Quello che passa al Convento, secondo appuntamento
Il video “La casa di Pitagora”, realizzato da Ugo Marano e Pasquale Persico, che hanno inteso scambiarsi i cognomi, divenendo Ugo Persico e Pasquale Marano, seguito da una conversazione, circa il benessere della popolazione come patrimonio mondiale, che vedrà anche una performance di Pasquale Napolitano, sarà lo spunto del secondo appuntamento di “Cose di terra”, curato da Vito Puglia, martedì 17 marzo, alle ore 20, sezione della programmazione di “Quello che passa al convento”, promossa dal Convivio delle Arti dei Rozzi e degli Accordati, presieduto da Vito Puglia, con il contributo del Comune e dell’Ente Provinciale del Turismo di Salerno, del Pastificio Amato, della Centrale del Latte e di Salerno Energia e la collaborazione della web radio Unis@und, che apre al pubblico il cenobio medievale del Convento di San Michele. Il discorso sarà incentrato su di un esperimento effettuato nel nostro Cilento, in cui ci si è posti l’obiettivo di creare una città ideale, la città del quarto paesaggio, per noi uomini della fine, ovvero del terzo millennio. “Come per ogni territorio – scrive pasquale Persico – anche per il Parco del Cilento e del Vallo di Diano per il rilancio delle attivita’ per lo sviluppo occorre identificare un’immagine collettiva per aiutare gli individui e le istituzioni ad agire con successo e misurare la loro capacita’ di cooperare.L’immagine del Parco di area protetta e fortemente inglobata in un’immagine capace di dare prospettive nuove alle attivita’ dell’uomo, siano queste di carattere produttivo che quelle del tempo libero e della ricerca espressiva. Il territorio per rendersi nuovamente protagonista delle attivita’ dell’uomo deve poter moltiplicare i percorsi, le relazioni tra i luoghi: dai luoghi del Parco si deve poter ripartire per direzioni nuove e diverse.L’economista responsabile del piano socio economico del parco ha chiesto ad un artista contemporaneo di valore internazionale e dagli abitanti del luogo di aiutarlo a decodificare le valenze del territorio, inteso questo come spazio delle opportunita’, dove i legami sociali, le memorie, la storia dei luoghi, gli interessi vitali, le conoscenze e le vocazioni possono aiutare a costruire i progetti mentali di partenza per la conoscenza e per il vivere.Questa operazione consente di riassegnare al territorio un nuovo ruolo di referente, di spazio culturale da dove ripartire per programmare il futuro. La natura del luogo viene riscoperta come soggetto nuovo di riferimento per stabilire nuove relazioni di senso, per modificare le percezioni dell’uomo. L’esperimento pilota compiuto nel Vallo di Diano, nella Valle delle orchideee, un territorio contiguo ai comuni di Sassano, Monte san Giacomo, Sansa, e Teggiano puo’ essere raccontato come progetto emblematico. L’artista Ugo Marano, aiutato dagli abitanti del luogo e da un naturalista di valore, Nicola Di Novella, nel ricercare un luogo adatto ad accogliere la “Casa di Pitagora”, una nuova casa per l’uomo del terzo millennio, una proiezione tra cultura e natura, ha poggiato sul territorio alcune opere espressione di una Certosa esplosa nel Parco, opere capaci di decodificare l’importanza dei luoghi, di aiutare gli abitanti a riscoprire se stesse e di incoraggiarli a ricercare le nuove attivita’ del fare bene e del tempo liberato. La Valle delle Orchidee, luogo nuovo ma gia’ esistente, con la presenza di oltre settanta specie di orchidee naturali e di una attivita’ di ibridazione, con la nuova riscoperta capacita’ di comunicazione, ha dato forza ad altre attivita’ che hanno trovato nuove intersezioni anche con le opere dell’artista, l’Orchidea nera ed il tavolo del Paradiso. Costruire una citta’ mentale del Parco diventa operazione indispensabile per direzioni nuove alle attivita’ possibili; e si parla in maniera esplicita di citta’ del parco perche’ fin dall’inizio del lavoro di indirizzo del piano e’ bene chiarire che il rafforzamento e l’intensificazione dei rapporti tra i luoghi del Parco e’ la priorita’ necessaria per le azioni di sviluppo: i luoghi devono divenire luogo dove andare prima di tutto per gli abitanti del parco che in tal modo iniziano a progettare per restare e dare un futuro ai luoghi”.