Consorzio: Esposito, Sgarbi e schiaffi d’autore
Aldo Bianchini
Le imitazioni non riescono mai come gli originali, anche perché spesso i cloni non hanno l’aplomb perfettamente identico ai modelli originali. Semmai ce ne fosse stato bisogno la conferma è arrivata la sera di martedì 19 ottobre scorso nel salone delle conferenze del Centro Sportivo Meridionale dove era in pieno svolgimento l’assemblea generale dei sindaci e dei rappresentanti del territorio ricadenti nell’ambito del Consorzio di Bacino Sa/3. L’assemblea, diciamolo subito, non serviva a niente ma il presidente Rocco Giuliano l’aveva comunque convocata per definire “lo stato dell’arte” relativamente al cambio di gestione del ramo d’azienda relativo al ciclo integrato dei rifiuti. Ci rendiamo conto che il passaggio, a dir poco epocale, dal centro sinistra al centro destra fa mordere il freno a più di qualcuno ma sarebbe anche impensabile che le truppe di Cirielli si arrendano o si fermino proprio sul filo di lana di una possibile vittoria dinnanzi al Tar di Roma. Difatti molti si ostinano a negare che a Roma si è arrivati grazie agli avvocati della provincia e non del Consorzio. Così come ci sembra assurdo invocare le dimissioni del presidente Giuliano proprio quando le sue funzioni potrebbero risultare accresciute e determinanti per tutto il territorio. Vogliamo anche capire che lo stralcio dei rifiuti significherà il rapido declino dei diversi consigli di amministrazione e delle rispettive poltrone di comando per l’Ecometa, la Meta, la Meta Sport, la Ergon e la Metanogas, ma sinceramente ci sembrano davvero insostenibili le posizioni di consiglieri e presidenti che continuano imperterriti da decenni ad incassare gettoni e potere. Mentre gli operai vedono a rischio il loro stipendio. Necessita che tutti si rendano conto che la “ricreazione è finita” e che bisogna ricominciare daccapo. E qui scatta la molla perversa dell’abitudine al potere e della difficile abdicazione, finanche in presenza di precise leggi dello stato, perchè nessuno vuole lasciare la comoda poltrona di comando e di potere. Ma quando sulla politica prende il sopravvento l’arroganza si abbandonano facilmente le vie del dialogo e della giusta e democratica contrapposizione e si passa alle vie di fatto, anche fisiche. Questo è accaduto l’altra sera nel Centro Sportivo. Mentre si snocciolavano gli ultimi minuti dell’assemblea, all’ennesima richiesta da parte di Celano delle carte del Consorzio a far data dal 2005, l’ira furiosa avrebbe preso il sopravvento sulla correttezza e sulla professionalità e da parte del presidente del CdA del Consorzio Vittorio Esposito sarebbe partita la famosa frase “ti prendo a schiaffi” diretta proprio al malcapitato Celano che avrebbe comunque risposto per le rime all’incauto e furioso Esposito. La stessa scena in cui vediamo spesso come protagonista il critico d’arte Vittorio Sgarbi che non può essere assolutamente imitato. E Vittorio Esposito se ne faccia una ragione, perché il contesto in cui si muove Sgarbi è tutta un’altra cosa. Fortunatamente non sono state alzate le sedie, come accaduto in una occasione quasi simile ma con protagonista ricevente diverso. Nel Vallo gli schiaffi volano e Celano ne faccia tesoro, sono minacce che spesso vengono lanciate contro chi cerca di chiedere conto e ragione di atti amministrativo/contabili e contro chi, come me, scrive verità che in tanti non vogliono sentire. Ma di questo ne parlerò in un prossimo approfondimento. In chiusura, come se non bastasse, nel corso dell’Assemblea Pubblica di giovedì 21 ottobre a Sala Consilina il commissario Giovanni Siano, dinnanzi agli operai del consorzio, ha testualmente dichiarato: “Dopo il 28 se non mi consegnano le carte andrò con i Carabinieri”. La battaglia ovviamente continua e noi non mancheremo di raccontarla.
Giusto caro Aldo. Siamo arrivati alla resa dei conti per tutta una Classe dirigente Valdianese che ha amministrato (tranne qualche rara eccezione) in modo campanilistico, clientelare e senza un’ottica di sviluppo complessiva del territorio. Questa Classe dirigente andrebbe processata per strage. Avevano una ferrovia che non c’è più. Un plesso ospedaliero che andava tutelato meglio e se pure doveva essere accorpato doveva essere accorpato ad Eboli e non a Vallo della Lucania. Anche limitare i danni, di fronte ad una sconfitta, a volte può e deve diventare strategico. La gestione di tutti gli Enti consortili e sovracomunali che nualla hanno creato se non buchi finanziari enormi epoltrone ben retribuite per parassiti che non hanno offerto nessun contributo concreto in relazione al ruolo che ricoprivano e che continuano a ricoprire in alcuni casi. Tutto questo ha inibito il Vallo di Diano, non dando all’area prospettive di sviluppo coerenti con un moderno contesto socio-economico e, lo spopolamento sempre più maercato ne è la riprova inconfutabile. Io non so perchè il Presidente Espsito voleva schiaffeggire Celano, dico solo che un’amministratore attento e dignitoso si srebbe comportato diversamente, magari stando zitto…..