Salerno: Chiesa di S. Pietro a Corte, completati i restauri

 Stamani il Soprintendente ai BSAE di Salerno e Avellino, Fabio De Chirico, nel complesso di S. Pietro a Corte,  ha presentato il restauro dei beni artistici della chiesa che un tempo fu la cappella annessa al grande palazzo del principe longobardo Arechi II. Un evento di grande rilievo, che ha proposto al grande pubblico opere mai prima mostrate. Dopo il recupero architettonico, eseguito dalla Soprintendenza Bap e quello dei beni artistici appena presentato dalla Soprintendenza Bsae, il restauro del luogo di culto longobardo è dunque terminato. Sono state intanto avanzate le prime proposte di valorizzazione dello spazio, di diversa tipologia ma nessuna escludente le altre. Il Soprintendente Bsae Fabio De Chirico, che nei prossimi giorni tornerà al suo incarico in Calabria, ha espresso l’auspicio che “Il complesso monumentale possa essere messo in rete con altre realtà importanti della città e reso fruibile ai visitatori”. In rappresentanza del Sindaco, Vincenzo De Luca, l’assessore del Comune di Salerno, Ermanno Guerra ha ricordato che “S. Pietro a Corte insieme con il vicino Palazzo Fruscione, che stiamo recuperando, costituisce un attrattore importante in termini di proposte culturali, per valorizzare le nostre radici”. Dal canto suo l’assessore provinciale ai Beni Culturali, Adriano Bellacosa, ha detto che “è stata avanzata all’Unesco la proposta di inserire S. Pietro a Corte nella lista del patrimonio mondiale dell’Umanità insieme al Castello di Arechi”. C’è anche il desiderio, espresso da Enrico Marano, Priore dell’Arciconfraternita che ha in comodato dalla Curia la struttura “di riaprire al culto la Chiesa, contemplando al tempo stesso la possibilità di celebrarvi la messa e di uno spazio museale”. L’architetto Mario Dell’Acqua ha proposto di “elevare a sede di istituzioni di alto livello, non limitarsi ad inserirla in un circuito turistico”. In rappresentanza dell’Ordine dei Medici, Enrico Indelli ha proposto “di ritornare a conferire i diplomi di Laurea in Medicina, con il giuramento, nella Cappella di S. Pietro a Corte dove sappiamo che già si svolgeva il giuramento dei medici dell’antica Scuola Medica Salernitana”.Intanto, domani domenica 31 ottobre, S. Pietro a Corte resterà aperta per le visite nel pomeriggio, mentre alle ore 20, nell’ambito della Giornata del Trekking Urbano, concerto (ingresso libero) dell’Ensemble Vocale ‘Principe Sanseverino’ dell’Universita’ di Salerno. A restauri ultimati, nella grande volta della chiesa sono visibili lo splendido settecentesco soffitto dipinto (una superficie su tela di oltre cento metri quadrati), la cinquecentesca Madonna con Bambino, la tela del Martirio di S. Stefano, gli antichi altari recuperati, le tessere musive del tappeto pavimentale originali, che risalgono alla fondazione della cappella palatina, nell’VIII secolo. Alla conferenza stampa di presentazione dei progetti di restauro, oltre ai Soprintendenti Fabio De Chirico e Gennaro Miccio: i curatori del restauro e direttori dei lavori, Emilia Alfinito e Giovanni Guardia, il professore Paolo Peduto del   Dipartimento Latinità e Medioevo Università degli Studi di Salerno; l’architetto Mario Dell’Acqua; il Priore della Confraternita di Santo Stefano, Enrico Marano. Sono stati finalmente ricollocati nella cappella palatina, restaurati a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,   tutti beni mobili che vennero collocati in  vari depositi messi a disposizione dalla Confraternita di Santo Stefano, comodataria dell’aula,  al momento dell’inizio dei lavori di restauro del complesso monumentale. “Verrà proposta anche la ricomposizione di due altari – spiega il soprintendente Fabio De Chirico  realizzata utilizzando frammenti appartenenti ai 4 altari smontati alla fine degli anni ’60. Dall’inventario dei frammenti recuperati,  infatti, si è riscontrata la mancanza di gran parte di pezzi, pertanto è stata realizzata una ricostruzione ideale di due altari, collocati  su strutture espositive, posizionate in luoghi diversi da quelli originali, considerati  come  reperti in un museo”. Sono stati allestiti al meglio “i reperti longobardi emersi durante i restauri – spiegano Emilia Alfinito e Giovanni Guardia – si tratta di preziosissime testimonianze dell’antico  splendore del monumento. E’ stato possibile recuperare tre pannelli della decorazione pavimentale, ognuno con un diverso motivo geometrico, un pannello della decorazione parietale in tessere vitree e marmoree ed alcuni frammenti del Titulus di Paolo Diacono, scritta dedicatoria che correva lungo le pareti dell’aula”. Dei beni mobili restaurati negli scorsi anni e mai presentati al pubblico,  fanno parte due  tavole, una  con “Il Martirio di Santo Stefano”, l’altra, data 1592, attribuita a Decio Tramontano,  pittore attivo in Italia Meridionale nella seconda metà del Cinquecento, raffigurante la Madonna con Bambino tra Santi e Decio Caracciolo, abate di San Pietro a Corte. Un prelato è raffigurato nel dipinto sul tela, realizzato nel 1779 dal pittore solimenesco Romualdo Formosa, un tempo collocato su uno degli altari gemelli fatti realizzare dall’abate Giuseppe Pignatelli. Sull’altro altare era collocato il San Giuseppe con Bambino, opera coeva a quella del Formosa. Un terzo dipinto su tela è la “Sant’Agata” opera tardo seicentesca, di forte ispirazione guariniana. Del patrimonio dei dipinti fa  anche parte un piccolo dipinto su tela ottocentesco con  “San Pietro”.

                                                                                                                                    

Un pensiero su “Salerno: Chiesa di S. Pietro a Corte, completati i restauri

  1. Possiamo visitare la Chiesa domenica 21 novembre?
    Vi sono visite guidate?

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