Salerno: gl’immigrati raccontano…

Alfonso Angrisani

Giovedì 14 Ottobre 2010,  armati di penna e di taccuino ci siamo recati a lungomare Trieste nel tratto compreso tra piazza Della Concordia fino a Piazza Cavour,  per raccogliere testimonianze degli immigrati che vivono la nostra città; attraverso questo spazio, i lavoratori stranieri hanno potuto esprimere la loro opinione, riguardo a tantissimi aspetti, mettendo in evidenza principalmente  il  lavoro. Sono da poco passate le quindici,  il clima mite di un pomeriggio d’ottobre  rende piacevole passeggiare presso il lungomare cittadino: incominciamo a vedere gruppi di lavoratrici originarie dell’est Europa che, durante il loro giorno di riposo, frequentano questo luogo sotto gli occhi di tanti italiani che, in via pregiudiziale e senza alcun fondamento, fraintendono la donna  dell’est come donna dai facili costumi e rovina famiglie. Tralasciando questi luoghi comuni che sono per lo più legati all’ignoranza ed alla xenofobia della porta accanto, incominciamo a parlare con le lavoratrici straniere: a rendere la prima testimonianza è la Signora Liuba  quarantacinquenne ucraina, da cinque anni  residente a Salerno, la quale mostrandosi molto gentile, si mette a nostra disposizione, ci parla del problema che vivono le sue colleghe dicendo .”Negli ultimi mesi diventa difficile trovare lavoro in Campania, una badante a Salerno percepisce circa 600,00 euro al mese per lavorare notte e giorno: ci sono case  dove molte badanti lavorano anche per 400, 00 euro al mese.  La maggior parte delle  badanti salernitane lavora priva di contratto, mi infastidisce passare come una poco di buon infatti, ogni qualvolta mi siedo su una panchina, passa il signore di turno che decide di fare avance e questa è un’ offesa alla donn , siamo uguali alle vostre donne non vogliamo essere paragonate  a fenomeni da baraccone, questo è razzismo”. Terminata la nostra conversazione con Liuba,  incontriamo una nostra conoscenza, Mustafà  senegalese, venditore ambulante, che vive nella nostra città da circa 20 anni: “ Sono cittadino italiano da qualche anno, uno dei primi immigrati di Salerno , ho regolare partita iva ed iscrizione alla camera di commercio: ricordo i primi mesi tornavo a casa piangendo, notavo una diffidenza nei miei riguardi, questo forse perche non vestivo all’europea oppure per il colore della pelle,(…) posso dire che tanti sono stati gli ostacoli , ora sono inserito bene nel vostro tessuto sociale , amo Salerno, i Salernitani, per lo più le persone anziane , l’Italia è bella anche se adesso la trovo molto cambiata rispetto a tanti anni fa, forse una decadenza delle istituzioni, le tasse sono tante e non direttamente proporzionali ai servizi resi alla collettività” . Dopo Mustafà incrociamo un amico romeno, il suo nome è Florin di Timisoara, di professione carpentiere domiciliato  a Pontecagnano Faiano, in località Magazzeno: “Diventa difficile trovare lavoro per noi romeni, vorrei invitare la gente a non fare pregiudizi e ricordare che la comunità più numerosa è la romena. Tanti sono a Salerno gli imprenditori romeni , che fanno qualcosa di positivo per la vostra economia. Io vivo in località Magazzeno, non riesco a capire come è possibile che la vostra litoranea così bella non possa creare posti di lavoro, voi preferite farla mangiare dal  mare , dalla camorra e dai rifiuti.” Concludiamo la nostra intervista parlando con Ben, un ragazzo di appena vent’anni, originario del Bangladesh . “Io lavoro tutte  le sere vendendo le rose , percepisco una ventina di euro al giorno,  sono clandestino ed è  difficile trovare lavoro , ho lavorato  come domestico alle dipendenze di un anziano , ma non mi poteva regolarizzare perché la legge italiana impone di assumere lo straniero che vive fuori all’estero secondo il decreto flussi , la considero una cosa sballata” . Attraverso queste testimonianze abbiamo voluto sensibilizzare i lettore sui vari aspetti che riguardano il mondo dell’immigrazione, ed invitarlo a non fermarsi ad un esame superficiale.