Milano: Chiesa Madonna Della Guardia in località Guardia di sotto

 

 

  Quante cascine sfilano ancor oggi , se pur per la maggior parte in disuso, lungo il Naviglio Grande! Partendo da Via Ludovico il Moro e proseguendo lungo la vecchia vigevanese appena dopo il comune di Corsico e prima dello svincolo della tangenziale ovest appare sulla riva sinistra il complesso della Cascina Guardia di Sopra, azienda agricola appartenuta ai Visconti, ed ora quasi in completo abbandono. Sulla riva destra dello stesso Naviglio sorge il complesso della Cascina Guardia di Sotto. Il corpo principale costituito da un lungo porticato ad archi a sesto acuto ( architetture che denunciano l’età ragguardevolmente antica del fabbricato) ingloba poco discosto una piccola chiesa o Oratorio dedicato alla natività della Beata Vergine Maria. La costruzione, in perfetto stile cinquecentesco, che versa in uno stato di pietoso abbandono da un paio di decenni ed ora quasi praticamente diroccata, apparteneva sin dal sec. XVII alla famiglia dei marchesi Pozzi. Era originariamente suddivisa in due unità: la parte orientale dotata di un vasto giardino all’italiana, denominata Guardia e la parte occidentale, comprendente i fabbricati rurali e le abitazioni dei contadini detta Guardina. La Chiesa facente parte del complesso fu riedificata o restaurata dal marchese Giovan Battista Pozzi nel 1622 sulla preesistente chiesa di Santa Croce allora parrocchia. Antistante alla chiesa esiste tuttora un’edicola a quattro colonne cinquecentesche che incorniciano i miseri resti di un affresco completamente illeggibile. Detta edicola fu eretta a ricordo del passaggio di San Carlo Borromeo che, ormai moribondo, proprio in quel luogo, il 2 novembre del 1584, trasbordò da una barca su cui viaggiava sul Naviglio verso Milano su una carrozza con cui proseguì per la città dove morì appena due giorni dopo. Secondo la mappa della Pieve di Cesano che raffigura dettagliatamente tutte le chiese e gli Oratori esistenti, mappa redatta nel 1566, nel sito della Guardia di Corsico (in altre mappe e documenti denominata Guarda) appare chiaramente segnata come parrocchia la Chiesa di Santa Croce alla Guardia. oltre alle parrocchie di San Pietro e Paolo, San Biagio a Grancino e San Rocco a Corsico. Graficamente la rilevanza di questa mappa sta nella descrittivita’ dei luoghi e della natura, oltre che dai Corpi Santi, nella rappresentazione della realtà come appariva allora soprattutto nella raffigurazione dei vari centri abitati, località e cascine, e delle chiese e oratori della pieve. Il Cardinale San Carlo, sempre molto attento alla cura delle visite pastorali, visita le parrocchie della pieve di Cesano e probabilmente anche quella della Guardia , nel 1572. Secondo le ricerche effettuate all’Archivio Storico Diocesano di Milano si segnalano le visite pastorali dell’Arcivescovo Federico Visconti all’Oratorio della Beata Vergine Maria in località la Guarda nel 1685 e successivamente il 12 marzo 1747 all’Oratorio dedicato alla Natività della Vergine Maria (dicto la Guarda) a quel tempo appartenente alla nobile famiglia Dal Pozzo. La Chiesa di cui all’oggetto in località la Guardia (comune di Corsico) dedicata alla Natività di Maria Vergine è stata sicuramente eretta antecedentemente al Sec. XV. La costruzione ha per il un aspetto stilisticamente rinascimentale con decorazioni pienamente barocche dovute alla ricostruzione o restauro avvenuta nel 1622 ad opera del marchese Giovan Battista Pozzi appartenente alla famiglia proprietaria a quel tempo del complesso Guardia di Sotto. Le finte colonne scanalate che sorreggono mezzi capitelli, le cornici a dentelli, la decorazione che si svolge a meta della facciata a serti ricorrenti di fiori e frutta arricchiti da nastri e da teste di putti alati sono indubbiamente di gusto cinquecentesco. Il timpano a decorato da un cartiglio che potrebbe rappresentare (difficile da decifrare dalla vecchia fotografia) lo stemma nobiliare della famiglia o la dedica alla Vergine Maria. In alto due nicchie a cappello arrotondato avranno senz’altro contenuto due sculture o due busti. Ai lati del portale sovrastato da un timpano con stemma nobiliare si evidenziano due finestre murate senza dubbio in epoca successiva .Durante gli ultimi vent’anni ho avuto più volte la possibilità di entrare nella costruzione e constatare l’incuria che ha favorito gli atti vandalici che hanno trasformato quello che era un luogo di culto con tanta storia alle spalle, in un ricovero di fortuna per sbandati e mendicanti, in una discarica, un gabinetto pubblico e quindi in una piccionaia. Ho avuto, nel tempo l’opportunità’ di vedere, prima che fosse sfasciato e bruciato, i resti dell’altare dorato sicuramente del sec. XIX e la balaustra a colonnine in marmo (rosso d’Arzo), i pochi arredi della minuscola sagrestia e il portale di quercia a formelle barocche. Nelle citazioni e nelle mappe più antiche la località è detta “la Guarda” trasformata poi in “la Guardia”.

Giovanna Pesapane