Ravello: intesa strategica tra Lilt e Goim
Si consolidano e rafforzano i rapporti tra la sezione salernitana della LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e il GOIM, Gruppo Oncologico Italia Meridionale, a margine di un convegno di tre giorni chiusosi questa mattina all’Hotel Bonadies di Ravello ed a cui hanno partecipato studiosi e ricercatori, provenienti da tutta Italia e impegnati nei vari rami della medicina e della prevenzione oncologica.«L’importante intesa strategica che abbiamo raggiunto a Ravello in questi tre giorni di intenso lavoro – commenta Salvatore Prete, responsabile del Goim e Capo Dipartimento di Oncologia all’Asl Napoli 2 Nord – consolida i programmi degli anni scorsi, ma mira in maniera molto più incisiva alla prevenzione in tutte le sue forme. Vogliamo spostare con forza le nostre energie nelle fasce che, nei tre giorni di lavoro, abbiamo individuato come quelle decisamente più a rischio, ossia tra i 15 e i 25 anni: dal mondo del liceo a quello dell’università, dove avviene l’incontro con molti dei fattori di rischio oncologico. Il Goim raggruppa 80 centri oncologici dell’intera penisola e con la LILT vogliamo avviare anche attività e studi osservazionali per capire cosa avviene nel post marketing del farmaco, al fine cioè di valutare non solo l’efficacia della terapia, ma anche la sua aderenza ai costi e quindi avere un quadro più dettagliato dei rapporti costi/benefici».«Con questo convegno – è il commento di Clementina Savastano, membro del Consiglio Direttivo della LILT e responsabile dell’Unità Operativa Oncologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR. S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona – la LILT di Salerno vuole mettere in linea e raccordare una serie di organizzazioni che si occupano di oncologia. In tre giorni di intenso dibattito abbiamo cercato di ribaltare uno degli aforismi della Scuola Medica Salernitana: Invidia medicorum maxima per sottolineare che se c’è compartecipazione, unione e sintonia tra i medici, sicuramente si lavora meglio. Parlo degli oncologi, ma anche di tutte le altre figure che concorrono sia alla prevenzione che alla diagnosi e al trattamento. Vogliamo così creare un vero e proprio movimento di opinioni che possa portare le nostre istanze nelle sedi istituzionali, anche regionali, deputate spesso a legiferare senza una adeguata preparazione medico-scientifica: è quindi indispensabile l’apporto e il coinvolgimento degli oncologi».