Caserta: problemi per la raccolta differenziata
Le Associazioni: Cittadinanzattiva Onlus di Caserta, Legambiente, Lipu e Gli Amici di Eleonora di Caserta, sono fortemente preoccupate per la situazione venutasi a creare in Città a seguito della revoca dell’appalto del servizio di raccolta differenziata porta a porta. Il provvedimento di interdittiva antimafia dell’impresa appaltatrice ha bloccato il processo virtuoso avviato due mesi fa con l’avvio della raccolta differenziata domiciliare.La scelta coraggiosa dell’Amministrazione Comunale, rischia di essere vanificata per i tempi burocratici che occorrono per addivenire all’individuazione di un nuovo soggetto gestore. Per superare questa ennesima crisi occorre adottare una serie di provvedimenti forti sia dal punto di vista amministrativo, che dal punto di vista gestionale, come la sostanziale modifica dell’ordinanza n. 40 che aveva avviato il nuovo servizio. Da alcuni anni i cittadini di Caserta hanno il non invidiabile record di pagare la TARSU più alta d’Italia. In compenso fino ad oggi erano gli stessi cittadini che avevano il servizio peggiore delle cinque città capoluogo della Regione Campania, e l’indice di raccolta differenziata più basso. L’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Petteruti ha fatto una scelta positiva e vincente, eliminando la raccolta dei rifiuti col sistema dei cassonetti stradali, attuando la raccolta porta a porta con la differenziazione delle varie frazioni a domicilio.Questo sistema permetterà alla città di vincere la sfida di rispettare i livelli di raccolta differenziata previsti dalle leggi nazionali in materia, e dalle ordinanze commissariali per la Regione Campania, ma soprattutto, impegnerà i cittadini in uno sforzo di civiltà indispensabile per migliorare la qualità della vita e il livello dei servizi comunali. Non entriamo nel merito delle scelte dell’Amministrazione, che ha deciso di mettere in appalto il servizio nonostante l’esito molto negativo della vecchia gestione sempre in appalto della SACE. Sicuramente suscita forti dubbi che alla gara indetta abbiano partecipato solo 2 aziende. È indicativo, che per un contratto al quanto remunerativo, della durata di cinque anni, l’unico partecipante fosse un’azienda che non aveva i requisiti richiesti dal bando, e che per partecipare, ha utilizzato i requisiti di una azienda nazionale, anch’essa assai chiacchierata. Dalle fasi iniziali di attuazione del nuovo sistema attivato con l’ordinanza sindacale n. 40 del 18/12/08 si è potuto subito verificare l’assoluta impreparazione dell’azienda a gestire un servizio tanto delicato, quanto indispensabile. Tra i principali disservizi occorre segnalare:
§ la grande confusione creatasi al momento della consegna dei Kit del materiale, nonchè delle attrezzature per la raccolta porta a porta. Tali disservizi proseguono ancora oggi, infatti in molti casi si è provveduto alla consegna dei materiali alle famiglie ma non vi è stata l’installazione dei contenitori domiciliari, o viceversa;
§ nel 50% dei casi il materiale consegnato non è dimensionato sulle reali esigenze delle famiglie per cui, quasi sempre i rifiuti debordano dai vari cassonetti rendendo vano lo sforzo delle famiglie, e facendo percepire che esiste ancora l’emergenza rifiuti, con lunghe file di sacchetti depositati lungo le strade;
§ nell’ordinanza n. 40 i contenitori sono consegnati in comodato ai cittadini. I contenitori non sono numerati ne marchiati con il simbolo della città di Caserta, per cui nella notte risulta molto facile rubali o vandalizzarli. Non è dato sapere chi risponderà di questi danni. Certamente i costi non possono essere addebitati ai cittadini;
§ occorre pertanto acquistare un numero maggiore di contenitori, provvedere alla marchiatura e alla numerazione applicando targhette non vandalizzabili;
§ il materiale deve essere di qualità diversa e più qualificato (ad esempio il sacco bianco per la raccolta della frazione organica non è in mater-by).
§ Il servizio di numero verde istituito è inefficace per colpa dell’azienda che non lo ha attivato in modo continuativo. Moltissime sono le chiamate inevase a cui non viene risposto.
§ Viene confuso l’ufficio della saba con l’ufficio ecologia comunale che lo ospita .
§ Non si è proceduto ad una campagna di sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini ma ad una semplice campagna informativa. (infatti dal semplice conferimento dei rifiuti si è passati improvvisamente alla raccolta porta a porta che costituisce un vero e proprio cambio di stile di vita ). Per questi motivi, al di la della situazione venutasi a creare con la interdittiva antimafia, è indispensabile intervenire sull’azienda fino a quando gestirà il servizio, anche attraverso le sanzioni pecuniarie che ufficialmente si possono e si devono comminare, per le gravi carenze attualmente in essere. Infatti l’azienda gestisce il servizio da nove mesi e aveva tutto il tempo per organizzarsi ma si è fatta cogliere completamente impreparata all’appuntamento. È necessario, quindi, rivedere alcune parti dell’ordinanza n. 40 perché palesemente illegittime o troppo vessatorie nei confronti dei cittadini, nonché provvedere ad attrezzare l’ufficio ecologia con tecnici esperti in materia casomai ospitando il conai e non già la saba. In particolare si segnala che l’ordinanza n. 40/08 prevede “l’amministrazione intende costituire un percorso partecipato che disciplini …..le varie fasi di gestione nel nuovo sistema integrato di raccolta dei rifiuti, nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia, ed economicità e nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti….”. Non si può chiedere ai cittadini in base a questo principio, di movimentare a proprie spese i cassonetti, attendendo tra l’altro i tempi non certi dell’impresa. Infatti mentre i cittadini debbono rispettare rigidamente gli orari di conferimento, l’impresa non è vincolata ad orari rigidi nel ritiro del materiale. Come si potranno salvaguardare i cittadini da eventuali ritardi o disservizi? Questo aspetto deve essere normato nella nuova ordinanza.Al punto 5 della attuale ordinanza si prevede che i cittadini debbano “lavare periodicamente i contenitori consegnati in comodato d’uso”. Questo adempimento va cancellato e addebitato all’impresa, come previsto all’art. 21 del capitolato speciale d’appalto, che prevede “la fornitura, il lavaggio (interno ed esterno) la disinfestazione e manutenzione e la sostituzione dei contenitori, anche ubicati nell’interno degli spazi condominiali è a totale carico della ditta appaltatrice”.Va infine reimpostato il rapporto con i cittadini virtuosi. Infatti mentre è necessario controllare le modalità di smaltimento dell’umido e delle frazione differenziate, urge controllare anche lo smaltimento da parte dell’impresa. Con quali criteri si sono scelti gli impianti di conferimento finale? Si utilizzano impianti intermedi di trattamento? Quali sono e chi li sostiene i costi? Se come è auspicabile si arriverà velocemente alle percentuali previste per legge della raccolta differenziata, occorre premiare i cittadini per la loro collaborazione. Chi conferirà alle isole ecologiche dovrà ricevere incentivi economici sulla Tarsu, o diretti. Diversamente dopo un po’ di tempo vi sarà la tendenza ad abbandonare i comportamenti virtuosi, per cui si consiglia di prevedere nella nuova ordinanza precisi incentivi per l’utenza e altrettanto precise sanzioni per l’impresa.