La Rai allo sbando

Angelo Cennamo

Tra qualche anno, o forse qualche mese, i nostri governanti potrebbero occuparsi di una questione alquanto rognosa : il fallimento della rai. La televisione di Stato, la più grande industria culturale del Paese, è, infatti, sull’orlo di una crisi finanziaria senza precedenti. I suoi conti fuori controllo sembrano condannarla al peggio, nel solco di altre esperienze deficitarie recenti. La rai come Alitalia? I numeri direbbero di sì. I debiti di Viale Mazzini hanno raggiunto cifre astronomiche e le previsioni del medio periodo sono tutt’altro che rosee. Comprendere le ragioni di tale disastro non è complicato. La Rai è un ente pubblico, esattamente come le Asl, le scuole e le università. I dirigenti dell’azienda vengono nominati dal parlamento, che ne è l’editore, secondo logiche di appartenenza politica. Così come le assunzioni del personale. Questo non vuol dire che alla rai non ci lavorino persone qualificate, tutt’altro. Ma la selezione dei programmi, dei loro conduttori e talvolta degli ospiti, risentono profondamente di questo clima. Chi opera alla tv di Stato non sempre è attento ai bilanci, perchè l’eventuale dissesto non lo riguarda direttamente. Quale dirigente ha mai pagato di tasca propria, magari con il licenziamento, per non essere riuscito a rimpinguare le casse della rai? Non ne ricordo nessuno. E così per anni, decenni, si è scialacquato senza badare a costi, ricavi, utili. Ma peggio che peggio, in molti casi, non si è badato neppure al perseguimento dell’unico vero scopo : produrre servizio pubblico. Al contrario, si è optato per palinsesti speculari rispetto a quelli della tv commerciale, obbediente, per sua stessa natura, ad altre regole di mercato. A scorrere i titoli dei programmi televisivi della rai si fa, infatti, fatica a rinvenire format istruttivi e formativi, specie per i ragazzi. Senza voler scomodare l’isola dei famosi o altre tipologie di reality, molte trasmissioni di intrattenimento che imperversano sui tre canali televisivi  hanno davvero poco da spartire con la cultura e l’educazione. Le polemiche di questi giorni sui vaffa di Santoro e le presunte censure al nuovo programma di Fazio non fanno altro che rinfocolare le tesi di chi propenderebbe per una salvifica privatizzazione dell’azienda. Le cifre che leggiamo sui giornali di alcuni cachet, più vicini agli ingaggi di certi campioni del calcio che alle retribuzioni di dipendenti pubblici, sembrano stridere con il quadro generale dell’economia nazionale e con i problematici tentativi di risanamento che il ministro Tremonti sta attuando per evitare un colossale default in stile Grecia. La rai va venduta, e subito. E’ meglio per tutti : per gli italiani che non pagheranno più il canone, e per i Santoro e Fazio che saranno così liberi di invitare chi vorranno promettendo compensi stellari.

 

21 pensieri su “La Rai allo sbando

  1. è verissimo la più grande industria culturale pubblica italiana sta andando a scatafascio e questa china negli ultimi due anni è diventata veramente pericolosa e forse irrimediabile. concordo con te caro giovane angelo (cennamo) e aggiungo che tutto il sapere e la cultura italiana è in crisi. la stessa scuola pubblica, dagli asili alle più alte specializzazioni sta vivendo un momento di smarrimento e precarietà che mai prima si erano visti. ma questa è un’altra questione.
    il problema della rai è che effettivamente è lottizzata, va anche ricordato che se una volta ci si poteva riferire a tre aree di influenza (centro rai 1, centrosinistra, rai 2 e sinistra rai 3)che tutto sommato si bilanciavano oggi non è più così: i referenti e gli interessi sono moltepici, spesso in conflitto e fumosi.
    quello che manca è il concetto della rai come bene comune della collettività, anzi sembra che sia chi lavora in azienda e chi e fuori, spesso con responsabilità politiche di governo, si divertano a danneggiarla come dicono a roma: “non gliene può fregare de meno”. quasi come se questo modo di agire portasse a riconoscenza e vantaggi personali.
    ormai non si comprende più il metro di misura di illustri commentatori e politici, come te, liberali liberisti e libertari. perchè se la misura fosse l’ascolto allora converrai che proprio quei conduttori che tu indichi al pubblico lubridio sono quelli che hanno le migliori performance sia in termini di ascolto che in termini di ritorno economico/finanziario. da liberale liberista e libertario dovresti sapere che il costo delle prestazioni (il cachet) lo fà il mercato e spaventarsi o gridare allo scandalo per alcuni compensi e specioso, peloso, fuorviante, malandrino e in cattiva fede. caro giovane angelo, non si fà perché è disonesto. questo te lo dico non perché mi interessi quando guadagna benigni, santoro o fazio ma piuttosto perché quando affermi un qualcosa che vuoi fare passare come oggettivo devi trovare sempre un termine di paragone. poi sono d’accordo che sono troppi i culi e le cosce e le pentole in questa televisione, però mi spieghi come mai vengono attaccate sempre quelle trasmissioni di approfondimento?
    la privatizzazione della rai potrebbe essere una soluzione, mi auguro che se si andrà in questa direzione questa non venga svenduta da direttori generali incapaci e collusi palesemente con gli interessi del principe (oddio principino).
    infine anche tu caro giovane angelo (cennamo)dovresti difendere fino alla morte la libertà di espressione anche quando ti risulta fastidiosa e credo che tu insieme a tantissime altre persone confondete il servizio pubblico come una funzione che riguardi solo la rai e non tutto il sistema radiotelevisivo. ma qua il discorso si fa troppo ampio e toglierebbe l’attenzione dal problema che hai posto.

  2. Non le sfugge l’essere fazioso, trattandosi questa volta proprio di Fazio. I due conduttori che lei contrappone ad una conduzione privata ed economicamente corretta della Rai, sono propriamente tra i pochi tra gli usuali raccomandati ed i nuovi arrivati ex dipendenti Fininvest riciclati, che non avrebbero nulla da temere da una conduzione correttamente aziendale della maggior industria culturale italiana. La RAI è da sempre stata gestita dai Partiti. Non dal Parlamento, ma da associazioni tutto sommato private. Ma questo era nella Prima Repubblica tanto vituperata. Ora che avremmo superato la Prima e saremmo nella seconda repubblica, a gestire la RAI ci sono sempre i partiti ma in più si è aggiunta la… concorrenza. Penso conosca gli uomini e donne Fininvest nominate dal “nuovo che avanza” a gestire la concorrente diretta dell’azienda berlusconiana.
    Ma Fazio e Santoro producono utili, ed in una logica prettamente aziendale andrebbero portati in palmo di mano, non trova? Invece anche a lei risulta che sono da vituperare.

  3. ??????!!!??????? continuo a essere vittima della vostra censura preventiva: è spietata ed “indifferenziata”.
    Il mio commento voleva attirare l’attenzione e sensibilizzare la gente di Salerno sui problemi dell’informazione “critica” che non c’è… sulla questione di Terzigno…….
    LA CENSURA NON FA RIMA CON liberta?
    in bocca al lupo

  4. Non sono sicuro che Fazio e Santoro producano solo utili, altrimenti questi buchi di decine di miliardi chi li avrebbe prodotti, Celentano da solo? Se le cifre che leggiamo sui giornali sono vere ( 250.000 euro per una comparsata di Benigni)siamo fuori dal libero mercato. E poi chi lavora per la tv di stato dovrebbe attenersi anche ad altri parametri. Non credo che un compenso di 700.000 euro annui per chi va in onda una volta alla settimana, e per pochi mesi, sia un in linea con i tagli che sta attuando il ministro Tremonti per salvare “la barca”. Santoro i suoi programmi partigiani ( che io da spettatore seguo con piacere)potrebbe farseli anche su La 7 o sui mille canali di Sky. Ma forse lì non è altrettanto conveniente. Può essere?

    AC

  5. caro angelo (cennamo) latiti, non rispondi nel merito, da te mi aspetto che vai oltre la tua simpatia/antipatia benigni, santoro fazio. in questo modo sostieni che gesù cristo è morto dal freddo. per quanto riguarda la redditività dei programmi di fazio e santoro è stato riportato e mai smentita su vari giornali, quindi è vera. almeno così mi pareva che ragionassi tu.
    michele zecca

  6. Tremonti ha talmente a cuore il risanamento del debito che ha fatto condoni come mai prima d’ora per finire con la legge sullo Scudo Fiscale che è una vergogna in tutta Europa e forse nel mondo.
    La RAI, sottoposta al sopruso del monopolio della concorrenza (vd. conflitto d’interesse)era destinata ad essere distrutta: uno degli obiettivi della P2 era proprio quello di “dissolvere” la RAI.
    Quindi non gridiamo “al lupo al lupo”, visto che ci piace tanto stare nella tana del lupo.
    Il Processo di privatizzazione in Italia si è dimostrato fallimentare
    perchè il più delle volte si basa sull’abuso, sul “business” di pochi al di sopra di tutti,sul monopolio privato.Il probllema dunque non è tanto la privatizzazione o meno, quanto il rispetto delle regole, delle leggi e del bene comune. Noi non possiamo certamente vantarci di questo.

  7. pare proprio che sia così, caro Michele Fezza. Sia Fazio che Santoro portano utili alla RAI di stato. E nel contempo deprezzano la concorrenza sottraendo spettatori nella stesa fascia oraria. In altre parole la concorrenza nello stesso orario guadagna di meno, perchè meno seguita a favore dei nostri due eroi. In altre parole i berlusconi s’attaccano al palo. Ora io non è che sia un puro liberale, però l’idea che del destino televisivo di Fazio e Santoro debba decidere il proprietario di Mediaset…

  8. La rai, caro Zecca, non è una tv commerciale. La rai è servizio pubblico, deve obbedire ad altri canoni di riferimento. Il tg di Mentana, su LA 7, è meno visto del tg 1 e del tg 5, ma è il migliore di tutti. Eppure LA 7 non è pubblica. Non mi importa un accidente della pubblicità di Santoro. Se è vero che con Santoro la rai incassa di più, quei soldi vadano a coprire il deficit piuttosto che ad alimentare il conto corrente del conduttore. Se io sono un insegnante di una scuola pubblica e la mia classe è la più affollata, non chiedo di guadagnare 100 volte più del preside. Gianluigi Paragone prende per ogni puntata de “L’ultima parola” 1.000 euro lordi! Offrire a Benigni 250.000 euro per fargli raccontare qualche barzelletta non è fuori dal mercato, è fuori dal mondo! Chi sta scrivendo è un telespettatore assiduo di Santoro e, soprattutto, di Fazio.

    AC

  9. non stiamo parlando delle nostre simpatie. ma del fatto della pubblica televisione, della libertà di espressione e di ascolto e dei metri di misura. per la prima questione si è detto che questa crisi, nella sua gravità, è recente e imputabile all’attuale menagement. quindi a mio parere la prima conseguenza dovrebbe essere la defenestrazione del DG – il quale a sua volta guadagna tantissimo. e probabilmente se ne potrebbe trovare un’altro più bravo e più economico – insiemei manderei via i tantissimi imboscati incaricati, con stipendi d’oro, di una parentopoli politica e di dubbia provenienza dalla concorenza veramente insopportabile.
    l’altra questione, almeno in italia, è più difficile da affrontare perchè in un certo senso manca il rispetto per il lavoro degli altri. sia gli addetti ai lavori che i politici fanno a gara ad etichettare trasmissioni e conduttori, il loro unico scopo è quello di screditare. vi è un fastidio dentro a sentirsi dire cose che non si condividono, eppure come ci insegnavano qualche tempo fa basta usare il telecomando! ovviamente tutto questo avviene principalmente per la tv pubblica.
    io credo che gli obblighi di fare buoni programmi e buona informazione sia un dovere di tutte le televisioni anche quelle private, cioè per te che mi pari di professione giurista converrai che siamo comunque nell’ambito del pubblico interesse/utilità.
    quindi tornando ai nostri eroi, ma questo vale anche per fede, bel pietro e compagnia bella, questi hanno diritto di fare il loro lavoro nella massima libertà e nella completa indipendenza, e di questo anche tu, caro giovane angelo (cennamo), dovresti fartene carico e poi se fanno trasmissioni che si pagano da sole e ti consentono anche qualche guadagno mi spieghi, perbacco, dove sta l’assurdo?
    benigni che a te potrà anche non piacere è famosissimo nel mondo e insieme a dario fo sono illustri personaggi che danno molto lustro alla nostra nazione. possono non piacere ma vanno rispettati anche riconoscendogli il loro cachet, anche perchè non mi sembra che vadano sempre nella tv e anche perchè la clerici, la belen e lo stesso vespa guadagnano molto di più.
    probabilmente il nodo è nella nascita di questo strano sistema televisivo italiano. mi piace ricordarti che grazie ai proventi dell’assegnazione delle frequenze telefoniche lo stato italiano ha ricavato molti miliardi che hanno fatto molto comodo altrettanto non si può dire per l’assegnazione delle frequenze per la televisione.
    ora constatando che in italia ad alti livelli non riescono a parlare in modo sereno di queste questioni, almeno tra di noi, in questo piccolo spazio possiamo secondo me essere un poco più semplici e meno ideologici e non agire sempre di “panza” se no finisce sempre a put… e non riusciamo a concludere niente di positivo. io, caro giovane angelo, non mi arrendo e credo veramente nella possibilità che qualche conslusione comune si possa trovare, non per appiattire le diversità, anzi, ma per uscire da questo finto dialogare strillando dove alla fine nessuna ha capito niente e tutti restano impantanati nelle stesse convizioni e parola.
    con affetto. michele zecca

  10. Condivido l’opinione di Michele Zecca e mi sentirei di lanciare un’idea: non è possibile ipotizzare per il servizio pubblico una sorta di AZIONARIATO POPOLARE?, un qualcosa che lo metta al riparo dalla politica, dai partiti, da lobby di vario genere e da un monopolio privato che è ancor più da scongiurare? perchè, secondo me,
    servizio pubblico è e pubblico deve rimanere.
    Per quanto riguarda Paragone vi riporto quanto letto sul FATTO di ieri:”…..guadagna circa 10.000 euri NETTI al mese. Perchè somma l’ingaggio del conduttore (4.ooo lordi al mese)a uno stipendio da vicedirettore di RAI2″ affermando egli stesso:” Quanto mi paga la RAI? Circa 7 mila euro al mese per l’incarico a RAIdue”.Al lordo sono oltre 160 mila euro l’anno per fare il vice di Massimo Liofreddi con delega all’informazione. Paragone guadagna almeno il 20% in più di un pari grado..” Secondo me non c’è nesun Paragone possibile con un Saviano, un Fazio, un Benigni: rappresentano personalità e ambiti di lavoro del tutto diversi!!!!

  11. La Rai non è una tv commerciale, obbedisce ad altre regole e ad altri parametri. Se la Rai si mette in competizione con Mediaset, La 7 e Sky, ha fallito in partenza. La tv di Stato fa ( dovrebbe fare) servizio pubblico : istruire, educare, giovani e meno giovani. Sui canali Rai mi piacerebbe vedere : il teatro di Eduardo o di Moliere; il cinema d’autore di Fellini, Antonioni, Rossellini; concerti di musica classica o di jazz; programmi di divulgazione scientifica e umanistica; programmi sull’informatica e sulla lingua inglese; storia ed altra roba simile. Questi argomenti non fanno grossi ascolti, ovviamente. Ma la share lo si lasci a chi vive di pubblicità e quindi di libero mercato. Mi si dirà che non ci sono i soldi; ma non credo che mandare in onda “Filumena Marturano” o il “Nabucco” costi così tanto. Ad ogni modo, visto che i debiti accumulati ( non non dall’ultima gestione, ma da alcuni decenni) sono diventati piuttosto gravosi, sarebbe meglio vendere almeno due dei tre canali televisivi. Non credo ci siano altre soluzioni.

    AC

  12. AZIONARIATO POPOLARE questa potrebbe essere una soluzione per una GESTIONE LIBERA e DI QUALITA’, su cui concordo con lei.
    Per il resto non ha risposto nè al primo nè al secondo dei miei post.

  13. Lo scudo fiscale di Tremonti ha fatto rientrare in Italia diversi milirdi di euro. L’altrenativa sarebbe stata aumentare le tasse.

    In Italia, le privatizzazioni si sono rivelate fallimentari perchè non sono state accompagnte dalle liberalizzazioni. In tal cso, si è passati da monopoli pubblici a monopoli privati.

    Non conosco i dati che ha fornito Il Fatto sui compensi di G. Paragone.

    Saluti – AC

  14. Sig. Cennamo, si legga il Passaparola del 29 settembre:”Lo scudo delinquenziale” di M. Travaglio e si può fare un’idea più approfondita di tale argomento. (Travaglio è un giornalista serio e per niente di sinistra, se proprio c’è da aggiungerlo). Io credo che lei , persona intelligente, non possa non tener conto di certe valutazioni, per altro oggettive: è stato il più grande condono/favore mai fatto a grandi evasori fiscali: capitalisti e riciclatori di denaro sporco, in più con il rispetto dell’anonimato!
    CHI EVADE, RUBA ALLA COLLETTIVITà! non bisogna mai dimenticarselo! Inoltre della misera percentuale da pagare, mi sembra il 4% non è rientrato neanche un trentesiimo. Se quei signori avessero pagato le tasse, non si sarebbe posto il problema di altre tasse come dice lei, ma anzi vi sarebbero soldi a iosa, caro sig. Cennamo.Invece quella di Tremonti è stata una carezza!Le cose vanno approfondite e valutate da tutti i punti di vista.L’alternnativa sarebbe FARLE PAGARE LE TASSE! Come? Il ns caro Presidente B. lasci per un pò di tempo perdere l’ex comunista Putin o l’ispirato Gheddafi e vada insieme a Tremonti dalle parti di OBAMA, di SARKOZY o in Gran Bretagna e si faccia spiegare come si fa a far pagare le tasse a tutti in modo equo.La differenza tra loro e noi è: da loro, dove non esistono condoni, è premiato chi le tasse le paga, da noi è premiato chi evade!!!!!!!!!!
    PRIVATIZZAZIONE in Italia fa solo rima con PRIVAZIONE. Dobbiamo imparare il RISPETTO DELLE REGOLE , DELLE LEGGI,dei RUOLI, prima!Dobbiamo sviluppare il SENSO CIVICo di cui siamo carenti.
    Anche su Paragone s’informi meglio prima di giudicare gli altri. Sig. Cennnamo, mi scusi, ma faccio mie le ultime parole di M. Zecca e cioè cerchiamo di trovare la strada del dialogo e lasciamo ai partiiti i giochini di parole e il tono urlato , in fondo siamo tutti nella stessa barca e i primi che la lasceranno se dovesse affondare saranno lor signori, non noi perchè ce lo impediranno pur di salvarsi per primi. Distinti saluti.

  15. La percentuale sull’intero pagata da chi ha beneficiato dello scudo fiscale è stata del 5%. Poteva essere più alta o no, questo non saprei dirlo. Quello che so è che quel provvedimento ha fruttato allo Stato miliardi di euro, soldi oramai persi per sempre. Sull’evasione fiscale ci sarebbe molto da dire, ma senza troppa demagogia, affrontando la questione nei suoi termini reali : in Italia la pressione fiscale è quasi delinquenziale. Se si vuole combattere l’evasione bisogna prima ridurre i carichi, che per molti cittadini sono soffocanti. Prendo atto che Travaglio “non è per niente di sinistra”. Non si direbbe.

    Saluti – AC

  16. TRAVAGLIO NON è MAI STATO DI SINISTRA.
    E’ ospitato da giornali e testate di sinistra solo perchè fa comodo usarlo e perchè, oggi, la DESTRA non esite.
    in bocca al lupo

  17. Travaglio è, per sua affermazione, un LIBERALE, rappresentante di una DESTRA che si basa su valori condivisi quali giustizia, legalità, rispetto delle regole ,dei ruoli e delle istituzioni.Ma è soprattutto un GIORNALISTA, SENZA ETICHETTA ALCUNA; un giornalista che riporta Fatti e non opinioni, un giornalista LIBERO, quale solo un giornalista deve essere!
    Erano di DESTRA Falcone e Borsellino, grandi rappresentanti di questa martoriata nazione, che hanno dato la vita per sconfiggere la piaga cancerosa del ns Paese: la MAFIA. Come loro, tanta altra brava gente onesta e personalità importanti appartengono alla destra. Perciò non bisognerebbe mai etichettare, ma semplicemente giudicare dai fatti e dai valori di cui una persona si fa portavoce.
    Ecco pechè a me non piace essere etichettata nè etichettare, a meno che uno non lo ammetta personalmente, per chi non l’avesse ancora capito. Lei dice: ” ,,,non si direbbe “, perchè lei probabilmente sarà abituato a dare un’etichetta appena uno apre bocca. Purtroppo noi italiani in generale, specie in questi ultimi tempi, siamo stati “educati” alla dicotomia in una maniera, direi, quasi “pianificata”:destra- sinistra, amore . odio, buoni-cattivi, proB.- antiB. ecc.. e a vedere il mondo diviso in due compartimenti stagni. In tal modo si blocca qualunque possibilità di dialogo e di reciproca comprensione, restano solo i pregiudizi.DIVIDI ET IMPERA, se lo ricorda?
    Per quanto riguarda il carico fiscale, ripeto, è perchè in Italia c’è il partito dei furbi: siamo il paese con il più alto tasso di evasione d’ Europa e tra i primi nel mondo. Una volta almeno c’era il pudore della VERGOGNA, ora ce ne vantiamo!
    EVADERE LE TASSE vuol dire RUBARE I MIEI DIRITTI e far pagare le tasse ai più deboli.Tutto ciò si scontra col concetto di NAZIONE e si adatta meglio a quello di GIUNGLA. Perciò PAGARE TUTTI PER PAGARE MENO!!Solo allora possiamo cominciare a parlare di PAESE CIVILE.
    (Per non parlare del discorso Mafia, dove si aprirebbe un altro capitolo).

  18. Sig. Lupo, Travaglio non è uno che “si fa usare” da nessuno e non “fa comodo ” a nessuno. C’è solo chi apprezza la libertà di pensiero e di informazione e chi NO! Distinti Saluti.

  19. Non ho affermato che Travaglio, uomo libero, sia di DESTRA, ma è un uomo che a me piace poiché come vero uomo dice sempre quello che pensa in tutti i “compat” in cui si ritrova, senza alcun tentennamento anche se diverse volte non ho condiviso quanto diceva.
    Il giudice G. Falcone a me piaceva professionalmente, anche se era un socialista(non di destra signora “civetta”), mentre Borsellino era un camerata, poichè da giovane era iscritto al FUAN palermitano e nel tempo non aveva mai smentito il suo essere.
    Tra le altre cose a me piace Michele Santoro, non perchè comunista, ma perchè continua a lottare, lealmente, per le sue idee, usando tutti i mezzi che questa democrazia gli mette a disposizione.
    Tuttavia mi adopererò affinchè le sue idee non possano prevalere: sa una cosa? Mi sento soddisfatto per quanto nella mia vita politica ho fatto, poiché a venti anni lottavo e gridavo :”il comunismo non passerà”, ed il comunismo è stato battuto da noi , allora giovani, e dalla Storia.
    Purtroppo questa democrazia, per me ironicamente, si definisce liberale, la vostra democrazia, a me e a quelli che la pensano come me non garantisce niente,(anche su questo muro di “libertà” vengo censurato spessissimo), anzi “arriva” la legge Mancino e mi”sbatte in galera” non perchè ho fatto delle azioni delittuose, ma solo perchè , liberamente, esprimo una opinione.
    Ecco, amici che mi leggete, la Democrazia non può essere la dittatura della maggioranza, tantomeno il liberale non dovrebbe censurare quando non condivide le opinioni altrui , anche se dovesse giudicarle blasfeme.
    Per quanto riguarda le tasse, queste vanno pagate per finanziare lo “stato sociale”:lo sa che lo stato sociale è stato inventato in Italia circa ottanta anni fa?
    Altra cosa è se i mie soldi devono servire a pagare gli omicidi per aborto, e far cambiare sesso a chi ne ha voglia.
    In bocca al lupo

  20. Errata corrige: chiedo scusa, Falcone era un socialista, come giustamente afferma il sig. Lupo.

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