Eboli: Aracne – Pip- Non si può far finta di niente

Stiamo attenti. Lo dico ai consiglieri comunali; in modo particolare a quelli di maggioranza. Ignorare quanto avviene in materia di debiti per l’ente non scagiona certo dalle responsabilità. Chiudere gli occhi di fronte a debitorie conclamate da provvedimenti della magistratura non significa evitare, in futuro, non auspicabili deferimenti alla Corte dei Conti, con conseguente aggravio sui beni dei singoli rappresentanti in assise. Non è mia intenzione creare allarmismo, ma allo stesso tempo non posso non ricordare che quanto accade a livello giuridico avrà comunque conseguenze sulla città e su chi la amministra. Mi riferisco a due momenti particolari che vedranno Eboli, probabilmente, costretta a tirar la cinghia di qui a breve ancora più del previsto. O meglio. Proprio di previsioni, in questo caso, si parla. In particolar modo del Bilancio 2010 che l’amministrazione Melchionda si accinge a portare in consiglio comunale per la discussione e l’approvazione. Noi del Nuovo Psi riteniamo impossibile ed inammissibile l’azione di un governo che non voglia tener conto di circa 5,4 milioni di euro di debito derivanti da due contenziosi aperti con altrettanti privati. Nel  caso della vertenza Aracne – caso imputabile sia all’amministrazione Melchionda che Rosania – si ricorderà come il Comune di Eboli abbia proposto 1,8 milioni di euro quale risarcimento ultimo (non stiamo qui a ricordare la prima stima fatta dai tecnici comunali pari a circa 10milioni) per la società che vide negata l’attuazione della formula del “contratto di quartiere” in località Sant’Andrea. Il Consiglio di Stato ha ritenuto congrua l’offerta del Comune  chiamato, quindi, a pagare entro il 2010 una prima rata della somma. A ciò si aggiunge la vicenda degli espropri in area Pip. Qui sono 3,6 i milioni di euro che l’ente dovrebbe pagare secondo la Corte d’Appello che, con sentenza 625/10, ha emesso l’ordine di versamento della somma da parte del Comune di Eboli. Al di là dei ricorsi pur formulabili (si badi che la Corte d’Appello ha sancito il pagamento da parte dell’ente) non possiamo, i consiglieri – soprattutto di maggioranza – non possono far finta di non sapere come stanno i fatti e, magari, votare un Bilancio che non rispecchierebbe, quindi, la reale condizione debitoria del Comune, appellandosi alle semplici parole di un Sindaco che, riguardo al caso Pip, non ha mai mostrato alcun documento che testimoniasse l’obbligo di pagamento delle indennità di esproprio per il Consorzio Pip e non per Palazzo di Città. Le responsabilità inerenti alla cattiva amministrazione e che si configurerebbero nel caso si votasse la finanziaria a “naso turato” sarebbero pesanti: sia per la città che, nell’eventualità di una denuncia alla Corte dei Conti, per i singoli consiglieri. Certo, risulta difficile credere che consiglieri impegnati in beghe interne di partito e che non si occupano neanche dei ritardi nei pagamenti degli stipendi di chi mantiene pulita l’aula consiliare possano interessarsi di cose cos’ importanti e che minano le risorse per lo sviluppo futuro della città.

 

 

Cosimo Pio Di Benedetto

Commissario Nuovo Psi Eboli