Eolico: da Carboni a Sica?

La notizia è di quella che fanno davvero tremare le vene e i polsi. La perquisizione effettuata due notti fa nell’abitazione del sindaco di Pontecagnano Ernesto Sica dai Carabinieri del ROS su ordine dei pm della Procura capitolina sarebbe collegata ai clamorosi arresti di tre notissimi personaggi effettuati nella giornata di ieri ed ai suoi rapporti con Denis Verdini, coordinatore nazionale del PdL. Il più noto di tutti è Flavio Carboni, 78 anni, già implicato in numerose inchieste giudiziarie e noto esponente della massoneria di Licio Gelli. Gli altri due sono Pasquale Lombardi (geometra ed ex esponente DC avellinese) e Arcangelo Martino (ex assessore comunale a Napoli). ““Tentarono tra l’altro di avvicinare i giudici della Corte Costituzionale allo scopo di influire sull’esito del giudizio sul cosiddetto <Lodo Alfano>, la legge che prevedeva la sospensione del processo penale per le alte cariche dello stato””, ad affermarlo il gip Giovanni Di Donato nell’ordinanza con cui ha disposto l’arresto per i tre nell’ambito dell’inchiesta sull’eolico in Sardegna, con l’accusa di associazione per delinquere e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete (fonte TG/Com.it). I tre arrestati hanno sviluppato una fitta rete di conoscenze nei settori della magistratura e della politica da sfruttare per i fini segreti del sodalizio e ciò grazie alle attività di promozione di convegni e incontri di studio. “”Una struttura –dice il gip- di fatto finanziata e gestita in modo occulto da Carboni””. SWecondo9 quanto emerge dal provvedimento del gip del tribunale di Roma, il 23 settembre dello scorso anno, a pochi giorni dal giudizio della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, avvenne una riunione nell’abitazione romana del coordinatore del PdL, Denis Verdini, per stabilire un tentativo di avvicinamento ai giudici della consulta. All’incontro era invitato anche l’imprenditore Flavio Carboni, il senatore del PdL Marcello Dell’Utri e il sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi. Una serie di intercettazioni telefoniche delle conversazioni tra Lombardi – Caliendo – Martone e Carboni hanno fatto il resto. La troppa loquacità del geometra e l’incontro del 23 settembre sono oggetto di una successiva conversazione tra Martino e Carboni. Tra le personalità avvicinate da Lombardi per fare da tramite con i giudici della consulta anche il parlamentare Renzo Lusetti che tuttavia reagisce con imbarazzo alle telefonate. Analogo imbarazzo mostra, in una telefonata intercettata il 30 settembre, il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli che tenta in ogni modo di sottrarsi alle richieste pressanti su come avvicinare uno dei giudici chiamati a pronunciarsi sul Lodo Alfano. La contropartita chiesta per tale attività di lobby è la candidatura di Nicola Cosentino a governatore della regione Campania, come esplicitato in una telefonata di Lombardi allo stesso sottosegretario. Il tentativo di influire sul giudizio di costituzionalità del lodo non andò però a buon fine. Il 7 ottobre 2009 la Corte boccia il provvedimento, suscitando le ire di Carboni e Martino, che accusano Lombardi del fallimento e della figuraccia con i propri referenti politici, a partire da Verdini. Sempre secondo il gip i tre provarono anche a condizionare il voto in Campania adoperandosi attivamente per la candidatura di Nicola Cosentino anche dopo l’arrivo del provvedimento di custodia cautelare nei confronti del sottosegretario cercando di favorire l’accoglimento del ricorso proposto, contro detta misura cautelare, facendo pressioni sul presidente della Corte di Cassazione. Addirittura il gip sostiene che anche dopo la scelta del candidato nella persona di Stefano Caldoro i tre si sono attivati per screditare l’immagine del candidato in modo da escluderlo dalla competizione elettorale tentando di diffondere nel partito e tramite internet notizie diffamatorie sul conto di Caldoro. Al centro di tutte le operazioni l’associazione denominata “Diritti e libertà” un centro di studi giuridici per l’integrazione europea, associazione che pilotava non soltanto i convegni e i seminari utili alla ramificazione ed all’interconnessione di amicizia tra i vari personaggi da contattare e sottoporre a pressioni più o meno lecite, ma anche l’aggiudicazione e la distribuzione degli appalti addirittura del mega-affare dell’eolico in Sardegna. Inchiesta per la quale il coordinatore Verdini è già inquisito dalla procura di Firenze. Ed è specificamente a quest’ultima inchiesta che sarebbe da collegare il nome del neo assessore regionale Ernesto Sica, imposto (sembra!!) dallo stesso Verdini nel novero delle nomine effettuate dal governatore della Campania Stefano Caldoro. Contestualmente alla perquisizione sarebbe stato notificato all’assessore Sica un dettagliato avviso di garanzia sottoscritto da due pm e dal gip di Roma.

Aldo Bianchini

4 pensieri su “Eolico: da Carboni a Sica?

  1. Ritengo che la politica non abbia mai raggiunto un livello cosi basso. E la cosa più strana è lo strano silenzio del Presidente Cirielli. Forse ha già dimenticato che Sica è ed è stato fra i fondatori del Principe Arechi ? Forse ha già dimenticato che è stato il suo assessore ? Forse ha dimenticato che l’ha indicato quale presidente dell’aereoporto ? Ed allora Cirielli dovrebbe ricordare che è un uomo di legge e come tale dovrebbe fare finalmente chiarezza sulla politica salerniotana. Certo Gambino candidato nonostante la condanna, Zara arrestato e con processi in corso Presidente del Consiglio Provinciale, Santocchio indagato per le pensioni sottratte a poveri vecchietti ed ora presidente CSTP, ora Sica ebbè qualche chiarimento ce lo aspettiamo. Nessuno dubita sull’onestà del colonnello persona integerrima e perbene ma da lui ci aspettiamo una politica diversa fatta di persone oneste e corrette altrimenti cambia molto poco con la politica della sinistra !

  2. Ma come fa un “colonnello” dei carabinieri a prendere tutti sti voti a Nocera, nell’agro paganese e a Sarno?
    Una volta si diceva che il malaffare(mafia, camorra, ndrangheta) si saldava con il potere politico, oggi non è così?
    Ne dubito. Il mondo non cambia, si trasforma solamente.
    Non mi firmo perchè ho “paura” delle ritorsioni ……la verità potrebbe essere scomoda.

  3. Esprimere opinioni personali significa anche prendersi le proprie responsabilità..facile giudicare nascondendosi dietro un pc utilizzando nick fasulli..

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