Un discorso alla nazione

                                     Fulvio Sguerso

Non c’è futuro senza passato. Su questo credo che nessuno possa avanzare dubbi; ma non appena ci domandiamo quale futuro è più desiderabile per il popolo italiano, e, in particolare – come il Presidente della Repubblica ha tenuto a sottolineare nel suo tradizionale, ma non scontato, discorso di fine anno –  per i giovani che guardano al loro avvenire con crescente e giustificata apprensione, le risposte sono tutt’altro che unanimi. Certo, nessuno osa dissentire apertamente o criticare il quadro  che Giorgio Napolitano ha delineato della società italiana e il suo forte e preoccupato richiamo alla responsabilità della classe politica in primo luogo – come già in altre recenti occasioni – e a tutte le componenti della vita economica ed istituzionale, e di ogni singolo cittadino: “ognuno deve fare la sua parte, guardare avanti con realismo e fiducia, cogliere l’occasione per uscire dall’abituale frastuono e da ogni calcolo tattico”; ma è evidente che il richiamo presidenziale riguarda soprattutto chi ha responsabilità di governo. “Se non apriamo a questi ragazzi nuove opportunità, la democrazia è in scacco…….”, qui il Presidente evoca addirittura il pericolo di una incombente crisi istituzionale, crisi dovuta anche al crescente distacco tra classe politica e società civile, tra i cittadini elettori e la loro rappresentanza parlamentare, tra i problemi e i bisogni concreti del “popolo italiano” e le incomprensibili manovre e congiure di un Palazzo i cui inquilini sembrano aver smarrito, tutti presi dalle loro alchimie e dai loro giochi più o meno limpidi, il contatto con la realtà, anzi, con l’anima profonda del Paese. Ma esiste ancora (e, verrebbe la tentazione di chiedere, è mai esistita) quest’anima? A chi parla, in realtà, il Presidente della Repubblica? A tutti gli italiani o solo a quelli che si riconoscono nella Costituzione nata dalla lotta di Liberazione dal nazifascismo? A tutte le forze politiche, o solo a quelle che considerano la Repubblica “una e indivisibile”? A tutti i cittadini, o solo a quelli che non “se ne fregano” delle istituzioni repubblicane e delle procedure giuridiche? A quale Italia parla il Presidente della Repubblica? “Non possiamo come Nazione pensare il futuro senza memoria e senza coscienza del passato. Nulla può oscurare il complessivo bilancio della profonda trasformazione, del decisivo avanzamento che l’Unità, la nascita dello Stato unitario nazionale e la sua rinascita su basi democratiche hanno consentito all’Italia.” Nulla? Ne siamo proprio sicuri? Siamo sicuri che tutti gli italiani  riconoscano – o addirittura conoscano – lo stesso passato?

E siamo sicuri che tutti gli italiani riconoscano nel “comunista” Giorgio Napolitano il loro Presidente? Ricordo che un autorevole (?) giornalista come Vittorio Feltri dichiarò , due anni or sono, di non considerarsi rappresentato da un ex dirigente del vecchio Partito comunista, che, in quanto tale, ha parteggiato per l’Unione Sovietica all’epoca della guerra fredda. Nondimeno il Presidente si dice “convinto che nelle nuove generazioni sia radicato il valore dell’unità nazionale, e insieme il valore dello Stato unitario come presidio irrinunciabile nell’era del mondo globale.” Si rivolge anche ai giovani padani che vagheggiano una nuova “Repubblica del Nord”? Ma quanti lo avranno ascoltato la sera di fine anno? No,  temo che le alte e nobili parole del Presidente Napolitano siano destinate a cadere ancora una volta nel vuoto, anzi, nell’ “abituale frastuono” di chi ha orecchie per intendere solo i propri “calcoli tattici”. Per andare dove, non si sa.

10 pensieri su “Un discorso alla nazione

  1. Gentile pof. Sguerso,le parole diventano dei bellissimi “coriandoli colorati che danzando leggiadri si adagiano al suolo”, se non sono supportate dai fatti e/o da forti atti simbolici. Non si può pensare di essere ascoltato quando finora non c’è stato il minimo gesto di rifiuto delle leggi-vergogna o degli strappi costituzionali che sono stati messi in atto.Non si può pretendere a prescindere quando il silenzio è l’unica risposta a chi dileggia la bandiera nazionale o a quei ministri che si “esprimono”e si adoperano contro la Repubblica che essi stessi giurano di servire. Il Presidente è o non è il difensore della Carta Costituzionale? E’ o non è il Capo Supremo della Magistratura, alla quale e solo alla quale fa le reprimende? E’ o non è il Capo di una Nazione unita o è solo di una parte? E’ o non è all’altezza della sua carica che, con la sua fretta di firmare tutto sempre e COMUNQUE, anche le leggi dichiarate incostituzionali, è stata così svilita? Possono essere questi dei dubbi leciti o si pecca di infamia?
    E infine vorrei aggiungere, non senza grande dispiacere, che non si può non constatare che si è passati attraverso il Maanchismo dal Comunismo al Comunquismo senza colpo ferire. Secondo me, ai giovani di oggi, a cui stiamo rubando il futuro, diamo tanti pessimi esempi di comportamento, di pensiero ed opere che aspettarci pure di essere ascoltati vuol dire peccare di una buona dose di superbia. Con cordialità e stima.

  2. Belle parole quelle del nostro Presidente della Repubblica Napolitano; bello è anche l’articolo del nostro Dott, Sguerso.
    Tuttavia, mi piace ribadire che , molto spesso, le “belle parole” finiscono in una clessidra che non travasa un sol granello di sabbia. Penso che ,andando avanti con questo passo, molti giovani di oggi avranno ben poco da sperare per un loro lieto futuro.Alcuni di loro , dopo laureatisi, si troveranno con un pugno di mosche in mano perchè sono stati indirizzati male nello studio. Mi viene rabbia quando leggo che vi sono moltissimi posti di lavoro vacanti in tantissime categorie artigianali e di servizio:
    camerieri , fontanieri, elettricisti e via discorrendo.
    Ricordo che in America gli studenti o laureanti venivano a lavare i piatti nei ristoranti dove io solevo fare il servizio da cameriere, e non si vergognavano di farlo. Chissà se alcuni dei nostri studenti si abbasserebbero a fare un lavoro del genere per guadagnarsi il costo del loro studiare.Penso che non sarebbero in troppi ad accettare lavori umili. Allora , secondo il mio punto di vista, sarebbe bene che le nostre scuole , al posto di bocciare più di una volta un ragazzo, lo indirizzasse in una classe di avviamento al lavoro, cioè , fargli imparare un mestiere con moltissima pratica e poca teoria.
    Un abbraccio e un augurio di buona Befana. Saluto a tutti, Alfredo.

  3. Cara e acuta Civetta, come darle torto? Anche il Presidente Napolitano fa parte, e non da oggi, della classe politica e dirigente del Paese, e quando la richiama alle sue responsabilità, cioè ai suoi doveri, è “come se” richiamasse anche se stesso. Lei ricorderà (mi scuso per l’autocitazione)la mia “Lettera aperta al Presidente della Repubblica”, nella quale ponevo proprio le questioni costituzionali che ha posto lei nel suo puntuale commento. Cosa vuole mai, nel becerume dilagante e trionfante di tanti “portavoce” e megafoni mediatici di questa traballante maggioranza, un discorso come quello di fine anno del Presidente Napolitano spicca, se non altro, per eleganza stilistica. Lei ricorderà anche gli insulti con cui un ministro della Repubblica ha apostrofato gli studenti nel corso della trasmissione Annozero; ebbene, nel mio commento ho posto l’accento sulla retorica “alta” di Napolitano, rimarcandone la qualità rispetto alla retorica “bassa” e triviale di troppi “rappresentanti del popolo sovrano” senza dignità e senza vergogna (lei m’intende). Ma è vero: sempre di retorica si tratta. Grazie per il suo commento.

    Caro signor Alfredo, sono lieto di rileggerla nel nuovo anno: i suoi commenti sono sempre ricchi di esperienza vissuta e di umanità E come ha ragione! Troppi nostri giovani disdegnano di sporcarsi le mani con quelli che un tempo si chiamavano “umili mestieri”! Ma di chi sarà la colpa? Certo i giovani devono imparare a dare oltre che a ricevere, a chiedere o, addirittura, a pretendere. E’ il vecchio ma sempre attuale discorso dei diritti e dei doveri. Ma, mi dica lei, signor Alfredo, quali esempi vengono ai giovani dall’alto (si fa per dire) e dai media, soprattutto da certa seguitissima televisione? Buona Epifania anche a lei e…..a rileggerla presto.

  4. A proposito di retorica “bassa” e dell’epsodio da Lei citato, devo ammettere che in quel momento ho provato una tale vergogna e una tale rabbia, ma anche proprio sgomento nel pensare che un ministro della ns nazione possa essere rappresentato da un ceffo del genere, che ad un certo punto mi sono accorta che ero io stessa ad urlargli contro..In quel momento non sapevo reprimere i miei sentimenti. Per Fortuna che dopo ci ha pensato Di Pietro, anche se “perdendo le staffe”, come è nel suo stile. Giorni fa ho per caso assistito in TV a episodi tratti da trasmissioni andate in onda durante l’anno. Vederli tutti insieme è stato davvero raccapricciante: un pò come assistere ad una sequenza di scene di un serial Killer in azione! Le vittime si chiamavano: Rispetto, Educazione, Dignità, Linguaggio,Morale, Cultura, in una parola sola CIVILTA’. Sono stata assalita da un grande senso di vergogna che avrei voluto trovarmi in un posto diverso in quel momento. Non riesco e non voglio neppure immaginare quello che possono pensare all’estero di noi. Non riesco e non voglio neppure immaginare di accettare come la mia Nazione e il mio popolo si siano lasciati ridurre ad una malandata squadra circense!
    La saluto con il cuore un pò infranto e la ringrazio per l’attenzione .

  5. @ Gent. Alfredo Varriale.
    E’ vero quello che il caro Alfredo sostiene e cioè che i ns giovani non si “abbassano” a fare determinati mestieri o a guadagnarsi la loro mancia.Ma è anche vero che quì da noi manca quella mentalità o quella cultura tipica del mondo anglosassone. Lì è da sempre che gli studenti di tutte le scuole vengono indirizzati a fare stages nei vari ambiti lavorativi con i quali le scuole stesse sono collegate. Anche per gli studenti stranieri è facile fare esperienze di lavoro. In passato lo era ancora di più.
    Quelli più comuni sono: baby-sitter, nei ristoranti, nei supermercati, nei pub, nelle agenzie..Una volta,ma credo anche ora, lo studente straniero si poteva iscrivere all’ufficio di collocamento e riceveva,oltre ad una copertura assicurativa, anche un premio di disoccupazione nel caso non riuscisse a trovare lavoro durante il suo soggiorno lì (parlo della Gran bretagna).Quì ce la sognamo una cosa del genere.Siamo solo capaci di denigrarli con vari epiteti: bamboccioni, viglacchi, ignoranti, scansafatiche, terroristii ecc…Ma la verità è una sola:Quì non c’è rispetto nè per i giovani, nè per gli anziani purtroppo…e forse neanche per se stessi!
    Cordiali saluti , caro Alfredo, e tanta serenità!

  6. Cara Civetta, come la capisco! Vede, la tragedia di questo Paese è proprio la mancanza di una rappresentanza politica all’altezza del compito che, in teoria (ma anche secondo la nostra Costituzione tanto impudicamente vilipesa da questa destra faccendiera e populista) dovrebbe adempiere. Da tempo vado ripetendo che gran parte di responsabilità della situazione degradata in cui ci troviamo è da attribuire alla stato confusionale in cui versa, ahimé, la sinistra, tanto quella “di governo” quanto quella “di lotta”: una volta accettata di fatto la personalizzazione (e privatizzazione)della politica, e la competizione non più tra idee diverse di società ma tra nudi e crudi interessi privatistici, a vincere sarà sempre, temo, chi disporrà di più mezzi economici e mediatici.E non è detto che i più potenti siano anche i migliori.
    Non per niente questi turboliberali si scandalizzano al solo suono di parole come Etica, Cultura, Giustizia, Costituzione…….E meno male che sono (o dicono di essere) credenti! Ma non disperiamo, e, soprattutto, non commettiamo l’errore di darci per vinti senza combattere, ovviamente con le armi della critica, per gli ideali in cui crediamo. Coraggio!

  7. Sono pienamente d’accordo con lei quando afferma che questo stato di cose a tal punto degradato è anche dovuto ad una sinistra che ha perso ormai ogni orizzonte di ideali, che ha abdicato al suo nome come al suo compito nella società di oggi, che ha svenduto la sua dignità e la sua storia per inseguire le facili sirene di un capitalismo becero,inconcludente e immorale.Da troppo tempo in politica ,lor signori hanno perso ogni contatto con la realtà con la quale non sanno o non vogliono più misurarsi perchè vivono solo nel terrore che possa venir loro sottratto qualcosa.Come gatti ben grassi perchè tutto gli viene donato, non sanno più come sopravvivere cacciando i topi, antica abilità che hanno ormai perso o a cui hanno volentieri rinunciato.Perciò il loro gioco preferito è “il far finta che..”
    Ma è un gioco ormai scoperto,vd contratto di Mirafiori, leggi-salva-delinquenti,rifiuto di decurtarsi lo stipendio o gli aumenti da capogiro,alleanze quantomeno discutibili,richiami alla magistratura,favori fatti per salvare il grande capo (perchè?)…liberandosi di tutti i lacci e lacciuoli che i loro elettori ponevano.Con la dignità, dei fatti , hanno perso anche il pudore delle parole, allineandosi e sintonizzandosi anche in questo e sempre di più con lo stile berluschionne così imperante e modernecchio, ossia un moderno che sa tanto di vecchio!
    Certo il fatto di non avere una rappresentanza politica può indurre allo scoramento,perchè diventa una lotta immane e fortemente disuguale.Ma… cosa dice lei Prof. Sguerso,vorrà dire che dovremo armarci di intelligenza e di astuzia, come fece Ulisse con Polifemo, Davide con Golia o Chiricù col mostruoso gigante della fontana e chissà forse un giorno anche noi potremo sperare di farcela.A quanto sembra nessun gigante l’ha mai avuta vinta, figurarsi quelli nani!
    BUONA EPIFANIA!

  8. Carissima amica Civetta, Mi dispiace molto che quello sfolgorio d’amor dipatria stia repentinamente perdendo quella amabile sfumatura che rappresentava il vero carattere degli invidiati e laboriosi italiani. Quì , oramai, siamo quasi tutti “accaloppiati” per difendere questo o quel partito quando sappiamo che le cose , così come scorrono, non vanno bene , e non vanno bene soprattutto per chi non “arriva a fine mese”. Personalmente non mi sento di farmi trasportare in argomenti volutamente politici che, spesso, assillano , e fanno perdere il senso della realtà che equivale ad un serio confronto realistico e fiducioso tra persone che sono state elette per difendere i probblemi seri della gente.
    Quì c’è il rischio che tanta povere persona non riusciranno più a raggiungere il fine mese, e secondo me, è giunto il momento che tutti gli eletti dal popolo italiano si diano da fare, collettivamente, per sollevare la nazione che pare, a mio avviso. voglia andare alla deriva.
    Quest’anno, come leggo, ogni famiglia avrà da pagare almeno mille euro in più per i vari e riconosciuti aumenti che metteranno in crisi molti gia magri portafogli della povera gente, ma non ci dimendichiamo che tale prassi può suggerire ulteriori aumenti in ogni campo , quindi, ci dovremmo aspettare aumenti a catena che svuoteranno le tante già afflitte tasche. La questione non l’addebito ai partiti, ma agli uomini che mandiamo a governarci Io difenderei le persone capaci di governarci, senza contare su quale partito si appogiano, Cordiali saluti.

  9. Cara Civetta, è comunque un conforto sapere che non siamo soli; in minoranza sì, certamente, ma non soli. E non sempre le maggioranze (silenziose o assordanti che siano)hanno ragione. Intanto qualcosa si muove nella società civile: ad esempio la rivista Micromega ha lanciato un appello per una campagna di solidarietà con la Fiom firmato da Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais e Margherita Hack. Testimonianza? Certo, testimonianza. Non basta, ma almeno è un segnale di vita e di speranza. E, come lei sa, finché c’è vita la speranza non muore (e viceversa).
    Non perdiamoci d’animo, e nemmeno di vista!

  10. Caro Alfredo, purtroppo sai che nessuno di quelli che occupano una POLTRONA in Parlamento è mai stato votato da chicchessia.Grazie alla legge elettorale PORCATA, si sono autoeletti, nominati dalle segreterie dei partiti, con promesse, ricatti e SCAMBI di ogni genere…proprio come alla fiera dell’est. Questo è uno dei TANTI meccanismi illegali (almeno moralmente), anticostituzionali, incivili che sono stati messi in essere in questi ultimi anni per defraudare la democrazia della sua essenza, dei suoi princìpi. Quindi tutto cade nel vuoto, se certi meccanismi non vengono cambiati o ripristinati.Bisogna partire da lì, bisogna cioè ridare fiato alla democrazia, quella dei fattti e non delle parole. Un caro saluto.

    Al prof. Sguerso

    Ho già firmato e fatto firmare l’appello di MICROMEGA.

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