Cava de Tirreni: Viggiano,”Gravagnuolo lotta per la Sanità”

 

 

In questi giorni stiamo assistendo ad interventi di tutti sul destino della sanità a Cava de’ Tirreni. Questo rispecchia la ovvia volontà dei cittadini cavesi di difendere il loro ospedale e tutelare il loro diritto alla salute. Ma tutti, in uno modo o nell’altro, sono convinti che il sindaco si disinteressi di quello che sta succedendo al nostro nosocomio e viene presentato come un principe che vive beato e spensierato nel suo castello, dove pensa solo al PUC, alla “Monnezza”, al Millennio. Gli imputati non sono più Montemarano, Bassolino, questa Regione Campania disastrata in tutte le sue componenti, che cercano di camuffare sotto mentite spoglie (piano di razionalizzazione e riqualificazione ecc. ecc.) la volontà di chiudere alcuni nosocomi per rientrare da un disavanzo che sta diventando un baratro.  Come si fa a pensare che l’Amministrazione si stia disinteressando di questo problema? E non mi riferisco ai tanti politici di professione che a turno hanno fatto interventi sull’argomento, da una parte precisando che questi nulla avevano a che fare con i colori dei vari partiti (“la salute non ha colore”), ma approfittandone  subito per chiedere le dimissioni da sindaco, o quanto meno da presidente della Conferenza dei Sindaci o da vicepresidente della Federsanità. Loro conoscono bene l’impegno del sindaco per l’ospedale di Cava! Mi riferisco ai tanti cittadini giustamente preoccupati e disorientati. In questi mesi ho avuto modo di collaborare con il sindaco sulla problematica dell’ospedale. Ebbene, raramente ho conosciuto una persona così coinvolta e tenace nel cercare una soluzione ai problemi che, non nascondiamoci, sono gravi e di non facile soluzione. Problemi con origini lontane, da ricercare negli errori compiuti nei decenni scorsi e che hanno impoverito la sanità cavese a vantaggio di altri ospedali. Ho visto il Sindaco partecipare a riunioni di tutti i tipi (con i sindaci, con i Direttori Generali, con Direttori Sanitari, con medici ospedalieri, con consiglieri e assessori regionali) e sempre con l’obiettivo di difendere fino in fondo l’ospedale di Cava. Abbiamo preparato grafici, tabelle, diagrammi di flusso per dimostrare che il nostro ospedale lavora bene e molto. Abbiamo discusso a lungo su quali strategie adottare per mantenere quello che abbiamo nel nostro ospedale, e il Pronto Soccorso ha sempre occupato il primo posto in tutti i ragionamenti. La legge regionale n.° 26/2008 è una cattiva legge fatta con il pallottoliere, che nulla ha di “razionalizzazione e riqualificazione del sistema sanitario”. Da questa legge l’ospedale di Cava non viene fuori bene ma rispetto ad altri, presenta alcuni spazi di manovra (più di 120 posti letto, 4 posti di terapia intensiva che potrebbero essere divisi tra Castiglione e Cava, la disponibilità di alcune discipline a cedere posti letto per permettere a Medicina e Chirurgia di raggiungere i 25 posti letto necessari per una struttura complessa) che speriamo possano permetterci di mantenere quello che abbiamo. La delibera di ASL del dicembre 2008 ha chiarito la volontà del passato Direttore Generale di attuare passivamente la legge regionale. Il nuovo Direttore Generale Dr D’Anna si è dichiarato subito convinto della necessità di proporre correttivi migliorativi alle disposizioni regionali (vedi conferenza dei sindaci). Tali correttivi sono stati raccolti in una proposta elaborata dal collegio dei direttori sanitari della ASL. In questa proposta l’ospedale di Cava mantiene il Pronto Soccorso con Rianimazione e UTIC. Nella riunione di lunedì 9-3-2009 tra i vertici aziendali e i sindaci dei 5 comuni con ospedale, ha purtroppo trionfato la guerra tra campanili e si è ancora una volta appalesata l’opposizione di alcuni sindaci dell’agro nei confronti di Cava. Il risultato è che tutto è stato rimandato a giugno 2009 con la formazione dell’ASL unica. Nel frattempo, i vertici della ASL si sono impegnati a non modificare l’attuale assetto ospedaliero. Quando, e se, si farà l’ASL unica sarà importante che finalmente ci sarà qualcuno che abbia un peso politico tale da orientare scelte e decisioni, evitando il ripetersi di quegli errori che ci hanno fatto perdere “quella centralità e quel primato che i nostri avi avevano nei secoli assicurato alla nostra città” (per citare Pasquale Petrillo). Altro che dimettersi dalla Conferenza dei Sindaci o da Federsanità! Nella ASL unica avremo il nostro sindaco che continuerà ad impegnarsi, come ha fatto finora, per difendere l’ospedale e tutelare il diritto alla salute dei cittadini cavesi in tutti i modi e in tutte le sedi.

Domenico Viggiano, cons.com.