Harry Potter e la magia dell’educazione di Carriero

Il Cerchio 2010, Collana Fantàsia, pp. 74, € 10.00, con prefazione di Paolo Gulisano. Elementi di psicopedagogia nell’antica scuola di Hogwarts. Harry Potter e la magia dell’educazione (Il Cerchio 2010, pp. 74, € 10.00, con prefazione di Paolo Gulisano) è un libro fresco e scorrevole che permette di comprendere interamente la saggezza delle fiabe che, da Chesterton a George MacDonald, da Lewis a Tolkien, è stata trasmessa anche alla Rowling. L’autore è un giovane studente di teologia, Antonio Carriero, al suo fortunato esordio.Negli ultimi anni – scrive il dott. Paolo Gulisano – il genere fantasy si è imposto in maniera notevole all’attenzione del pubblico degli adolescenti, Tolkien e Lewis in testa e ovviamente il “fenomeno Harry Potter”. È quindi utile ora interrogarsi sul ruolo pedagogico che le opere di fantasy rivestono nella crescita dei ragazzi.Questo saggio mette perciò in evidenza tutta la valenza educativa e perfino formativa presente nelle storie della Rowling. “Di particolare interesse – sottolinea Avvenire, il quotidiano dei Vescovi – l’analisi dei diversi stili educativi messi in atto dagli insegnanti stregoni, con un’illuminante serie di analogie fra il metodo dell’educatore principe, il preside Albus Silente, e la pedagogia di don Bosco. Anche in questo caso, infatti, più del mago importa la persona, in una prospettiva che, da ultimo, non è priva di implicazioni teologiche”.Alla luce di tutto questo, secondo l’opinione di Antonio Carriero, si rivela tutto il valore dell’opera della Rowling, che è fiaba, che è divertimento, ma è anche letteratura di valore. La grandezza del mondo di Harry Potter sta nel rappresentare non solo un’evasione letteraria per lettori stanchi delle brutture quotidiane, ma anche un modello di vita, la rappresentazione di un mondo a cui aspirare, dove c’è il Male ma questo non è certo presentato come un’ideale da perseguire, e dove si cerca di diventare grandi, maghi e streghe esemplari, capaci di usare la magia ma anche a saperla controllare, per il bene di sé e degli altri