Aser: sequestro preventivo per traffico di rifiuti pericolosi
In ordine ai provvedimenti di sequestro preventivo dell’impianto industriale della società Aser SpA ed all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di quattro persone per presunto “traffico di rifiuti speciali pericolosi”, il CdA dell’Aser Spa sottolinea quanto segue:
1) le notizie riportate da alcuni organi di stampa non sono corrispondenti alla reale natura dell’indagine in corso, e rischiano di ingenerare confusione sui fatti oggetti di indagine e sulla reale portata delle contestazioni effettuate dagli organi inquirenti. In primo luogo, la tipologia dei “rifiuti speciali pericolosi” a cui si riferisce l’indagine consiste prevalentemente in “frigoriferi e monitor tv e di personal computer”, raccolti e trattati dalla società su regolare autorizzazione del Commissariato Rifiuti n° 63 dell’11/07/2003, sull’autorizzazione regionale n° 92 del 20/06/2007 nonché sul decreto dirigenziale di G.R. n°09 del 13/01/2009 con il quale, contrariamente a quanto affermato negli atti di indagine, si specifica che l’ASER SPA non è soggetta a V.I.A. (valutazione di impatto ambientale). Parte importante dell’indagine ruota pertanto su una interpretazione sulla sufficienza delle autorizzazioni rilasciate all’Aser SpA per l’esercizio di parte delle attività esercitate, di cui allo stato si prende atto, che si rispetta ma non si condivide. Invero, il Commissario di Governo con la ordinanza n°63 dell’11/07/2003 ha testualmente disposto “di autorizzare la società Aser SpA… allo stoccaggio dei beni durevoli, ed il trattamento dei rifiuti di apparecchi domestici, apparecchiature e macchinari, post consumo contenenti sostanze lesive dell’ozono stratosferico o HFC (lavatrici, frigoriferi, cucine, sia contenenti CFC sia privi). L’efficacia della presente autorizzazione ha validità sino al conseguimento della definitiva autorizzazione regionale”.
Inoltre, il presunto illecito provento realizzato con le condotte di truffa e falso ipotizzate e contestate, è pari, così come si legge negli atti giudiziari, ad € 15.000,00 relativo all’arco di due mesi –febbraio, aprile 2008- e non certo ad € 2.500.000,00, come riportato da taluni organi si stampa.È bene che tali circostanze –relative alle effettive contestazioni di cui agli all’indagine- siano messe in rilievo onde evitare che fatti- sia pur gravi e comunque da accertare, siano riportati alla loro reale entità e proporzione.
2) in virtù della piena fiducia nell’operato delle autorità inquirenti, fermo restando che laddove vengano ravvisate e provate responsabilità personali individuali esse debbano essere perseguite, si invita ad una sollecita e spedita conclusione degli accertamenti relativi all’indagine, che consentano l’immediato dissequestro dell’impianto Aser SpA sia in relazione alla tutela dei posti di lavoro di ben 34 famiglie che al regolare svolgimento delle attività inerenti il ciclo dei rifiuti, che rischiano un notevole rallentamento e la paralisi in relazione alla tipologia dei servizi effettuati –gran parte dei quali non sono relativi ai servizi oggetto di indagine-, e nonostante non vi sia alcuna ragionevole esigenza cautelare di blocco degli impianti stessi. In tal senso, l’Aser SpA ha già dato mandato al proprio legale di fiducia Avv. Silverio Sica di proporre immediata istanza di dissequestro dello stesso, onde consentire la regolare ripresa delle attività aziendali.