Sala Consilina: Alluvione, il Codacons alza il tiro
Aldo Bianchini
“Durante l’alluvione del novembre 2010, le famiglie che abitano nelle campagne ricadenti nel comprensorio di Sala Consilina sono state soccorse dal locale Comando dei Carabinieri e dai Vigili del Fuoco con professionalità e abnegazione. Da allora, tuttavia, nulla è stato fatto per rimuovere le cause dei continui allagamenti in pianura. In particolare, nulla è stato fatto per riparare gli argini del fiume Tanagro, ormai scomparsi in più punti, tanto che, alle nuove piogge le acque fuoriescono liberamente dal fiume e invadono le abitazioni situate in campagna”. Comincia così il lungo comunicato inviato dalla sezione Codacons del Vallo di Diano alle varie redazioni giornalistiche, comunicato che rende noto le azioni messe in atto fin dal 19 febbraio scorso (all’indomani della seconda esondazione del Tanagro) con l’invio del “fax urgente” al Prefetto e al Sindaco di Sala Consilina circa la drammatica situazione in cui ancora versano decine di famiglie nelle campagne ricadenti nel territorio di Sala Consilina. Il comunicato prosegue con la rappresentazione della situazione attuale: “Questa emergenza sta seriamente danneggiando le famiglie che vivono del lavoro dei campi. L’angoscia in cui vivono queste persone ad ogni pioggia è palpabile: questi cittadini non solo sono preoccupati per l’attività principale che dà loro sostentamento, ma temono per la loro stessa incolumità. A fronte di questa situazione drammatica, quello che colpisce è il rimpallo delle responsabilità, che certamente non è sfuggito ai cittadini del Vallo di Diano”. Tutto questo ha indotto, recita il comunicato, il giorno 22 febbraio 2011, il Codacons a presentare un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sala Consilina per chiedere al Procuratore di intervenire con urgenza presso le competenti istituzioni per la salvaguardia dell’incolumità delle persone e per chiedere allo stesso Procuratore di individuare le cause e/o i motivi di un mancato intervento atto a mettere in sicurezza gli argini del fiume Tanagro a ben oltre cento giorni dall’evento alluvionale del novembre 2010. La palla, o meglio la patata bollente, passa adesso nella mani della Procura della Repubblica ma il rischio è nella realtà dei fatti. Passeranno probabilmente altri cento giorni, e forse anche di più, prima di una qualsiasi presa di posizione della Procura. Attendere per credere e per valutare.