Roma: Vincent Van Goch, campagna senza tempo

Roberta Occidente Lupo

“Vincent Van Gogh: campagna senza tempo – città moderna” questo il titolo della mostra che dall’8 ottobre 2010 si prolungherà fino al 6 febbraio 2011 presso il complesso del Vittoriano, Roma. Disegni a matita, a carboncino, a gessetto, a inchiostro, schizzi ad acquarello popolano la mostra, insieme a svariati dipinti. Campagna senza tempo: in “orti a Montmartre” egli mostra una parte di Montmartre non ancora  invasa dal caos cittadino, ma calma, serena, che rispecchia in pieno la sua visione della natura, intrinseca di valori sani e onesti . Van Gogh aveva sempre avuto molta simpatia per i tessitori, poveri artigiani di cui realizzò numerosi disegni a penna. Molte scene di lavoro quotidiano, soprattutto di contadini, sembrano rifarsi ai dipinti realistici di Millet, alcuni dei quali -“I raccoglitori di fieno”- presenti alla mostra. Egli, inoltre, si era esercitato nella pittura di figure, realizzando una quarantina di ritratti a mezzo busto di lavoratori di campagna. Città moderna: la città, simbolo di modernità, di progresso fu per lui luogo di esperimenti, ove studiare e arricchire la sua sete di conoscenza, la sua pittura. A Parigi il pittore subì l’influenza dell’impressionismo e ne adottò le tematiche della realtà urbana con un tocco di originalità; insolito è, infatti, “l’interno di un ristorante” vuoto! Si cimentò nella tecnica divisionista resa
popolare da Seurat e dimostrò particolare interesse per le stampe giapponesi che cercò di emulare con l’introduzione delle nuove tecniche impressioniste. Alla mostra non sono presenti – fatta qualche eccezione – dipinti rintracciabili nei libri di scuola, i classici come la”notte stellata”, bensì opere meno note, ma non per questo meno importanti o poco affascinanti! Non soffermiamoci,dunque, sulla salute mentale dell’artista, sui suoi problemi psichici, quanto su un dato effettivo, fondamentale:Vincent Van Gogh era un gran lavoratore; lo dimostra il numero piuttosto cospicuo di opere, che siano dipinti o disegni. Desideroso di creare un percorso, “un insieme coerente di lavori” piuttosto che un singolo capolavoro, egli cercò di dare il meglio nelle sue
opere, soprattutto nelle composizioni di figure,genere a cui si dedicò per tutta la vita. Oltre ai ritratti,quali “anziana donna di Arles” e agli autoritratti,a spiccare sono numerosi dipinti in cui l’incrostazione del colore
dovuta alla pennellata nevrotica e scattante fuoriesce dalla tela quasi a creare un bassorilievo (“viale nel parco di Arles”).