La diffusione del fenomeno “magia” in Italia
In una inchiesta fatta nel lontano 1993 risultò che un italiano su cinque andava dal mago almeno una volta all’anno. Le domande che venivano poste riguardavano per il 65% che cosa riservata il futuro, mentre il 35% dei clienti chiedeva prestazioni più complesse che andavano dall’eliminazione del malocchio, al filtro d’amore, dalle pozioni contro le malattie, ai talismani per trovare lavoro, fino alle fatture a morte. La magia muove, quindi, un impensabile giro di milioni di euro; il prof. Armando Pavese ritiene che siano più di 800 milioni di euro l’anno. Si aggiunga, poi, il fenomeno delle “scuole di magia” che sarebbero più di 150. Il fenomeno è diffuso in tutto il mondo occidentale, qui la magia è altrettanto viva che presso i cosiddetti popoli primitivi: nelle metropoli trionfano la cartomanzia, l’occultismo, la medicina alternativa a sfondo magico, lo spiritismo, la mania degli oroscopi, il culto degli Ufo e quel nuovo movimento esoterico che va sotto il nome di New Age. Settantamila (da una ricerca ISPES) operatori italiani iscritti a sindacati, gruppi, associazioni, propagandano sui giornali e sulle televisioni private le loro prestazioni. Fioriscono case editrici, riviste e negozi specializzati, e persino l’azienda nazionale telefonica fornisce agli abbonati oroscopi e lettura dei tarocchi. In tutto l’Occidente si diffondono gruppi esoterici segreti che insegnano a potenziare le capacità magiche e paranormali degli adepti con rituali appropriati, con vere e proprie iniziazioni misteriche. Chiunque oggi in Italia può trovare il suo operatore magico: “docenti” in scienze occulte, “principi delle tenebre” laureati in pseudouniversità americane, oppure streghe e veggenti che praticano i rituali di Re Salomone e dichiarano di raggiungere i loro scopi con la magia nera, con l’esoterismo cosmico e col neopaganesimo. Sempre col dovuto e lauto compenso si garantisce di tutto: amore, benessere, studio, lavoro, successo, salute e soprattutto fortuna o difesa dalla mala sorte. «La magia si configura ancora una volta come l’arte del concreto, come aveva suggerito Marcel Mauss nel lontano 1940: la gente va dal mago per risolvere problemi quotidiani che afferiscono alla dura realtà».Una delle migliori analisi, per spiegare una tale crescita del fenomeno, è quella dei vescovi toscani che riconducono tale diffusione ad «istanze esistenziali come il bisogno di concezioni totalizzanti della vita, in grado di rendere ragione del mistero che l’avvolge, la richiesta di liberazione dal dolore, dal male e dalla paura della morte, la ricerca di rassicurazioni che consentano di superare situazioni di ansia e di paura, le incertezze del domani e il bisogno di punti di riferimento. Istanze reali e drammatiche che conducono alcuni a scegliere la scorciatoia di rivolgersi a forme o persone che si presentano sotto l’apparenza del “soprannaturale”, attendendo da esse la soluzione agli interrogativi e alle difficoltà del presente». In altre parole, maghi e occultisti offrono un “servizio sociale” sui generis che copre quella parte di esperienza a rischio che le assicurazioni hanno lasciato libera. Quale “servizio sociale” offrano questi operatori magici lo si può ricavare da affermazioni degli stessi occultisti contenute in un articolo del prof. Armando Pavese: «Lo stesso mago Otelma ha detto che il 92% dei maghi sono impostori. Un suo collega, Gennaro Brianti, ha elevato il numero al 98%. Ne prendiamo atto». Comunque a livello di fede cattolica, anche se chi frequenta i maghi spesso non ravvisa in tale comportamento sbagliato un depotenziamento della propria fede cristiana è ovvio che il fatto è estremamente preoccupante. Già l’Antico Testamento riguardo a chi era dedito a pratiche magiche e divinatorie denunciava un’offesa grave a Dio che è l’unico Signore del tempo e della storia e da ciò si spiega la durezza normativa che affermava perentoriamente che non bisognava lasciar vivere colei che pratica la magia (Es 22,17) oppure che non bisognava rivolgersi ai negromanti e agli indovini per non contaminarsi per mezzo loro (Lv 19,26). Del pari tutto l’arco del paranormale (divinazione, sortilegio, augurio, magia, consultazione degli spiriti o degli indovini) è dichiarato abominio che Dio condanna (Dt 18,9-12) Questo atteggiamento di continua riprovazione nei riguardi della magia viene accentuato nel Nuovo testamento, nella dottrina dei Padri e dei grandi dottori medievali fino al Catechismo della Chiesa cattolica che ai numeri 2115-2117 ha ribadito l’inconciliabilità tra credenze magiche e fede cristiana.