiano (SA). Si tratta di un quadernetto di autore anonimo, datato alla fine del settecento, contenente una sessantina di danze per strumento solista. Opera probabilmente di un precettore a servizio della nobile famiglia o a un componente della stessa, dilettante in musica. E’ presente nello stesso archivio un altro manoscritto con sei tempi di sonata nello stile barocco, per strumento solista e basso cifrato, nonché vari altri brani, anche di musica sacra, e un preziosissimo antifonario finemente miniato. Alla fine dell’ottocento, invece, risale un altro importante fondo presso l’archivio della famiglia De Vita in San Rufo. Il fondo consta di due volumi di danze un libro di accompagnamenti per il pianoforte e/o chitarra, un metodo per violino e altri quadernetti contenenti varie trascrizioni e alcune pagine di musica sacra. L’autore è Enrico Sebastiani, musicista napoletano al servizio presso la famiglia De Vita probabilmente come insegnante dei rampolli del casato e di qualche altra famiglia di S. Rufo. Di notevole importanza inoltre l’archivio sonoro che il prof. Peppino Colitti ha raccolto con un instancabile lavoro negli ultimi anni. Sono presenti tracce di numerosi canti eseguiti dagli ultimi depositari della tradizione orale. Il Centro Studi Musicali del Vallo di Diano, associazione culturale fondata nel 2004 da Antonio Cimino e Francesco Langone, porta avanti un intenso studio su questo materiale ed ha prodotto già diverse pubblicazioni e registrazioni di CD. Il concerto in programma nella Certosa di San Lorenzo a Padula, nell’ambito della manifestazione “I Fasti del Barocco”, comprende il programma del nuovo CD, dal titolo Musiche e canti da una terra antica. Oltre a richiamare alcune delle preziose sonate dei secoli XVIII e XI inserite nelle tre precedenti raccolte, l’opera presenta un nuovo filone di indagine, quello basato sul canto, che però va suddiviso in due settori: quello del canto popolare tradizionale, e quello della canzone colta. Il primo è una rielaborazione dei notissimi canti popolari tramandati dalla tradizione orale e scritta. Il secondo settore comprende brani vocali e strumentali di assoluta originalità, composti da Antonio Cimino su versi dialettali di Arturo Didier. Sono brani che costituiscono un tentativo di aggancio alla musica colta delle canzoni e delle romanze di un’epoca lontana, e rappresentano, tutto sommato, un caloroso omaggio a quel repertorio musicale in voga nei salotti della borghesia locale alla fine dell’Ottocento. La bontà delle esecuzioni, in questo ultimo CD, si deve, oltre che ai maestri Cimino e Langone, al soprano Valentina Mastrangelo e al maestro Cosimo Lingardo.
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