“Ti ho sposato per ignoranza” atto 2: il “dopo la rappresentazione”
Una recitazione convincente e particolarmente briosa per un copione piacevole ma non eccessivamente “straordinario”, non intrecciato in maniera complicata – e questo è forse anche un merito, una peculiarità che ha dato forza allo spettacolo – quella di giovedì scorso 14 aprile al teatro comunale di Mercato S. Severino, in chiusura della consueta rassegna organizzata ogni anno da Fondazione Teatro nella cittadina irnina; a partire da questa edizione, sicuramente più variegata grazie a show di danza (il tango di Herrera, famoso artista argentino) e ad altre proposte per ogni gusto, a capo di tutti gli spettacoli c’è stata l’attrice Margi Villa, al suo “esordio” come responsabile appunto di Fondazione Teatro al già citato Comunale sanseverinese. L’ultimo spettacolo scelto da Margi Villa per chiudere in bellezza la sua prima volta da “organizzatrice” in quel di S. Severino è stato “Ti ho sposato per ignoranza”, un plot di Pasquale Petito, rivisitato e modernizzato – ma non stravolto proprio del tutto, anzi innovato e adeguato ai nostri tempi, anche se l’azione si svolge negli anni Venti, era comunque indefinita sul palco – dai noti fratelli attori, nonché figli d’arte di Nunzio Gallo, Gianfranco e Massimiliano Gallo. Il primo ha curato anche la regia della brillante ed effervescente piece, ripetiamo non troppo complessa, che ha attratto numerosi aficionados ed habituè della drammaturgia e della recitazione provenienti non solo da Mercato S. Severino bensì dai comuni limitrofi e da zone viciniori. Al termine del cartellone, la Villa ha anticipato che per la prossima stagione al Comunale porterà uno spettacolo particolare: “Novecento napoletano”, performato da ben cinquantaquattro comparse in scena; ella ha inoltre tracciato un bilancio abbastanza positivo nel suo complesso riguardo le persone – soprattutto abbonati da lunga data – che quest’anno hanno mostrato di gradire ed apprezzare i suoi sforzi nel garantire visibilità e cambiamento nel promuovere l’offerta culturale del Comunale. Ma veniamo a noi e alla commedia scoppiettante e densa di spunti esilaranti, di verve, di situazioni ridicole e quant’altro; ad essa ha preso parte anche la soubrette ucraina Yuliya Mayarchuk, nei panni di Masha, una donna russa colta e dotta, emancipata e femminista ma squattrinata, sposata ad un venditore di baccalà e di pesce napoletano ignorante, sgrammaticato ma facoltoso al tempo stesso: Totonno. La vita di questa coppia litigiosa, che sta per lasciarsi, si intreccia nell’esibizione scenica con la vita di un’altra coppia, formata da due sposi amici di questi due protagonisti. Il tutto con un occhio ironico sul tradimento da parte del migliore amico di Totonno nei confronti della moglie, amica di Masha; rimane nell’ambito della rappresentazione lo spunto della versione di Petito, conosciuta come “ A scaricabarile”, e il protagonista inconsapevole dell’intreccio amoroso, della tresca scoperta, poi perdonata e sublimata, è un bastone che i protagonisti si scambiano fino all’intervento di un deus ex machina che rivelerà tutta la verità a Masha, che pensa ad un tradimento da parte del pescivendolo mentre è stato l’amico a frequentare un’altra donna; il simpatico deus ex machina è una comparsa di questa commedia da godersi alla stregua di una farsa greca. Tra giochi di parole, lazzi, frizzi e momenti topici ricchi di risate, equivoci e quant’altro il finale è positivo e scoppiettante e naturalmente – è ovvio – vede trionfare l’amore vero tra Yuliya-Masha e Gianfranco Gallo-Totonno. Il sipario si apre con una piccola “provocazione” da parte dei due fratelli e degli altri attori; una provocazione riguardante i tempi di crisi dei nostri giorni, con la compagnia stessa che saluta all’inizio e non solo alla fine, e si chiude su una scenografia molto ben curata, classica, con un arredamento ad hoc mentre i Gallo rivolgono le ultime parole della piece direttamente al pubblico.