Parce Sepulto
Come la famosa locuzione di Virgilio sia diventata, oggi, lettera morta. Una delibera costringe i parenti dei defunti a nuovi esborsi di denaro per la sepoltura dei loro cari. Seppure l’atto amministrativo dovesse risultare tecnicamente ineccepibile, dal punto di vista umano e politico possiamo già da ora considerarlo un esecrabile obbrobrio.
Roberto De Luca
Accade che certa stampa e alcuni benpensanti restino indifferenti nei confronti di un avvenimento davvero singolare. Un’amministrazione, non avendo visto nè sentito nulla per anni, immemore delle parole di Virgilio e della buona tradizione cristiana, scruta nelle cappelle cimiteriali per cercare, forse, un po’ di sollievo alla sofferenza delle casse comunali, gravate di tutte quelle spese di cui difficilmente ci si può sbarazzare. Le elezioni, infatti, implacabilmente arrivano ogni cinque anni. E allora, il “parce sepulto” virgiliano non ha più nulla da dire; diventa lettera morta. E quella stampa che ignora i gridi di allarme di chi stigmatizza questi comportamenti si rende complice di queste lugubri e offensive manovre di palazzo (se così possiamo definirle!). Ma l’ignoranza dei fatti si può sconfiggere con gridi sempre più alti e con accessi agli atti (già effettuati) e ricorsi amministrativi (da considerare). Un altro genere d’ignoranza è difficile da contrastare. E se persino gli uomini di cultura (o presunti tali) s’impegnano nel sostenere, a volte per mera convenienza spicciola, una classe dirigente incartapecorita, il compito diventa ancora più arduo. Questi stessi personaggi fanno finta di non sentire le cose che Saviano va ripetendo sulle elezioni amministrative. Infatti, non ci meravigliamo più nemmeno se spuntano iniziative di finta solidarietà nei confronti delle famiglie indigenti proprio in concomitanza con le competizioni elettorali: oggi si è giunti, percorrendo una strada a ritroso, alla Lauriana distribuzione della pasta. E non ci indigniamo se vicino le cabine nei seggi sostano i “candidati”, solo perché essi sono anche “rappresentanti di lista” designati in una concomitante tornata elettorale. Non ci colpiscono mega-cartelloni Hollywoodiani abusivi (ma invisibili alle forze di polizia urbana) e i manifesti (anch’essi abusivi) ancora affissi sui muri (chissà quanto abusivi). A quando vedremo le pistole mostrate a scopo intimidatorio? Tutti gli uomini sono mortali; non è questa una tautologia? E quella pietà per i morti, a volte, non è forse la stessa che ognuno di noi prova per l’intero genere umano, destinato all’inesorabile caducità dell’esistenza del singolo? E se Foscolo si domandava se fosse più accettabile il sonno all’ombra dei cipressi, qualora venisse consolato dal pianto dei nostri cari ancora in vita, da cosa sono confortati quei defunti ai cui cari arriva una richiesta di soldi per “regolarizzare” il diritto dei morti a riposare in pace? Che cosa è accaduto, allora? Noi lo diciamo con certezza (abbiamo i documenti!). Una persona cede il diritto alla sepoltura dietro corresponsione di danaro (e qui sospendiamo, solo per lo sconforto che proviamo, qualsiasi tipo di giudizio) a cittadini che hanno subito la perdita di un caro. A questa stessa persona viene revocata la concessione di una cappella cimiteriale di famiglia. A questo punto, l’amministrazione comunale che fa? Vede chi è sepolto nella cappella (una sorta di censimento delle persone defunte) e chiede ai parenti dei defunti di “regolarizzare” la concessione. Alla persona che ha ceduto il diritto alla sepoltura non chiede nulla? Forse nemmeno un euro, si sospetta. Aspettiamo adesso di leggere gli atti.Il silenzio della minoranza “mista” è indicativo. Quello della maggioranza “mista” è indecente. Quello del clero è incomprensibile. Ma si sa. Se a denunciare le cose è una persona che nel 2005 ha avuto l’ardire (documentandosi) di parlare su una rete televisiva privata, nel fastidio generale, di camorra e cattiva gestione dei rifiuti (e poi non ha messo più piede in uno studio TV), allora potete ben capire quanto valga questa ulteriore documentata denuncia. Se, per assurdo, fosse stato un qualsiasi altro paladino dei diritti dei forti a parlare, fosse anche dell’orario di chiusura di un luogo pubblico, allora si sarebbero aperte le porte dell’informazione: inviti in TV locali; convegni di allegre, ma inquietanti, conventicole paramassoniche; pagine e pagine di quotidiani locali “amici”; e così via. Tuttavia, i nostri gridi non si leveranno solo su quella parte della stampa che correttamente interpreta il proprio ruolo sociale, indipendentemente dall’orientamento politico. Continueremo a gridare (se necessario) per onorare la tradizione cristiana della sepoltura, per rispettare un senso laico della morte (il “parce sepulto”) e per tutelare gli interessi di chi si vede recapitare a casa una missiva di richiesta di danaro per molti versi offensiva. Lasceremo che i paladini dei diritti del mondo alla rovescia pontifichino sull’immondizia (lo fanno bene!) e distribuiscano ricchi premi ai loro sodali. A noi non fanno paura il silenzio e l’indifferenza dei media attenti ai minimi sospiri del potere: ormai si magnificano solo le gesta degli amministratori che costruiscono zone industriali in siti di pregio ambientale o che si accorgono casualmente dell’esistenza di una delle migliaia di microdiscariche sul territorio. Che notizie, ragazzi! Ma si tace, spudoratamente, sugli abusi edilizi in pieno Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Nonostante questi omertosi silenzi, anche di fronte a fatti socialmente gravi, continueremo a difendere la dignità delle persone, il senso della decenza e i diritti dei più deboli. E non solo con le parole.