Salerno: Cisl contro Cirielli per taglio fondi al Teatro ‘Verdi’
Il segretario della Slc Cgil di Salerno, Mario Ronca, e il numero uno provinciale della Fistel Cisl, Nunzio Cavaliere, denunciano la pesante situazione determinatasi in conseguenza i provvedimenti della Regione Campania e della Provincia di Salerno che, secondo gli esponenti sindacali, “penalizzano oltre la cultura e lo spettacolo nella città di Salerno anche e, fortemente, i lavoratori della produzione culturale”. Una vicenda insostenibile che ha indotto le due sigle sindacali di categoria a denunciare il caso, “affinché”, si legge nel comunicato unitario diramato da Ronca e Cavaliere, “siano ripristinati i finanziamenti indirizzati allo spettacolo e alla cultura e salvaguardati i livelli occupazionali della produzione culturale salernitana, messi in discussione da provvedimenti irresponsabili e finalizzati unicamente alla penalizzazione di un territorio per mero accanimento politico”. Una situazione a dir poco allarmante e per Ronca e Cavaliere, che puntano il dito contro l’amministrazione provinciale Cirielli, rea di aver tagliato i fondi al teatro ‘Verdi’ di Salerno come ha fatto anche la giunta Caldoro, nonostante quest’ultima abbia elargito un contributo annuale di 4 milioni di euro per il ‘San Carlo’ di Napoli: “Come temuto e per altro esposto in precedenti occasioni la falcidia dei finanziamenti al comparto della cultura e dell’arte avanza al ritmo delle “mazurche”, che invece dovrebbero essere da sfondo e colonna sonora ad una stagione di spettacoli di prestigio a Salerno, che, pure, avevano trovato punto di riferimento nella programmazione già definita nel cartellone elaborato con nomi prestigiosi e di risonanza internazionale”, affermano indignati e a gran voce i sindacalisti di Cgil e Cisl. “La Regione Campania guidata dal presidente Stefano Caldoro, ispirata dal provvedimento del presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, ha deciso di tagliare il contributo di 500mila euro, emulando così la giunta di Palazzo Sant’Agostino. Tutto questo pone a rischio la stagione teatrale del più importante teatro della provincia di Salerno, che da diversi anni si è caratterizzato per iniziative e produzioni di grande spessore culturale e artistico”. Secondo Ronca e Cavaliere “i tagli non sono ammissibili e pongono in pregiudizio, oltre alle prestigiose produzioni culturali del Massimo cittadino, anche il mantenimento delle posizioni di lavoro, già fortemente caratterizzate dal precariato. Senza spettacolo non c’è cultura, senza cultura non c’è progresso”.
Al fort apache, non interessa la cultura e il progresso, le due cose messe assieme potrebbero creare problemi e sviare per i futuri clienti-a loro va bene il regresso.